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Referendum Giustizia, gli avvocati di Fermo dicono SI. "Si rafforza il diritto di difesa e più professionalità"

27 Dicembre 2025

FERMO – “Occasione storica. È dalle fine degli anni 80 che aspettiamo questa riforma. La separazione delel carriere non è una battaglia politica, ma di diritto e giustizia che ci vede coinvolti come avvocati, perché crediamo che sia la strada per un processo giusto” introduce Simone Mancini, presidente dell’Unione camere penali di Fermo, presentando il comitato per il SI al referendum sulla Giustizia.

Che è, al momento, in mano agli avvocati. C’è il Coa, il consiglio dell’ordine, c’è il Cnf, il consiglio nazionale forense, c’è Francesco De Minicis, che per la Camera penale è il riferimento sul tema del referendum. Nel merito entrano Francesca Palma, Stefano Girotti Pucci e lo stesso De Minicis.  

“chi è qui crede davvero nella realizzazione del giusto processo. Il presidente del consiglio nazionale forense, aderendo al sì ha detto che ‘la separazione è una garanzia per i cittadini italiani. I veri protagonisti non sono magistrati e avvocati, ma le persone verso cui viene pronunciata una sentenza’. E poi parla di pieno di riconoscimento di diritto di difesa”.

L’x presidentessa dell’Ordine fermano ricorda Gianfilippo Benedetti, a cui è intitolata la Camera penale, “che già parlava di separazione delle carriere” prosegue Palma. Che è addirittura stupita del referendum, “perché siamo di fronte a un momento epocale come fu il divorzio. Noi avvocati siamo uniti nel sì, principio di libertà e tutela”.

Avvocati di Fermo a cui dà voce Stefano Girotti Pucci: “Per il Coa il SI segue l’articolo 111 della costituzione per il giusto processo. Siamo favorevoli alle riforme che, a prescindere dal settore politico di provenienza, contribuiscono a rafforzare il pieno riconoscimento del diritto di difesa”.

Francesco De Minicis è ancora più diretto: “Ci sono anche dei colleghi che la pensano in modo diverso, ma parliamo di una ridottissima minoranza. E sappiamo che sono anche tanti i magistrati per il sì. Ricordo bene quando il Pm stava vicino ai tre giudici del tribunale. Chi giudica è il giudice, il PM ha un altro ruolo, accusa, e il difensore difende. Un triangolo con in mezzo il giudice che oggi ripristiniamo”.

Le camere penali rivendicano una prima azione per riformare il sistema giudiziario nel 2017. “Con questa legge non è assolutamente vero che il PM passa sotto il controllo dell’esecutivo” ribadisce De Minicis. Che promuove anche il sistema del sorteggio dei membri del Csm. “I magistrati sono diecimila e si presume che salvo qualche mela marcia, che non manca a nessuno, sono tutti bravi e corretti. E quindi se sono in grado di dare un ergastolo possono anche far part del consiglio superiore della magistrata”.

Questa, ribadiscono compatti, è una riforma giusta. “I PM avranno qualche difficoltò in più a trasferirsi. Ma non si può fare tutto questo cancan peer piccole cose”. Alcuni degli argomenti del NO li azzerano rapidamente: “Con la riforma Cartabia hanno accettato una cessione di potere, ma volontaria. Il punto non è quante volte si cambia ruolo (si parla dell0,3%), è che non devono fare parte della stessa squadra”.

All’appunto ‘non è una riforma che risolve i problemi’ invece ribattono che “Non sarà la riforma che risolve i problemi. Ma oltre la lungaggine, serve anche il processo giusto. Qui parliamo di cultura giuridica. Non ci può essere serenità e terzietà del giudice, che è invece l’obiettivo della riforma. Non risolve? Ma dà una mano a fare i processi più giusti. Tra l’altro il comitato per il NO non dà alternative, mentre noi siamo convinti che poi verranno trovate anche le risorse per processi meno lunghi”

Riprende la Palma: “Abbiamo una carenza professionale a livello di inquirenti. Questa è una scelta culturale, perché le caratteristiche tra inquirente e giudicante devono essere diverse. Il Pm deve saper parlare ed esporre, è differente da un giudicante che ha una cultura enorme e libresca. Questa è una riforma di efficienza e professionalità, di cultura e tutela dei diritti”.

È chiaro che per tutti “che poi deve arrivare la riforma generale della giustizia e la sua velocizzazione. Stiamo creando la struttura per farlo”. La chiosa è di De Minicis: “Oggi il 94% delle richieste di intercettazioni telefoniche vengono accolte. C’è una sudditanza da parte dei giovani Gip verso i Pm. Sono certo che così diventeranno più attenti e tutto il paese risparmierà, avremo qualche innocente in meno in galera e meno lavoro perso in indagini prive di costrutto”.

Per far capire le ragioni del SI, il comitato organizzerà una serie di postazioni nei comuni del territorio.

r.vit.

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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