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Sbarramento al 5%, tutti i numeri di un voto che può cambiare o confermare la storia delle Marche

27 Settembre 2025

FERMO – Prima cosa importante da sapere, in vista del voto di domani e lunedì nelle Marche: non è ammesso il voto disgiunto. Quindi, si può scegliere solo uno dei sei candidati presidente e abbinarci uno o due nomi per il ruolo da consigliere, nel caso di doppia preferenza, devono essere un uomo e una donna.

Tutto questo per 1.330.501 marchigiani chiamati alle urne su una popolazione di 1.487.150. Sei candidati e 18 liste: Francesco Acquaroli, governatore uscente e leader della coalizione di centrodestra (Fratelli d'Italia, Lega, Forza Italia, Udc-Liste Civiche, Civici Marche, I Marchigiani per Acquaroli, Noi Moderati); Matteo Ricci, europarlamentare dem alla guida del centrosinistra (Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Lista Matteo Ricci presidente, Progetto Marche Vive, Avanti con Ricci, Pace, salute, lavoro); Claudio Bolletta per Democrazia Sovrana Popolare; Francesco Gerardi per Forza del Popolo; Lidia Mangani per il Partito Comunista Italiano; Beatrice Marinelli per Evoluzione della Rivoluzione.

Trenta i posti a disposizione, 526 i candidati. Le province non sono rappresentate allo stesso modo, vige il criterio della dimensione: 9 seggi saranno espressi dalla provincia di Ancona, 7 dalla provincia di Pesaro-Urbino, 6 dalla provincia di Macerata, 4 da quella di Ascoli Piceno e 4 dal Fermano.

Urne aperte dalle 7 alle 23 di domenica e dalle 7 alle 15 di lunedì nelle 1.572 sezioni della regione: si potranno esprimere, come detto, fino a due preferenze, di genere diverso. In caso in cui vengano scritti due nomi dello stesso sesso, varrà solo il primo.

Alle ultime elezioni regionali del 2020 Acquaroli ha vinto con il 49,1 per cento dei voti contro il 37,3 per cento ottenuto dal candidato del centrosinistra Maurizio Mangialardi e l’8,6 per cento del candidato del Movimento 5 Stelle Gian Mario Mercorelli. Si è trattato di una vittoria significativa per il centrodestra perché le Marche è stata a lungo considerata una regione “rossa”, insieme a Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, perché da sempre governata dal centrosinistra.

A livello geografico, cinque anni fa, il centrodestra ha ottenuto i suoi migliori risultati nelle province di Macerata, Fermo e Ascoli Piceno, mentre il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle sono andati particolarmente bene ad Ancona. Ed è in area dorica che i Dem puntano a prendere almeno 40mila voti in più per compensare il sud della regione. Tutta da valurare la partita pesaree, con il capoluogo saldamente nelle mani di Ricci, ma con la vallata del Metauro su cui hanno investito i vari Baldelli e Carloni.

Decisiva sarà l’affluenza. Più sale e più il centrosinistra avrà chance: nel 20220 è stata del 59,8%, nel 2015 era del 49,8 per cento, nel 2010 l’affluenza era stata del 62,8 per cento, in calo di nove punti rispetto al 71,5 del 2005.

Per entra in consiglio, una lista deve ottenere almeno il 5 per cento dei voti. È previsto un premio di maggioranza variabile per la lista o la coalizione di liste collegate al candidato presidente vincitore. Se il candidato presidente vincitore ha ottenuto tra il 40 e il 43 per cento dei voti la lista o la coalizione collegata ottiene 18 seggi, mentre se ha superato il 43 per cento ne ottiene 19.

Tra gli elettori marchigiani, il 30 per cento vive nella provincia di Ancona, il 23 in quella di Pesaro-Urbino, il 22 per cento in quella di Macerata, il 14 in quella di Ascoli Piceno e l’11 per cento in quella di Fermo.

Raffaele Vitali

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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