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Salute mentale, sempre più casi di disturbi. La primaria Palmieri: "Tablet e cellulari fin da bambini, si perde la riflessione"

10 Ottobre 2023

FERMO – Il 10 novembre, per qualche ora, in  tutto il mondo si riflette su un tema: la salute mentale. “In Italia circa 3 milioni 500 mila persone sono in cura per disturbi mentali: nelle Marche la prevalenza della malattia è del 5,5%, numeri peggiorati dopo la pandemia” spiega l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini che per questo ha aumentato i fondi per gli Ambi ti e i centri di salute mentale portandoli a 4,8 milioni in due anni, riducendo il carico dei comuni.

E Fermo? il Dipartimento di Salute Mentale dell'Ast è affidato alla dottoressa Mara Palmieri. Che parte da una riflessione: “Conoscere e intervenire tempestivamente aiuta a superare lo stigma anche perché la maggior parte di persone che hanno problemi di salute mentale può superarli se si ricevono cure nella fase iniziale della malattia”.

Farmaci, ma non solo per chi ha problemi, “la riabilitazione è anche di tipo psico-sociale”. C’è una fascia su cui è fondamentale agire presto ed è quella degli adolescenti. “Partiamo dalla depressione che bisogna intercettare, partendo da alcuni sintomi. In primis la fatica ad affrontare la giornata, poi un'astenia generalizzata o la difficoltà di concentrazione. Capirlo è fondamentale soprattutto per la fascia 16-25”.

L’ALLERTA

Quello che la Palmieri ha notato in provincia è un aumento dell'angoscia adolescenziale. “Sul totale dei nostri ricoveri, nel 2021 il 15,4% apparteneva a questa fascia d'età. Nel 2022 il 20% e quest'anno, fino ad oggi, ci attestiamo a un 22%. Sono percentuali molto alte e parliamo anche di casi molto complessi”. L’aspetto più pesante è che molti arrivano già in condizioni gravi, quindi nessuno è sato in grado di cogliere i sintomi di allerta.

“Famiglie e scuole devono prestare attenzione aa segnali come l’isolamento sociale, l’abbandono di attività sportive, la poca frequentazione dei coetanei, la vita sempre più sui social, la scuola che va meno bene” ribadisce la dottoressa. C’è chi potrebbe pensare a normali crisi adolescenziali, ma spesso c’è di più ed è il momento di intervenire per evitare la cronicizzazione della malattia con conseguenti disabilità.

LA PREOCCUPAZIONE

“Siamo difronte a una miscela di sintomi gravi e uso trasversale di sostanze tra i ragazzi. Puntiamo sulla socializzazione, a livello adolescenziale è importantissima: permette il confronto con l'altro e la condivisione dei pensieri, come pure di preoccupazioni e ansie” prosegue la responsabile Dsm.

“Ogni giorno leggiamo di risse e episodi violenti tra giovani, registrati anche nel nostro territorio. Alla base c'è una sostanziale fragilità della persona. Certo, contenere i social non è facile ma la famiglia può dire la sua. Sappiamo che i genitori, ormai, stanno poco in casa soprattutto a causa dei ritmi lavorativi”.

LE AZIONI

La Palmieri ricalca le parole di Filippo Sabattini, e ribadisce “che coni giovani bisogna essere presenti”. Capire il loro linguaggio, seguire le abitudini. “I genitori di oggi sono giovani, dovrebbero essere facilitati,  hanno una propensione anche eccessiva all'utilizzo dei social, dei telefoni cellulari, dei computer. I bimbi cominciano prestissimo ad utilizzare i dispositivi, anche per guardare i cartoni. Quindi crescono maturando una notevole abilità digitale ma, al contempo, perdono la capacità di essere riflessivi e diventano più impulsivi”.

Questo è un aspetto chiave: “Il computer, il telefono cellulare non fanno riflettere, sono "visivi" ed espongono a bombardamenti digitali. Questo mondo presuppone immagini, video e letture immediate, a differenza, ad esempio di un libro che stimola ad uno sviluppo di tutta una parte neurologica cerebrale che è fondamentale, soprattutto nei più piccoli, e che certo non arriva dai social network”.

Il digitale da amico diventa quindi un problema. “Iniziamo ad affrontare, anche qui da noi, il fenomeno degli “Hikikomori”, ovvero coloro che vivono isolati in una camera e comunicano solo tramite computer. Abbiamo avuto diversi casi, anche nel nostro Dipartimento, di adolescenti chiusi nelle loro camere da letto, ci mangiano anche. Siamo dinanzi a un'estremizzazione di quell'uso improprio dei computer e dei social”.

IL RUOLO DELLO SPECIALISTA

Servono ai giovani, lo devono capire le famiglie. “Quel ‘passerà, tanto è così perché è un adolescente’ può essere fuorviante e portare a dei danni gravi. Dipende cosa scatena l'ansia perché dietro a un sintomo c'è un pensiero. Ecco perché con un'adeguata conoscenza del fenomeno, ed è quello che vogliamo favorire nella popolazione, si può dare seguito a un sospetto ed approfondire lo stato dei propri figli. In caso di minori, ci si può rivolgere alla Neuropsichiatria infantile (fino a 16 anni) o (per figli sopra i 16 anni) al Dipartimento di Salute Mentale. Noi, al Centro di Salute Mentale (al Seminario) ci siamo tutti i giorni”.

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