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Regionali. Il ciclone Terrenzi su Acquaroli, "uno che non porta a termine nulla", e Pd, "loro sono così, da sempre, noi innoviamo"

14 Agosto 2020

SANT’ELPIDIO A MARE – “Un’altra avventura”. Per Alessio Terrenzi la nuova sfida si chiama consiglio regionale. “Nel 2012 nessuno avrebbe creduto che Partecipazione Democratica avrebbe vinto le elezioni. E invece…eccoci con la conferma del 2017. E ora, con la stessa squadra, andiamo verso Ancona”.

Non è solo, ha vicino a sé una squadra corposa e come sede ha scelto il grattacielo di Sant’Elpidio a Mare, perché lui punta in alto. L’alternativa era il colle dei Cappuccini, dove con uno sguardo si vedono mare, duomo di Fermo e monti Sibillini. “Non pensavo all’inizio di candidarmi, poi è cresciuto il progetto, ben consolidato nel campo del centrosinistra, che è la mia casa da sempre. E sia chiaro, non mi candido per spirito di servizio, ma per vincere” ribadisce ricordando la frase con cui si è presentato Fabrizio Cesetti, il candidato Dem atteso come leader assoluto

Al suo fianco Franco Belletti, il coordinatore della lista Partecipazione Democratica-Civici Marche, solo a lui il centrodestra ha provato un abboccamento, ma le idee di Terrenzi sono chiare, anche da civico: “Con Belletti siamo riusciti a fare della nostra lista un movimento regionale”. Un’area riformista con Italia Viva, a Sant’Elpidio è arrivata Sara Franca, Socialisti e Demos, con il dottor Tano Massucci: “Siamo una squadra fortissima, formata da persone connesse al territorio. Abbiamo un obiettivo chiaro: raggiungere la doppia cifra”.

Il sindaco sa bene che non basta il suo risultato, serve la prestazione di squadra: “Non conta che Alessio vada in regione, ma che l’area riformista elegga più consiglieri possibile”. Con Belletti c’è Sibilla Perticarini, c’è Giulia Ciarapica con Alessio Pignotti, i due assessori in quota P(artecipazione) D(emocratica).

“La città sta con noi, non può farsi sfuggire questa occasione. Possiamo portare Sant’Elpidio dentro il consiglio regionale e con la nostra città tutto il territorio”. Si muoverà con gli altri tre candidati e con l’appoggio del suo ex vicesindaco con cui ha creato Partecipazione democratica, Matteo Verdecchia, e l’ex coordinatore Roberto Viozzi. “L’amicizia, come il pensiero, non passa mai di moda. Si consolida”.

In campo per Mangialardi, “un collega sindaco che ha ben fatto anche alla guida dell’Anci ed è l’unico che conosce i problemi di tutti i territori”. Come messaggio ha scelto lo slogan ‘esperienza e concretezza’. A cui aggiunge entusiasmo e dinamicità. “Sapete come lavoro, sono un vulcanico e dico quello che penso. Lo avete visto nel periodo Covid, dove ho detto ‘non va bene’ anche alla mia parte politica. Bisogna battere i pugni. Sant’Elpidio è come una piccola regione, qui cci sono tante frazioni che si sentono indipendenti e un capoluogo, per cui sono abituato all’unire e a dare una visione”.

Una frase resta impressa: “Non si possono candidare tutti”. In questo Terrenzi è chiaro, serve esperienza, che significa far candidare chi ha provato cosa significa amministrare: “In regione non si scherza”.

Un passaggio su Luca Ceriscioli: “Ci ha dato tanto, penso alla casa di riposo, alle cure intermedie per il nostro ospedale e la Potes h12”. Un dilemma però resta ai cittadini: votare il sindaco e perderlo oppure tenerselo stretto. “Sono certo che capiranno che se vengo eletto hanno solo da guadagnare. I fondi vanno intercettati, bisogna saperli chiedere e di certo io in Regione per questo mi impegnerò. Chiedo una visione al cittadino, non deve pensare che mi perderà”.

Non si ritiene un problema per il Pd: “Qui bisogna prendere i voti e tanti, altrimenti Mangialardi non vincerà. La competizione è uno stimolo e credo che il Pd debba dirmi grazie per aver accettato la sfida: non ho i fondi e la struttura dei partiti, ho donne e uomini che mi aiutano, ho il mio impegno”.

Il programma lo snocciolerà pian piano, ma parte alla sanità: “Se andrò in Consiglio chiederò la Potes h24 e lavorerò per la riorganizzazione del piano sanitario”. Poi i must terremoto, infrastrutture e lavoro. “Ma c’è anche il turismo e noi abbiamo già un progetto in mente”.

L’appello agli elettori è semplice: “Vogliamo un candidato eletto in ogni collegio. Vi dimostrerò il 22 settembre che in ogni comune sono collegato”. Non ha dubbi Terrenzi, ha i numeri e il consenso: “Sono 16 anni che faccio politica, questo mi ha permesso di conoscere i problemi di tutta la provincia e della regione”. E prima di parlare di Francesco Acquaroli, la stoccata finale al Pd: “Noi siamo giovani, abbiamo una visione diversa dinamica. Loro sono così, da sempre. Noi rinnoviamo”.

Ma l’avversario resta il centrodestra e con lui Francesco Acquaroli: “Brava persona, giovane e quindi stimolante. Ma non trovo nulla di concreto. Si candida entra, è forte nel suo partito, e poi lascia i posti dove entra. Mi pare uno che non porta a termine nessun ruolo per cui è stato eletto. Per cui non riesco a ricordarlo per qualcosa, mentre Mangialardi è da anni il volto della concretezza con il suo impegno da presidente dei sindaci”.

Raffaele Vitali

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