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Sedia da barbiere in piazza con autorizzazione in mano, ma niente clienti. "Ridateci il lavoro"

22 Marzo 2021

di Francesca Pasquali

FERMO - “Ridateci il lavoro. Ridateci la dignità”. C’era scritto così nel cartello che, stamattina, Claudio Fiori ha portato in piazza del Popolo. Il parrucchiere di Santa Caterina l’ha appoggiato su un cavalletto di legno.

Ha preso in mano il megafono e ha cominciato a parlare. A una piazza semideserta e sferzata dal vento. È stato di parola il titolare di “La pecora mannara”. Dopo che, il 10 marzo, aveva tenuto aperto il suo negozio in segno di protesta contro le serrate imposte dalla zona rossa, stamattina è sceso in piazza, autorizzato.

S’è portato anche una sedia, dove avrebbero dovuto sedersi quelli che lo sostenevano, per un taglio o una piega al volo. Ma, tra il freddo e la camionetta della Polizia a pochi metri, di “clienti” non se ne sono visti. Qualcuno si è fermato un attimo. Qualche conoscente che ha offerta una parola di appoggio e pochi curiosi che hanno seguito la scena, prima di riprendere la loro strada. Il sit-it pacifico è durato meno di mezz’ora.

Poi Fiori, che per stare lì aveva avuto l’ok di Procura e Municipale, se n’è andato. Prima, però, ha letto un discorso: «Il rispetto per i morti causati dal Coronavirus è sacrosanto, ma il rispetto per i morti che è nella coscienza di ogni persona non deve glorificare la nuova normalità. La normalità dei diritti requisiti. Stiamo ricordando i morti ogni giorno o stiamo delegittimando ogni eventuale contestazione? ha chiesto a una piazza quasi vuota.

«Sono qui - ha aggiunto - per dire no. Dire no è un piccolo gesto ma con una potenza enorme. Il 'no' pronunciato nei modi e nei momenti giusti contiene il potere di migliorare il mondo. Non voglio aiuti dallo Stato. Io rivoglio il mio lavoro».

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