di Raffaele Vitali
FERMO – “Mi sento un po’ il commissario jukebox, quello che dove lo tocchi suona, perché deve avere risposte per tutto”. Sorride Guido Castelli, che tra una citazione aulica e l’altro, passa dal vangelo a Menenio Agrippa, risponde agli spunti che gli hanno messo sul tavolo l’ordine degli ingegneri e degli architetti, oltre ai costruttori dell’Ance e i periti industriali.
“Parto dal prezzario. Lo stimo valutando al meglio, dialogando con l’Ance Marche e il presidente Violoni. Prezzario nuovo, porta a un aumento degli accolli. Non possiamo rischiarlo, noi vogliamo dare un contributo giusto e congruo per ridurre l’accollo”.
Come agire?
“Con Marco Trovarelli, responsabile USR, ragioniamo e abbiamo visto che, mentre la ricostruzione privata non prevede i ribassi, il pubblico ha in media un ribasso tra il 15 e il 20%. Il delta serve anche per aggiungere, sistemare, ovviamente. Ma siccome siamo tutti parte della stessa famiglia, come diceva Menenio Agrippa, serve buon senso, gli ordini stessi devono favorire le migliori prassi. Non tutti sono uguali, c’è il furbo anche tra i tecnici. Come c’è in politica”.
Castelli, un problema è il continuo cambio delle norme, non crede?
“Se dovete avere un certezza, la norma è sempre in melius. Noi lavoriamo per correggere e migliorare. C’è sempre un tema nuovo nella ricostruzione, è un rodeo. Quindi, o manteniamo la fissità che è gestibile, o veniamo incontro alle sollecitazioni. La nostra è una gestione dinamica, che non può durare all’infinito e lo sappiamo, ma che va incontro alle esigenze”.
È ottimista.
“Diciamo che viviamo in un’ansia migliorativa”.
Ci sono certezze sulla propria del 110 sisma?
“Ho chiesto agli ordini entro il 15 settembre di formulare, per ragioni statistiche, documenti da allegare alla istanza avanzata al ministro Giorgetti. Serve una relazione tecnica perché la proroga porta a un aumento dell’indebitamento netto dello Stato. Quindi devo spiegarla al meglio la richiesta. Dobbiamo pensare anche al piano B, se non ci sarà la proroga”.
I lavori potrebbero andare più veloci?
“Le imprese si trovano in mezzo a un Sudoku, soprattutto quando si parla di rapporto con le banche e l’agenzia delle entrate. noi ci stiamo impegnando per lavorare sulle proroghe, mancano almeno 12mila pratiche. Ne sono state depositate 34mila per 11 miliardi richiesti. Rispetto all’attesa di 50mila , ma c’è la desistenza, che è di circa il 10%. Dopo 9 anni ne mancano ancora tante e questo è un problema quando mi siedo alla Corte dei Conti. Eppure, l’attuale sistema di gestione delle pratiche nelle Marche è ottimale. Sono molto contento del lavoro e l’Usr delle Marche. I nostri hanno tempi di pagamento rispettosi della legge, in media 57 giorni”.
I cantieri restano però lenti.
“Lo dico chiaramente, sono troppi i cantieri che sforano i tempi. C’è un tema delicatissimo, con l’Ance dobbiamo parlarne, che è il Sal zero. Ogni impresa, prima ancora di mettere il nastro rosso e bianco prende il 30%. Un tema che stiamo rilevando, imprese che usano poi il Sal Zero per altro. Questo non va bene. Nel 20224 abbiamo erogato un miliardo di euro, sono già 900 milioni a settembre. Dobbiamo gestire le criticità senza fermare il flusso finanziario. L’Istat vede crescere il pil delle Marche dello 0,2 grazie alla ricostruzione, che è un booster straordinario, e distribuisce risorse senza precedenti. Ma voglio distribuirle bene”.
È fiducioso?
“La mia è una raccomandazione: insieme troviamole soluzioni per ridurre le nevrosi, anche giustificate, di chi ha in mano la speranza dei terremotati. Ma i numeri sono buoni. 1miliardo di richieste di ricostruzione privata, il Fermano è un cratere meno danneggiato, anche se poi ci sono Montefortino e Amandola, per esempio, con situazioni più complesse”.
Commissario, ma lei scadrà a fine anno e poi la sua figura sarà davvero eliminata?
“Non mi risulta. E poi non ci sarebbero neanche i tempi tecnici. Quindi penso che proseguiremo così”.
Scusi senatore, torniamo sui tempi. Due anni per una casa monopiano tra ai moniti, è accettabile?
“I tempi vanno dai due ai quattro anni. Si registrano ritardi dovuti a tanti motivi. Ci sono tanti impegni, scarsa capacitò di programmazione e problemi inevitabili”.
Non crede che le imprese prendano troppi cantieri?
“Il buon imprenditore non fa il passo lungo come la gamba. Ce ne sono che corrono con centinaia di cantieri e altri che faticano bisogna assumersi la propria responsabilità”.
Commissario, ultima domanda: il monastero di San Leonardo quando verrà finanziato?
“Il tema era uno: mancava il progetto. Ora è stato presentato e l’ufficio ricostruzione lo sta valutando. Non appena sarà approvato, lo finanzieremo e partiranno i lavori. L’ho detto e lo farò. È sol questione di tempo, la volontà è chiara perché è un luogo speciale”.