
FERMO – E alla fine, Elly Schlein ha saputo compattare il Parti Democratico proprio attorno a lei. C’è chi la voleva in difficoltà, chi pensava che fosse arrivato il tempo di un o una leder più moderata, e invece la Schlein esce dall’assemblea nazionale decisamente più forte. E con lei chi le sta vicino, come la sindaca Mery Marziali nelle Marche che vede blindato un posto sicuro per le politiche del 2027.

Esce più forte la segretaria perché è stata ufficializzata la scelta dell’ala di Stefano di Bonaccini di entrare in maggioranza. La relazione della leader dem viene approvata in assemblea con 225 voti a favore e 36 astenuti. Sono gli ultra-riformisti, la nuova minoranza interna che - nell'evento del 24 ottobre a Milano - ha divorziato dall'ex presidente dell'Emilia Romagna e dalla sua corrente «Energia Popolare». Ala che fa riferimento a Lorenzo Guerini, Paolo Gentiloni e Graziano Delrio, insieme - tra gli altri - a Pina Picierno, Giorgio Gori, Piero Fassino. È proprio quest'ultimo che annuncia il voto di astensione del gruppo: “Non è una sfiducia, è una messa alla prova, un'apertura di credito”.
Torna in maggioranza il team di Bonaccini, ma questa no è una sorpresa: “Sui temi vorrei essere io maggioranza. L'anomalia è il correntismo esasperato. Visto che l'obiettivo da oggi è vincere le prossime elezioni, diamo una mano”. Schlein incassa: “È finito il tempo delle divisioni e dei litigi. Continuerò ad essere la segretaria di tutti. Discutere è la nostra forza”.
Placet anche da Matteo Ricci, che da Bruxelles vigila sulle Marche, numerosi incontri anche nel fine settimana, incluso uno a Fermo, per pianificare il partito nelal sua regione ma soprattutto per confermarsi player nazionale: “Un'assemblea importante per costruire l'alternativa al Governo. La relazione di Elly Schlein chiama tutti noi alla responsabilità e all'unità. Un messaggio che Bonaccini e tutti noi abbiamo colto e condiviso. Ora lavoriamo al programma e insieme agli alleati diamo una nuova speranza all'Italia in vista delle prossime elezioni politiche. Da oggi l'alternativa è più forte" ha concluso.

In contemporanea, sul palco di Atreju la premier Giorgia meloni chiudeva la lunga iniziativa politica che ha visto tutti i leader del centrodestra confrontarsi anche coni vertici dell’attuale minoranza, tranne Schlein. “Noi – ha esordito la premier – siamo dalla parte giusta della storia. Questa edizione di Atreju è stata da record alla faccia delle macumbe di una opposizione che le ha provate tutte ma alla fine si porta sfiga da sola”.
Tanti esponenti marchigiani son saliti sul palco, a cominciare dal governatore Acquaroli. “Ai miei Fratelli d'Italia chiedo di non dimenticare da dove siamo partiti. Continuate a essere quella scintilla da portare di cuore in cuore, di città in città, fino a farla divampare”. Come la Fiamma, che resta saldamente nel simbolo.
