
FERMO – Il caso salario minimo non si è chiuso. Lo riapre Rifondazione comunista a Fermo. partendo dalle parole dell’assessora Annalisa Cerretani in Consiglio. “Ha dimostrato quanto la politica sia incapace di comprendere il ruolo che deve svolgere nella vita delle persone” sentenziano Cosimo Del Faro, responsabile cittadino PRC, e Alessandro Fortuna, segretario provinciale PRC.
Il tema è quello dei 9 euro lordi orari come base per ogni lavoro che riguardi attività legate al Comune. “Purtroppo il sindaco più amato d’Italia, di fronte all'occasione di poter agire concretamente nel dare dignità al lavoro di chi per vivere tiene in piedi i servizi pubblici e la costruzione delle infrastrutture che li rendono possibili, dimostra per l'ennesima volta dalla parte di quali fermani stia veramente. Ed è la parte di quelli che si accaparrano appalti giocando al ribasso sui costi di stipendi e sicurezza e di quelli che se ne approfittano del bisogno di lavorare” ribadiscono.
“E’ davvero preoccupante che certe parole escano dalla bocca di una rappresentante istituzionale perché, nella sostanza, l’assessora ha voluto dirci che il padrone può fare come gli pare e chi governa non può nemmeno stabilire le regole, applicando alla lettera il meloniano ‘Non disturbare chi vuole fare’. Purtroppo l’assessora sancisce per legge il primato dell’interesse privatistico su quello collettivo. Ma se la politica, e quindi lo Stato, non possono intervenire per migliorare la vita concreta delle persone”.
Da qui la domanda finale per la Cerretani dei vertici di Rifondazione: “Tutti quei sindaci e assessori di quei comuni in cui il salario minimo è stato adottato starebbero violando la legge?”.
