PORTO SAN GIORGIO – Da compagni di viaggio ad avversari elettorali, Stefano Cencetti non poteva lasciar cadere le riflessioni di Lorenzo Morresi nel nulla. Leader di Progetto Marche il primo, volto di Base Popolare il secondo. A stimolare il confronto alla lontana è la questione rette case di riposo.
Che sicuramente sarà anche un tema dell’inaugurazione della sede elettorale di Cencetti, prevista per sabato alle 18 in via Gentili insieme con il candidato governatore Matteo Ricci. Come lo saranno i temi eccomici, che Cencetti ricorda in ogni intervento in questa calda estate elettorale a cominciare dalle 500 imprese che hanno chiuso: “Dei 30,6 milioni annunciati per le rette delle strutture residenziali, solo 9,7 milioni arriveranno alle famiglie sotto forma di voucher biennali, mentre la quota sanitaria giornaliera aumenta. Le famiglie hanno bisogno di risorse reali, trasparenza e equità, non di slogan”.
Tornando a Morresi, lo definisce “amico speciale”, ma non per questo deve condividerne le idee: “Le rette nelle case di riposo sono aumentate di circa 3-5 € al giorno, ovvero 100-150 € al mese per famiglia. È evidente che, nonostante alcune coperture, una parte del peso è ricaduta sulle famiglie. Incrementi pluriennali significativi. Negli ultimi tre anni la spesa mensile per le rette è salita di circa 300 euro. La Regione ha stanziato 4 milioni di euro per il triennio 2025–2027 per sostenere il sistema residenziale e ha predisposto un piano “Multileva” e un voucher minimo da 250 € per nucleo familiare . Pur importanti, questi interventi sono comunque discutibili rispetto all’impatto reale delle rette crescenti”.
Insomma, l’impegno Cencetti lo riconosce, come il problema alla base che resta: “Occorre una strategia strutturale. Il mio impegno sarà per potenziare i fondi destinati al welfare per gli anziani, affinché le famiglie non paghino più l’aumento delle rette. Introdurre meccanismi definiti con chiarezza, basati su ISEE sociosanitario, per ridurre equamente il costo in base alle reali capacità economiche. Rafforzare l’offerta pubblica e riconvertire strutture esistenti, mettendo al centro la dignità e la qualità della vita degli anziani, non il mercato”.