di Rafaele Vitali
AMANDOLA – In tanti davanti a uno schermo. Daniele Salvi, team sisma della Cna regionale, apre i lavori di una mattinata operativa che mette a confronto i sindaci, l’Istao e i tecnici per parlare del fondo complementare sisma, quindi nuove risorse oltre a quelle già arrivate. Cna Fermo schiera i suoi vertici, Gianluca Loffredo, sub commissario, e Romano Benini, consulente del commissario Legnini, sono le due figure coinvolte per chiarire dubbi e potenzialità. ed un messaggio esce alla fine chiaro: i soldi ci sono, e tanti, ma non vanno usati per progetti senza futuro o peggio che creeranno problemi nel futuro.
Il presidente Emiliano Tomassini crede molto nel Pnrr: “I finanziamenti devono però avere una ricaduta di lungo periodo, coinvolgendo davvero le Pmi. Ragioniamo quindi sul partenariato pubblico e privato, che sarebbe un cambio di paradigma. Partire dalla gestione per arrivare al progetto e noi come Cna ci proponiamo come un ponte tra le due parti”. Il direttore Alessandro Migliore vuole capire la potenzialità “di progetti territoriali che poi sappiano essere autosufficienti”.
Il tutto partendo dalle difficoltà di organico dei piccoli comuni: “Per questo, come richiesto dal commissario Legnini, serve un piano di assunzioni. Il Pnrr prevede assunzioni a tempo determinato per i progetti relativi al finanziamento con oneri a carico del progetto. Quindi le possibilità ci sono. Anche se – prosegue Migliore - sappiamo che il nodo non è solo il personale tecnico, perché la carenza di manodopera e l’aumento delle materie prime rischia di impattare in modo molto forte”.
I comuni sono alle prese con i progetti di rigenerazione urbana, sono 17 quelli coinvolti nel Fermano. “Unire rigenerazione urbana con la ricostruzione sismica è importante, ma poi bisogna porsi il tema della sostenibilità nel tempo. Di come il mondo imprenditoriale, a parte intercettare i lavori, possa diventare un soggetto di sopravvivenza per gli investimenti. Nel Fermano ci sono 90 milioni di investimenti per la misura A che riguardano la rifunzionalizzazione di edifici pubblici (recuperati progetti Cis bocciati), la rigenerazione urbana di spazi aperti, percorsi e impianti sportivi, strade statali come la Pedemontana”.
Nel dettaglio entra l’ingegner Gianluca Loffredo, che avverte: “La prima cosa è concentrarsi sulle scadenze temporali, che sono invalicabili. Per la macro misura c’è il 30 giugno come data per l’approvazione dei progetti”. O meglio, l’importante è avere entro il 30 giugno progetti di fattibilità, entro 30 settembre il bando, entro dicembre l’operatore firmato.
Per il gruppo di Legnini un peso specifico nelle progettualità ce l’ha il tema della digitalizzazione: “Stiamo creando una rete che copra le aree bianche di ogni territorio del cratere 2009-2016 (10.400 km2) che parte dalle infrastrutture. Per poi – precisa Loffredo - creare una sorveglianza dei rischi legati a quelle zone con dei sensori da posizionare per monitorare acqua, sisma, traffico. Conoscere la base aiuta a sviluppare antropizzazione e imprenditorialità. C’è poi collegata la digitalizzazione delle attività”.
Oltre al digitale ci sono gli 840 interventi, in quattro regioni, condivisi con i Comuni tra edifici, rigenerazione, sentieri impianti sportivi e strade comunali. La speranza di Loffredo è che emergano anche progetti che mirino a costruire comunità energetiche, quindi che puntino su fonti rinnovabili”. Piace la pedemontana all’ingegner Loffredo, che per studiarla ha esaminato numerose carte conservate anche negli archivi del comune di Amandola, e la definisce una trasversale di collina “molto utile e di prospettiva che ha basi già strutturate con progetti pronti”.
È un sommarsi di contenuti, che il pragmatico Pietro Marcolini, presidente dell’Istao, prova a definire: “Non condivido che i tempi progettuali siano accorciati, rischiamo di non andare verso il domani in maniera vincente. Soprattutto nei piccoli comuni, con strutture tecniche estenuate, che sono preda di progetti casuali. La mia è una critica che nasce alle difficoltà reale di comuni e piccole imprese”.
Vorrebbe progetti intercomunali il numero uno dell’Istao: “Senza una proiezione che va oltre il proprio paese si costruiscono murature senza persone. Lo sa bene ad esempio il sindaco Marinangeli che guarda in prospettiva. Non sprechiamo risorse in maniera frammentaria. Non tutti i progetti, di ogni comune possono essere approvati. Un esempio? Gli asili nido. Cosa impedisce di evitare la casualità micro comunale, partiamo dal basso e definiamo sede, maestre e mense in maniera integrata, poi un comune può fare il capofila”.
Il timore di Marcolini è che si perda l’occasione di veri progetti dal basso che vadano invece a replicare il modello delle aree di crisi complessa “che nel Fermano-Maceratese hanno favorito aziende che magari non avrebbero avuto bisogno di un vero aiuto”.
In chiusura torna uno dei temi chiave: tante risorse, poco personale per gli uffici e anche per le associazioni. “Serve una rete di competenze tecniche. Dobbiamo poter aggiungere personale, anche a tempo determinato per non fermare progettualità fondamentali. A noi serve personale formato, giusto usare fondi anche per questo” aggiunge il sindaco Marinangeli, a nome dei tanti colleghi collegati.
“La Cna vuole essere un ponte tra le istituzioni, noi ne abbiamo bisogno per non trovarci nel guado. Che si nasconde anche dietro i progetti finanziati. Non dobbiamo ragionare solo sull’oggi, giusto rovesciare il ragionamento: dobbiamo capire chi gestirà e che futuro avrà. Stiamo firmando cambiali in bianco, opere pubbliche che per la loro spesa di manutenzione segneranno i bilanci comunali. Ma stiamo anche recuperando progetti fondamentali come il cammino francescano che unirà 15 comuni e favorirà il turismo. Ecco, i ponti si possono davvero creare, cominciamo” conclude Marinangeli.