PORTO SANT’ELPIDIO – Una cosa è certa, entro cinque mesi il destino della Fim avrà una destinazione certa. “L’incarico all’Università di Bologna, via Mepa, è stato definito. Siamo agli scambi di documenti” sottolinea il sindaco di Porto Sant’Elpidio Massimiliano Ciarpella.
“Una volta avviato l’incarico, gli esperti dell’università avranno 150 giorni per redigere una relazione e rispondere al quesito: è possibile recuperare in modo certo, definitivo e durevole, con una tecnica sostenibile, la cattedrale sapendo che la finalità è turistico ricettiva? E farlo dopo l’esito degli ultimi prelievi fatti in contraddittorio tra le parti”.
Sottolinea con la voce il termine ‘in contraddittorio’: “E’ stata la prima volta con tutte le parti in azione, un esame che ha evidenziato l’inquinamento diffuso”.
Questo passaggio serve al sindaco anche per respingere una delle richieste più ricorrenti, quello della ripetizione dei prelievi: “Dopo 35 anni sono stati effettuati prelievi in contraddittorio, non avrebbe senso ripeterli. Piombo, arsenico, zinco e altro sono presenti. Tra l’altro – aggiunge - è stata fatta anche la prova di sabbiatura, metodo indicato all’inizio, che non è più attuabile perché provoca lo sfaldamento del mattone. Tutto questo, lo ripeto, fatto in contraddittorio tra Arpam, proprietà, Comune e sovrintendenza”.
A UniBo è stata consegnata tutta la documentazione pubblica in possesso del comune, della proprietà e degli altri enti, inclusa la Sovrintendenza. “Ogni documento è a loro disposizione, l’università di Bologna mette in campo un gruppo multidisciplinare, aderendo anche a una richiesta da parte del comitato e della Sovrintendenza, che al suo interno ha anche esperti di restauro e recupero, oltre che chimici. Un team di cinque professori universitari”. Non resta che attendere.