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Scuola a distanza. Lo studio che spaventa i genitori: difficoltà a fare i compiti, lezioni difficili da seguire e rischio abbandono

11 Maggio 2020

La fotografia scattata da Save the Children Italia.

di Raffaele Vitali

FERMO – Dopo un paio di mesi di isolamento domiciliare, Save the Children prova a fotografare il rapporto tra scuola e minori. Numeri che spaventano: quasi un minore su 5 ha difficoltà a fare i compiti rispetto al passato e, tra i bambini che hanno tra gli 8 e gli 11 anni, quasi 1 su 10 non segue mai le lezioni a distanza o lo fa meno di una volta a settimana.

I motivi sono vari: più di 4 minori su 10, infatti, vivono in abitazioni sovraffollate, privi di spazi adeguati allo studio, e il 12,3% non ha un computer o un tablet in casa per affrontare la didattica a distanza. “La scuola ce lo ha proposto, ma è in comodato d’uso. Poi che succede? Metti che casca, chi lo ripaga? Il punto è che se un genitore non se lo può permettere non rischia. E poi, bisogna essere sinceri, molte famiglie non se la sentono di chiederlo, di evidenziare una difficoltà tale da non poter dotare il figlio del mezzo necessario” racconta un professore.

Tornado ai dati dello studio della 40 dB, un genitore su 20, teme che il proprio figlio perda del tutto l'interesse per la scuola. Sono stati studiati un migliaio di ragazzi tra gli 8 e 17 anni, di questi, genitori inclusi, un 40% in condizione di fragilità economica perché magari rimasti senza lavoro a causa dell’emergenza.

“Il coronavirus ha improvvisamente privato i minori delle normali opportunità educative e scolastiche, facendo perdere motivazioni e rischiando di portarli a un pericoloso isolamento che può arrivare fino all'abbandono della scuola. Povertà educativa e crisi economica sono due fattori che si stanno pericolosamente intrecciando chiamando in causa la realtà di tantissime famiglie” spiega Save the Children.

Quasi 1 genitore su 7 (14,8%), tra quelli con una situazione socio-economica più fragile, ha perso il lavoro definitivamente per le conseguenze legate alla pandemia, oltre la metà lo ha perso temporaneamente, mentre più di 6 su 10 stanno facendo i conti con una riduzione temporanea dello stipendio. Rispetto a prima del lockdown la percentuale di nuclei familiari in condizione di vulnerabilità socio-economica che beneficia di aiuti statali è quasi raddoppiata, passando dal 18,6% al 32,3%.

"Non possiamo permettere che l'epidemia di Covid-19 in pochi mesi tolga ai bambini e agli adolescenti in Italia opportunità di crescita e sviluppo. Dobbiamo agire subito per non privarli del loro futuro. L'educazione, formale e non, rappresenta per i nostri bambini l'ancora di salvezza per avere opportunità nel presente ma soprattutto per garantire la libertà di scegliere il proprio futuro, specie nei contesti più svantaggiati" spiega, ha affermato Daniela Fatarella, direttrice generale di Save the Children Italia.

Dall'indagine sulle famiglie condotta da Save the Children emerge che secondo i genitori in Italia la didattica a distanza ha peggiorato il ritmo scolastico dei figli nel 39,9% dei casi. In particolare, tra i genitori in maggiore difficoltà socio-economica molti sono quelli che vorrebbero un aiuto più consistente da parte degli insegnanti (72,4%) e un accesso più semplice alla didattica a distanza (71,5%) perché ritengono le attività scolastiche più pesanti per i loro figli (63,4%), difficili (53,9%), eccessive (46,7%). Sei genitori su dieci (60,3%) ritengono che i propri figli avranno bisogno di supporto quando torneranno a scuola data la perdita di apprendimento degli ultimi mesi.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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