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Regionali. Meloni blinda Acquaroli. Ceriscioli: "Io e Bonaccini, tanto in comune"

28 Gennaio 2020

E Maggi, 5 Stelle: "

FERMO – A questo punto, chiusa la pratica Emilia Romagna, si deve davvero parlare di elezioni nelle Marche. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, manda un messaggio chiaro, con i microfoni ancora caldi per il successo di Bonaccini: “Nelle Marche abbiamo Francesco Acquaroli, nessuno pensi di rimettere in discussione il candidato”. Che è suo e che nasce dall’accordo nazionale, come la Puglia dove Fdi ha espresso Raffaele Fitto. Insomma, avanti così, non c’è Lega che tenga visto che Forza Italia aveva già una settimana fa confermato la sua lealtà all’onorevole maceratese.

Nel Pd, invece, chi gioca all’attacco è Luca Ceriscioli. “Il tempo delle contrapposizioni, delle reciproche accuse e recriminazioni va superato: è tempo di mettersi in marcia, di camminare tutti insieme ed io sono in campo per dare continuità al governo della Regione, alle tante cose fatte e per costruire le Marche del futuro” sottolinea commentando la vittoria del collega Bonaccini: “L'unità del Pd e la mobilitazione dalle Sardine, la capacità di raccontare il buon governo regionale, hanno permesso di vincere una battaglia assolutamente non scontata- continua Ceriscioli-. Dalle elezioni europee, che hanno visto la stessa partecipazione, la Lega ha perso sette punti. È la prima, vera, sconfitta politica di Salvini che anche in Calabria cala di quasi dieci punti rispetto alle europee, ed è il terzo partito dopo Pd e Fratelli d'Italia".

Pieroni e Ceriscioli

Non si sente lontano da Bonaccini, anzi: “Abbiamo condiviso molte delle scelte che posizionano le nostre Regioni, sulle grandi questioni: dal lavoro, alla occupazione, alla qualità della vita, ai servizi, tra le prime in Italia. È un amministratore serio e capace, che proprio qualche giorno fa, veniva descritto come 'poco empatico', più propenso a 'far parlare la realtà dei fatti che la propaganda'. Una linea che mi rispecchia e che condivido e nella quale ho creduto fin dall'inizio. La politica può riacquistare credibilità se alla ricerca dello slogan, contrappone risultati concreti". Un tema resta quello dei 5 Stelle, il loro ruolo: “La netta sconfitta del M5s, conferma la necessità che il nostro partito si metta in ascolto e possa recuperare quel consenso che in questi anni si è disperso" ribadisce Ceriscioli. ma dice ancora di più il consigliere regionale dei 5 Stelle Maggi: “Nelle Marche ci troviamo in una situazione simile all'Emilia-Romagna per cui se il M5s non fa una scelta di campo e non si propone come forza di governo, diventa irrilevante nello scontro tra le due coalizioni”. In questi mesi il consigliere grillino ha lavorato per raggiungere un'intesa con il centrosinistra in vista delle prossime elezioni regionali fino a quando, qualche giorno fa, è giunto l’altolà dei vertici nazionali del partito. "Si poteva intuire che in Emilia-Romagna i cittadini, avvertito il pericolo di consegnare la Regione alla destra, sarebbero andati a votare in tanti, così come tanti di quelli che avevano votato 5 Stelle avrebbero votato per Bonacini, proprio per evitare che Salvini vincesse. Se nella nostra regione, per imporre scelte di mantenimento di una egemonia di potere interno che nulla ha a che fare con la crescita del M5s, si continua a dichiarare che la lista 5 Stelle dovrà presentarsi alle prossime regionali per fare opposizione a chi andrà a governare le Marche, gli elettori avranno difficoltà a trovare ragioni per votarla". 

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