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Rubbianello, un ponte lungo sette anni. Pompozzi: "Siamo tutti responsabili, a febbraio sarà percorribile"

2 Dicembre 2020

RUBBIANELLO – “Siamo tutti responsabili, quando si amministra le responsabilità gravano su tutti”. Piove, non potrebbe essere diversamente. Il 2 dicembre non sarà mai un giorno con il sole. Almeno non fino a quanto il ponte di Rubbianello resterà una incompiuta, nonostante i 3milioni di euro subito stanziati.

Un’infrastruttura lunga 151 metri che da sette anni, dal 2 dicembre 2013, attende il suo compimento. Di sette archi, la furia dell’Aso se ne portò via sei in quel drammatico giorno che ha spezzato due comunità, per fortuna senza uccidere nessuno, ma causando poi più di una chiusura dal punto di vista economico.

Dopo infiniti rinvii, dubbi architettonici e progettuali, i lavori sembrano davvero a buon punto. La conferma oltre che dalle foto postate dai vari amministratori della zona, dal duro e critico sindaco Porrà di Montefiore, al più fiducioso vicepresidente della provincia di Fermo, Stefano Pompozzi: “La fine dell’inverno porterà anche la fine di questi benedetti, maledetti, lavori”.

Inutile negare l’inefficienza del sistema in questi anni: “Racchiude parte del mondo della burocrazia e dei mali che attanagliano la pubblica amministrazione, ma – riprende Pompozzi – uno degli elementi per non essere sempre più vittime di mala gestione è quello di non fare di tutta un’erba un fascio. Quindi bisogna dire chi sbaglia, il cittadino ha diritto di sapere chi, in buona fede, ha avuto un ruolo negativo”.

Chi è che ha sbagliato? “In tanti”. Il vicepresidente lo spiega senza esitare: “Nei primi mesi dopo il crollo c’è stato l’improduttivo confronto tra la Provincia di Ascoli e la Sovrintendenza, ancora prima di avere il progetto (Pompozzi non era ancora consigliere in Provincia, ndr). La provincia di Ascoli, dopo qualche mese, si è poi seduta a parlare con Fermo che si prende l’impegno di redigere un progetto preliminare che arriva dopo tre mesi esatti. Mi ricordo ancora quando lo presentammo a fine 2014 alla bocciofila Valverde”.

Dopo di che, il progetto è andato a base di gara per l’appalto, affidato alla provincia di Ascoli Piceno. “Una gara che ha avuto molti intoppi, tra ricorsi e contro ricorsi. Complice poi il crollo di ulteriori campate, cambi di servizi tra Province e Regione, il tempo si è sempre più allungato”.

Un ponte tra due province, ognuna con un suo ruolo, ufficiale o politico. “A metà 2018, quando sembrava che oramai fossero non più recuperabili i rapporti tra la ditta aggiudicataria e la provincia di Ascoli, abbiamo avuto, come ente di Fermo, un ruolo di mediazione che ha permesso di non rompere il rapporto e far partire così i lavori che oggi sono vicini alla fine”.

Quando immagina il ponte percorribile? “Presto, oramai conta solo cercare di salvare il salvabile del tessuto economico e sociale strappato sette anni fa. Perché inutile negare che l’assenza della struttura ha cambiato abitudini e quindi tipologia di commercio e clientele. Sono sicuro che per febbraio, a meno che non arrivi anche la neve, il ponte sarà aperto”.

Quel giorno Pompozzi ci sarà, nonostante l’invito social del sindaco di Montefiore ai politici di non presentarsi: “Seppure in silenzio, quando il ponte aprirà, io ci sarò. Ci ho messo la faccia con i ragazzi e i genitori dopo i crolli nelle scuole, ce la metterò sul ponte, perché è giusto così. Se i cittadini verranno a insultarci, significherà che non avremo saputo raccontare la situazione reale. Ma almeno il ponte sarà percorribile”.

Raffaele Vitali

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