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Sensori in casa, braccialetti e l'anziano non è più solo: il progetto che porta il Fermano nel futuro

31 Luglio 2020

FERMO – Il Gal Fermano paga, l’Ambito Sociale agisce, con il supporto della Politecnica e dell’Asur. “Si va verso lo smart village, con l’assistenza domiciliare agli anziani nei paesi”. E partner chiave è l’azienda Vega di Paolo Vitturini. Il parterre è ricco e ognuno ha esercitato un ruolo per la nascita di I.Con-Net.

Sul palco, insieme con Alessandro Ranieri, direttore Ambito, ci sono Giuseppe Forti, vicepresidente dell’Ambito XIX e sindaco del comune di Monte Vidon Corrado, Michela Borri Gal Fermano, tre cooperative rappresentate da Stefano Ranieri, Licio Livini, direttore Asur 4, Andrea Vesprini per l’Inrca e Gianluca Gregori, rettore dell’università Politecnica delle Marche.

 “Ci rivolgiamo agli over 75 delle zone collinari per migliorare il benessere sociale e sanitario” ribadisce Ranieri. “L’aspetto importante è la sinergia tra pubblico e privato. Parliamo di persone che vanno seguite per evitare processi di decadimento delle funzioni, migliorarne la qualità della vita, consentendo la presenza nel domicilio senza dover lasciare la propria casa” precisa Forti.

Lo studio è partito su 50 persone anziane in 9 comuni tra il Fermano e il maceratese. “Abbiamo attivato una modalità di telesoccorso, diversa dal vecchio Beghelli. Con una centrale che risponde, che mantiene il contatto con la persona anche una volta superata la criticità con chiamate settimanali. Un sistema molto apprezzato dalla ventina di utenti testati”. Ecco la prima strada: dare attenzione. La sperimentazione doveva durare sei mesi, ma prosegue da oltre un anno.

E ora entra nel vivo, come ribadisce il professor Germani: “Abbiamo studiato dei kit per cento persone, da mille a duemila euro a persona. Dall’orologio indossabile al braccialetto, strumenti già conosciuti e sviluppati. E poi sensori ambientali che con poche decine di euro monitorano i movimenti delle persone, riconoscendo anche l’eventuale caduta o lo stato del sonno. Con 250 euro copriamo una abitazione di 80 metri. Nessuna immagine, quindi privacy garantita ma dati efficaci”.

Il Gal rivendica la strategia di programmazione che nasce dal territorio e che dà un senso ai 100mila euro investiti: “Abbiamo captato la necessità e abbiamo deciso di investire su questo progetto. Il Gal ha come regola la condivisione. Prima volta – riprende la Borri - per un bando così rivolto al sociale, che può diventare un progetto pilota per coinvolgere altre realtà”. Risorse arrivate dal post sisma “a cui aggiungiamo un milione euro ricevuto post Covid pronto per essere investito per implementare i servizi”.

Gregori è pragmatico: “Bisogna evitare i singoli progetti con poche risorse e in questo l’università diventa connettore e amplia così la base economica per rendere la strategia vincente. Questo progetto è un esempio virtuoso che troverà nell’essere delel cose il suo futuro. Infatti – spiega il rettore – le proeizioni demografiche per le Marche sono drammatiche. Calerà la popolazione. Forte denatalità e limitata capacità di attrattività. Per questo ragioniamo sul territorio che non è quello che viviamo, ma è una somma di flussi, di turisti, di studenti, di finanziatori, di persone e risorse. Oggi siamo al territorio fardello, più che inteso come potenzialità, perché c’è stata una centralizzazione. Così per le banche, così per la distribuzione, ma anche per gli studenti con flussi crescenti che continuano a scegliere di andare fuori dalle Marche. Da qui la scelta della strategia. Possiamo intervenire poco sulla denatalità, possiamo intervenire su chi c’è r vuole arrivare. Se non riusciremo nell’obiettivo, spopoleremo e impoveriremo il territorio”.

Dare servizi per attrarre. Ed ecco Asur e Inrca: “Un progetto che ha la presunzione di incidere su un sistema economico e sociale che ha nella prevenzione il punto focale. Lo smart village è una spinta per dimostrare che si può agire sul sistema. Magari si potrebbe inserire la scuola prossimamente per avere un vero patto di comunità” aggiunge Licio Livini. E poi Andrea Vesprini, per l’Inrca che tra i suoi compiti quello di creare modelli alternativi e poi renderli pratici. “Vita più lunga, ma anche con un cambiamento sociale con persone che vivono da sole o al massimo con una badante”.

Si parla di prevenzione, da quella verso le cadute, “La caduta in ambito sanitario è un allert per la perdita dell’autosufficienza. La frattura di femore porta a disabilità in maniera maggioritaria, ci serve una medicina proattiva”, a quella per i problemi cardiologici. Per Stefano Ranieri i concetti sono tre: “Le cooperative non sono semplici fornitori, ma mezzo di sviluppo della salute della comunità. Noi ci occuperemo di seguire le persone coinvolte nel progetto, tramite operatori sul territorio. Salute della persona è salute della comunità, ovvero contesto accogliente e di promozione alla salute. In tani modi, fosse anche un film nella piazza di un paese, da Massa fermana, Montappone per garantire il livello familiare. Magari poche persone, ma noi diamo l’opportunità”.

Anche perché gli over 75 crescono, su 25mila abitanti nell’area interna il 18% è anziano. “Un mondo che merita ogni attenzione, anche di chi come noi – conclude Paolo Vitturini, patron di Vega - ha all’interno un centro di ricerca con 50 ingegneri pronti a contribuire”.

@raffaelevitali

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