La direttrice Vittori spiega la produzione ad Amandola ai tempi del Coronavirus
di Raffaele Vitali
AMANDOLA – Senza sosta. “Non possiamo fermarci e non vogliamo fermarci. Non è facile lavorare in questo periodo. Abbiamo adottato ogni possibile dispositivo di protezione, ma è normale che manca la serenità in ognuno. Ma sappiamo anche che qui abbiamo un ruolo non solo economico, ma sociale. Ci siamo e garantiamo che le nostre mozzarelle e burrate arrivino fresche sui banconi di negozi e supermercati”. A parlare è Maria Cristina Vittori, la coordinatrice (direttrice) dello stabilimento TreValli ad Amandola, dove si producono le mozzarelle Sibilla.
CAMBIO TURNI E DPI
Un piccolo colosso in mezzo ai Sibillini da cui partono camion e in cui ogni giorno entrano i 70 dipendenti, nonostante l’emergenza coronavirus. “Il lavoro è cambiato, abbiamo cambiato i turni così i dipendenti entrano a scaglioni, le pause si fanno al massimo in coppia, non si parte più con i camion alle sei del mattino. Una riorganizzazione non semplice, ma il sistema funziona”.
Prima regola: evitare l’ammassamento. Seconda: garantire qualità e produzione. “La nostra forza è che questa azienda è la ‘nostra’ azienda. Siamo nati come cooperativa, siamo parte di un grande gruppo come Cooperlat, ma chi è qui questa azienda l’ha vista crescere, io ci lavoro da 28 anni, o comunque se ne sente parte”.
La direttrice racconta: “I primi sette giorni sono stati veramente duri, c’è stato un crollo di ordini. Poi è cambiato di nuovo tutto e la produzione è esplosa. Il problema, però, è che non c’è continuità, mentre la produzione si basa sugli ordini, essendo tutto fresco. Una settimana chiedono tutto, dalla ricotta alla stracciatella, un’altra appena le mozzarelle”.
FILIERA GARANTITA
Tra l’altro, il caseificio Sibilla-TreValli ha un’altra caratteristica: “Noi i nostri produttori di latte (sono quattro, ndr) li garantiamo. Per fortuna, facendo parte di un grande rete di cooperative, se una settimana la produzione locale è inferiore, possiamo fornire il latte ad altre zone. Nessuno deve restare indietro in questa fase difficile”.
E per dare un pizzico di serenità in più a chi non si tira indietro, “qualche dipendente si è messo in malattia”, l’azienda ha annunciato un premio “che verrà distribuito presto, proprio per dire grazie alla tenacia di chi ogni giorno è qui, con noi, magari con timore, ma sapendo che l’azienda fa tutto per farlo lavorare in sicurezza”.
IL BLOCCO DELLE PIZZERIE
La fabbrica guidata da Maria Cristina Vittori a pieno regime lavora mille quintali di latte, oggi si viaggia attorno ai 600. “Purtroppo – riprende la Vittori – a causa del Covid 19 abbiamo perso una delle più importanti fette del nostro mercato, quello delle mozzarelle da pizza. Normalmente valgono il 60% del fatturato, oggi non arriviamo al 15. E siccome è una linea dedicata non si può usare per altre produzioni”.
PRODOTTI RICHIESTI
La domanda delle famiglie però è cresciuta: “Specialmente vengono chieste le mozzarelle imbustate, quelle con la loro acqua. Alle persone danno l’idea di durare di più. E infatti la richiesta delle buste da tre – quatto pezzi è cresciuta. In particolare durane le prime settimane di emergenza a essere penalizzato è stato il bancone, ma ora le persone si sono tranquillizzate, anche perché hanno capito che noi non ci fermiamo. Per il bene dei nostri dipendenti e dei clienti”.
@raffaelevitali