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"Reti d'impresa, se non ora quando?". La strada senza alternativa dei calzaturieri

24 Gennaio 2020

Pronto un progetto di Confindustria. Se ne parla lunedì in un seminario che apre le porte alle risorse della 181 e non solo.

FERMO – L’occasione è ghiotta, perché i fondi che arriveranno per l’area di crisi complessa non ripasseranno tanto presto. E l’occasione è ghiotta perché per la prima volta anche le piccole imprese, unendosi, portano intercettare risorse altrimenti destinate ai grandi.

Questo pensa anche Giuseppe Tosi, direttore di Confindustria Centro Adriatico che sul tema delle ‘reti’ sta lavorando da tempo, in realtà ben prima che si aprisse la chance area di crisi. “Se non ora, quando? Dobbiamo partire da qui se vogliamo dare un contenuto all’area di crisi complessa (legge 181) ottenuta per il nostro distretto calzaturiero e tutto il sistema economico. Aver ottenuto l’abbassamento della somma di investimento presentabile a Invitalia a un milione di euro, non risolve il problema strutturale delle nostre micro imprese. Ecco che la rete d’impresa diventa una delle soluzioni più fattibili”.

Il problema è che il tempo è poco perché chiusa la fase delle call dovrebbero arrivare a breve i famigerati bandi che sbloccano i progetti. Giusto quindi parlarne e capire. Un’occasione di approfondimento arriva lunedì pomeriggio, ore 16 a Villa Lattanzi, quando il direttore dell’agenzia RetImpresa spiegherà come muoversi e quali mosse non sbagliare affiancato da altri due esperti del mondo confindustriale.

“Da oltre 10 anni il "contratto di rete" sia un innovativo modello di collaborazione che consente alle aziende di realizzare progetti ed obiettivi condivisi, mantenendo indipendenza, autonomia e specialità” spiega il numero uno di RetImpresa.

“Le aggregazioni rappresentano, oggi più che mai, una leva di sviluppo del sistema imprenditoriale. Attraverso le reti, le imprese possono accrescere le potenzialità competitive e innovative ed incrementare la propria capacità di affermarsi sui mercati nazionali e internazionali” ribadisce Tosi che sta lavorando al progetto, finanziato dalla Camera di Commercio delle Marche, su ‘Strategie e soluzioni per superare le condizioni di mercato poco favorevoli’. Un progetto ambizioso che potrebbe davvero svoltare il distretto, ma servirà il contributo di tutti: “Abbiamo individuato quattro segmenti di aziende: i grandi brand; le aziende che lavorano con il marchio proprio, i licenziatari; i grandi terzisti. Partendo dai primi due gruppi abbiamo individuato una decina di aziende di riferimento. A seguire abbiamo inviato un questionario per capire i bisogni, cosa potrebbe farle crescere. Si è parlato di servizi, produzione, manodopera, professionalità. Perché vorremmo essere in grado di mettere in contatto le imprese in modo che possano trovare sul territorio le risposte che cercano. Serve un modello di scarpa? Perché andarlo a realizzare in Campania se siamo in grado di utilizzare imprese locali, magari piccole ma molto performanti? Partendo dai grandi arriviamo ai piccoli, che vanno abituati a lavorare per imprese confinanti e non solo per i grandi brand del lusso. Il progetto – conclude Tosi ringraziando la Camera di Commercio per il sostegno – riguarda ogni settore, dall’accessorista ai servizi, penso alle infrastrutture tecnologiche”.

L’occasione del seminario diventa così la base di lavoro per il progetto che Confindustria Centro Adriatico ha pianificato insieme con la Camera di Commercio. “Pensiamo sempre che reti d’Impresa e spese per la formazione sono state inserite all’interno della 181. Il Ministero ha accettato la richiesta a cui tenevamo particolarmente e che il lavoro portato avanti dal Tavolo per lo Sviluppo ha reso possibile. Quindi dobbiamo essere protagonisti” conclude il direttore di Confindustria Centro Adriatico.

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