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Scogliere a Porto Sant'Elpidio: il nodo è il progetto esecutivo. La doppia verità di Comune e Regione

22 Luglio 2021

di Francesca Pasquali

PORTO SANT’ELPIDIO - La costa di Porto Sant’Elpidio penalizzata perché, in Comune, governa il centrosinistra? Sì, secondo il Pd cittadino. Che lamenta due pesi e due misure nella ripartizione dei fondi regionali per la difesa del litorale. «Non ne facciamo una questione di competizione tra Comuni, perché la difesa della costa è una necessità diffusa. Ci auguriamo che l’assenza di finanziamenti per Porto Sant’Elpidio da parte della nuova Giunta regionale non sia una questione politica, nonostante le macroaree individuate», spiega la capogruppo Annalinda Pasquali.

Le macroaree in questione sono quelle a cui saranno destinati i 25 milioni del Pnrr (Fano, Marotta, Porto Potenza Picena, Pedaso e San Benedetto). Resta fuori Porto Sant’Elpidio che, per il primo stralcio di lavori, ha avuto 4,5 dalla giunta Ceriscioli, portati a 7 da quella attuale. «I Comuni che hanno progetti esecutivi, come Porto Sant’Elpidio, non compaiono neppure in lista di attesa», rimarca Pasquali. «Il Consigliere regionale Putzu cosa sta facendo per la nostra città?», si chiede l’ex assessora con delega all’erosione.

Tira le orecchie al Comune l’assessore regionale alla Difesa della costa, Stefano Aguzzi. «Se non accelera, rischia di perdere i fondi», dice. E temporeggia sulla ripartizione di quelli nuovi. «Risorse che devono arrivare, non ancora in cassa, cifre solo ipotetiche», spiega Aguzzi. Che non esclude altri interventi a Porto Sant'Elpidio, «ma dipendono dal totale delle risorse che avremo a disposizione». «Certo è che – precisa – se l'amministrazione comunale non riesce a ultimare il progetto per il primo stralcio, risulta difficile inserire nuovi interventi nella progettazione».

Ma il Comune non ci sta. Se il progetto non è pronto è perché la Regione «non ha dato il via libera allo studio di fattibilità per le scogliere emerse a seguito di screening di Via (Valutazione di impatto ambientale)». A ricostruire le ultime tappe della vicenda è il sindaco Nazareno Franchellucci. «Il 9 giugno – spiega –, i tecnici del Comune hanno caricato sulla piattaforma regionale per le autorizzazioni ambientali lo studio preliminare ambientale. La procedura prevedeva che la Regione convocasse la conferenza dei servizi che si è svolta il 15 luglio, con inoltro del formale verbale il 20».

Due gli elementi emersi. Il chiarimento chiesto dalla Regione sulla «copertura integrale dei 7,85 milioni, in particolare la parte eccedente i 4,67 milioni stanziati dalla Regione dalla precedente amministrazione» e la progettazione delle vasche di prima pioggia. Per il primo, «ci si augura che arrivi lo stanziamento definitivo dei fondi Rendis di circa 3 milioni entro il momento della gara di appalto. Nella peggiore delle ipotesi, sarà il Comune a garantire la copertura», spiega Franchellucci. Anche se «l'auspicio è che sia la Regione a coprire l'eventuale parte mancante».

Quanto al secondo, all’inizio apparso come «elemento non dirimente per il via libera del progetto, ma per il quale i competenti uffici della Regione hanno di fatto messo una prescrizione legata al mantenimento della qualità delle acque», il Comune chiederà «una sospensione non superiore a 60 giorni per redigere questo nuovo progetto, presentarlo formalmente e discuterlo nella nuova conferenza dei servizi che ci si augura possa dare il via definitivo».

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