
FERMO – In Regione il bilancio ha inevitabilmente scatenato reazioni politiche differenti. A maggioranza è stato approvato il triennale 2026-2028. La spesa prevista è di 27,4 milioni nel 2026, 23,5 milioni nel 2027 e 23,8 milioni nel 2028.
“Un bilancio in linea con il passato. C'è soddisfazione perché razionalizza e dà una stabilità reale all'assemblea - è il commento del presidente del Consiglio regionale, Gianluca Pasqui - Si tratta di un bilancio che non fa voli pindarici, ma che allo stesso tempo garantisce, posandosi su colonne stabili, la possibilità di guardare al futuro con delle certezze”.
Il vicepresidente Giacomo Rossi ricorda che l'88% delle spese sono obbligatorie”. Il bilancio copre quattro missioni: servizi istituzionali generali e di gestione, tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali, fondi e accantonamenti, partite di giro.
Nel merito entra Andre Putzu, capogruppo di Fratelli d’Italia. “Coniuga rigore finanziario, senza inasprimento della pressione fiscale, sostenibilità e visione per lo sviluppo del nostro territorio. Questo bilancio è il racconto di una Regione che sa guardare avanti con responsabilità, senza mai smettere di investire sulle proprie comunità”.

Putzu snocciola poi dati: Nel 2026 le entrate complessive ammontano a 5,32 miliardi di euro, con una spesa programmata di 5,09 miliardi, nel pieno rispetto delle regole di finanza pubblica. E anche negli anni successivi, con 4,77 miliardi nel 2027 e 4,53 miliardi nel 2028, il bilancio rimane solido e affidabile”.
A livello di numeri, il capogruppo ricorda l’utilizzo dei fondi europei, “sono in attuazione i programmi Fesr e Fse+ per 882 milioni. E poi fondi di coesione e rurali, fio ad arrivare al Pnrr che nelle Marche ha fatto gravitare 4,3 miliardi di euro”. C’è poi il futuro. “Il nostro bilancio punta con forza sugli investimenti: 448,8 milioni nel solo 2026, destinati a infrastrutture, transizione ecologica, innovazione, sanità e cultura. Il tutto assicurando il funzionamento dei servizi essenziali – dal welfare alla sanità, dall’istruzione alla sicurezza – e dedicando fondi per i nostri giovani aiutandoli a scegliere le Marche per la loro vita professionale. Voglio infine ricordare che anche in questo triennio manterremo invariate le agevolazioni fiscali”.
Tutto bello, non certo per la minoranza. Per i Dem parlano i consiglieri Mastrovincenzo e Cesetti. “un documento che mostra scarsa attenzione ai temi dell’occupazione, dei giovani, del contrasto al precariato, della sicurezza sul lavoro e della formazione professionale”.

E siccome i numeri contano, i consiglieri ne spiegano diversi: “I numeri della nostra economia parlano chiaro: diminuisce il ricorso alle assunzioni a tempo indeterminato e crescono sempre più le forme atipiche che rappresentano il 45% delle assunzioni. Siamo primi in Italia per rapporti di lavoro intermittente e non è certo un bel primato. Secondo l’Istat, nel terzo trimestre 2025 gli occupati scendono a 652.000, con una diminuzione di 8.000 unità (-1,2%) e risultano in forte aumento gli inattivi: + 11.000 persone (+4,5%)”.
Ma non solo: “I dati Excelsior di Unioncamere evidenziano come nei prossimi tre mesi ci sarà un calo di oltre 3.000 assunzioni nella nostra regione. Tra l’altro in un anno hanno chiuso i battenti 471 aziende”. Un documento che, ricorda Cesetti, non dà risposte innovative, invece attese. “Nulla per arginare la fuga di cervelli che dopo essersi formati nelle nostre scuole e nelle nostre Università sono costretti a lasciare la Marche per poter realizzare le loro aspirazioni professionali”.
Un requisito, peer farli restare, “è l’aumento dei salari in modo da stimolare le imprese verso attività, tecnologie e modelli organizzativi che aumentano la produttività. Invece nella nostra Regione ci si continua ad avvitare in una spirale negativa in cui la competitività si fonda troppo spesso sulla compressione del costo del lavoro. Peccato che di tutto ciò non ci sia traccia nel Defr”.
