di Raffaele Vitali
PORTO SANT’ELPIDIO – Sindaco Nazareno Franchellucci, presidente di Ali Marche e nuovo membro del board di Anci Marche della sindaca Mancinelli, cosa sta accadendo con il nuovo Dpcm?
“La storia del coprifuoco è una delle questioni chiave al centro del dibattito politico e un braccio di ferro tra chi decide e il Cts. Nella riunione fiume di ieri pomeriggio è emersa la soluzione della territorialità. Dopo la protesta, via la parola sindaci dal Dpcm. E quindi si torna al piano territoriale d’azione”.
Che significa?
“Che saranno i Prefetti a intervenire dopo il comitato per l’ordine e sicurezza in cui ci confronteremo”
Prendiamo Via Cesare Battisti, che per Porto Sant’Elpidio è la via più viva e al centro dell'attenzione, che cosa cambia?
“Che se il problema c’è, chiamo il prefetto e vediamo”.
Questione applicativa, è possibile bloccare l’accesso a una strada e a una piazza per ridurre la movida?
“Chi controlla se uno va a casa, va in un locale a sedersi o va a prendere un cocktail in piedi? E per me si parla di duecento metri di strada, pensate a chi ha vie lunghe chilometri (i navigli a Milano, ndr). Per cui o si dice con chiarezza che c’è un divieto di uscire di casa, oppure di cosa stiamo parlando?”.
Però voi sindaci mesi fa eravate i primi a chiedere di non fare norme uguali per tutti da nord a sud. E ora…?
“Troviamo la formula giusta. La provincia di Fermo ha un Rt troppo alto? Allora tutto la provincia viene bloccata e le forze dell’ordine controllano. No si può chiedere al sindaco di individuare un’area ‘pericolosa’ e poi senza risorse deputargli i controlli. Questa è una norma inapplicabile, solo chi non si rende conto delle forze locali può prendere provvedimenti del genere. Bisogna valutare azioni provinciali o regionali”.
Cosa pensa dello stop alle 18 ai consumi al banco. Un grave danno per le attività?
“Sarà un danno. La stretta sappiamo tutti che è fondamentale, ma le piccole micro attività problemi ne avranno e di grandi. E così i ristoranti, con il numero massimo di posti a sedere che diventa decisivo”.
Regole necessarie, ma cosa non la convince?
“Tutto ciò che vede la possibilità di essere controllato e gestibile va agevolato. Non possiamo chiedere sacrifici solo al pubblico, al locale e all’attività. L’azione deve essere comune: finiamola con le feste private, che non sono controllabili, e usiamo tutti, ogni momento che è necessario, la mascherina. Nessuno vuole rivivere un lockdown”.