PESARO - Sereno. Questo è Matteo Ricci al termine del lungo interrogatorio nella sede della Guardia di Finanza di Pesaro davanti ai pm Maria Letizia Fucci. "Sono molto soddisfatto: ho risposto a ogni domanda e ho raccontato tutto ciò che so rispetto ai fatti contestati e rispetto alla mia attività da sindaco. Ho ribadito la mia assoluta estraneità ai fatti e, anzi, ho portato un contributo ulteriore per l'accertamento della verità".
L’inchiesta, denominata Affidopoli, è quella sugli affidi facili alle associazioni Opera Maestra e Stella Polare per la realizzazione di eventi e manutenzioni pubbliche, per la quale la procura pesarese ha emesso 24 avvisi di garanzia ipotizzando, a vario titolo, sette reati.
"Ringrazio i magistrati per il loro lavoro - ha aggiunto -. Sono molto sereno e determinato e adesso torno a quello che ho sempre fatto: fare campagna elettorale tra la gente e per la gente". Per l’attuale candidato del centrosinistra alla guida della Regione Marche, si ipotizza il reato di concorso in corruzione.
Ricci, entrato in caserma poco dopo le 10.30, è stato l'unico finora a rispondere alle domande degli inquirenti, di fronte ai quali sia Stefano Esposto, presidente delle due associazioni no-profit destinatarie degli incarichi 'sotto soglia', sia Massimiliano Santini, componente dello staff dell'allora sindaco , si erano avvalsi della facoltà di non rispondere.
La scelta di Ricci di parlare non era scontata, ma l’europarlamentare lo aveva garantito, per lui un modo anche di dire: non ho nulla da nascondere. Un messaggio ai marchigiani e soprattutto ai 5 Stelle.