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Sanità, la Fondazione Gimbe premia la regione Marche. "Migliorata rispetto al 2022: ottavo posto in Italia"

3 Settembre 2025

FERMO – La sanità è uno dei temi chiave della campagna elettorale. Attacca Matteo Ricci, che con la Schlein ha parlato davanti al Torrette e domani bisserà davanti all’ospedale Murri di Fermo, difende il suon operato Francesco Acquaroli.

Oggi, una fotografia ‘indipendente’ arriva dalla Fondazione Gimbe, citata più volte anche dalla minoranza di centrosinistra. Ma l'istituzione guidata da Nino Cartabellotta delle Marche ha una visione più lusinghiera del popolo Dem.

In tema di Livelli essenziali di assistenza (Lea) in sanità, ovvero le prestazioni sanitarie che tutte le regioni e province autonome devono garantire gratuitamente o previo il pagamento del ticket, con un punteggio totale di adempimenti di 248 su 300, la Regione Marche risulta 8/a tra le regioni e province autonome italiane ed è risultata adempiente, secondo il Nuovo Sistema di Garanzia (NSG).

Rispetto al 2022, nel 2023 il punteggio totale della Regione è migliorato (+5). Secondo le pagelle del Ministero della Salute: solo 13 regioni raggiungono gli standard, Veneto in testa. Al sud promosse solo Puglia, Campania e Sardegna e otto regioni peggiorano rispetto al 2022.

Le Marche, in base alla valutazione dei 26 indicatori del NSG risultano adempienti in tutte e tre le aree considerate: sono in 10/a posizione per l'area della prevenzione collettiva e sanità pubblica con un punteggio di 74 (su 100), in 6/a per l'area di assistenza distrettuale (83), e in 5/a per l'area di assistenza ospedaliera (91). Nella classifica, guidata dal Veneto (punteggio di 288), le Marche sono precedute anche da Toscana (286), Emilia Romagna (278), provincia autonoma di Trento (278), Piemonte (270), Lombardia e Umbria (257). 

"Si tratta a tutti gli effetti della 'pagella' ufficiale per valutare i servizi sanitari regionali – spiega Cartabellotta - che 'promuove' le regioni adempienti e identifica le criticità in quelle inadempienti". Dal 2020 lo strumento utilizzato è il sottoinsieme di indicatori Core del Nuovo sistema di garanzia (Nsg), che include 88 indicatori suddivisi in tre macro aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Tuttavia, la 'pagella' ufficiale ne utilizza solo 26, numero aumentato nel 2023 con il primo aggiornamento del sistema. Ogni regione, per ciascuna delle tre aree, può ottenere da 0 a 100 punti e per essere considerata adempiente deve raggiungere la 'sufficienza' di almeno 60 punti in tutte le aree.

“La Fondazione Gimbe - prosegue Cartabellotta - ha condotto un'analisi indipendente per misurare le differenze regionali nel garantire i diritti fondamentali di salute, con particolare attenzione all'entità della frattura nord-sud. Per ciascuna regione sono state inoltre valutate le variazioni tra il 2022 e il 2023 e il posizionamento nelle tre aree della prevenzione, distrettuale e ospedaliera".

Considerato che il ministero della Salute non restituisce un punteggio unico per la valutazione complessiva degli adempimenti Lea, la Fondazione Gimbe ha elaborato una classifica di regioni e province autonome sommando i punteggi ottenuti nelle tre aree. "Rispetto alla semplice distinzione tra regioni adempienti e inadempienti- commenta Cartabellotta- il punteggio totale evidenzia in maniera più netta il divario Nord-Sud: infatti, tra le prime 10 regioni, 6 sono del nord, 3 del centro e solo 1 del sud. Nelle ultime 7 posizioni, fatta eccezione per la Valle d'Aosta, si trovano esclusivamente regioni del Mezzogiorno".

Nel 2023, 8 regioni hanno registrato un peggioramento rispetto all'anno precedente, seppure con gap di entità molto variabile: a perdere almeno 10 punti sono Lazio (-10), Sicilia (-11), Lombardia (-14) e Basilicata (-19). "La riduzione delle performance anche in regioni storicamente solide- le parole di Cartabellotta- dimostra che la tenuta del Ssn non è più garantita nemmeno nei territori con maggiore disponibilità di risorse o reputazione sanitaria. È un campanello d'allarme che non può essere ignorato".

Sul fronte opposto, due regioni del Mezzogiorno mostrano un netto miglioramento: Calabria (+41) e Sardegna (+26). "Il monitoraggio Lea 2023- ricorda il presidente della Fondazione Gimbe- certifica ancora una volta che la tutela della salute dipende in larga misura dalla regione di residenza e che la frattura tra il nord e il sud del Paese non accenna a ridursi. Anzi, è più ampia di quanto i numeri lascino intendere: infatti, il set di indicatori Nsg Core, pur rappresentando la 'pagella' ufficiale con cui lo Stato misura l'erogazione dei Lea, non riflette in maniera accurata la qualità dell'assistenza. Si tratta più di uno strumento di political agreement tra governo e regioni, basato su pochi indicatori e soglie di 'promozione' troppo basse, che tendono ad appiattire le differenze tra regioni".

"Per questo- conclude Cartabellotta la Fondazione Gimbe chiede un ampliamento del numero di indicatori e una rotazione periodica di quelli utilizzati nella 'pagella' ministeriale. E invoca una radicale revisione di Piani di rientro e commissariamenti: strumenti che hanno indubbiamente contribuito a riequilibrare i bilanci regionali, ma che hanno inciso poco sulla qualità dell'assistenza e sulla riduzione dei divari tra nord e sud del Paese".

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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