di Francesca Pasquali
FERMO - Aumentano le denunce di violenza domestica. In tredici mesi, da quando è entrata in vigore la legge sul “Codice rosso” fino alla fine dell’anno scorso, nel Fermano, ne sono state presentate 99.
La pandemia e gli spostamenti limitati hanno reso impossibile la vita di tante donne che, però, hanno dovuto aspettare la fine delle restrizioni prima di denunciare le violenze subite. «In raffronto al 2019 – spiega la questora Rosa Romano –, lo scorso anno si è notato un aumento della violenza di genere. Con il “Codice rosso”, la legge garantisce una maggiore tutela dal punto di vista investigativo e giudiziario».
Per aiutarle in un momento tanto delicato, la questura di Fermo ha istituito un settore dedicato all’ascolto delle donne che decidono di denunciare questo tipo di violenza «in maniera del tutto riservata e con personale altamente specializzato».
Una sensibilità che la nostra provincia dimostra anche con la Rete territoriale antiviolenza coordinata dalla prefettura. «Il 2020 – spiega la prefetta Vincenza Filippi – è stato un anno difficilissimo che, in alcuni casi, ha messo in evidenza carenze e mancanze, ma anche la solidarietà che ognuno, nel privato e nel sociale, cerca di portare avanti».
Parla anche della difficoltà, per le donne, di conciliare famiglia e lavoro, la prefetta. «I servizi – dice – non sempre sono all’altezza e molte donne sono costrette a rinunciare al lavoro. Non c’è bisogno di quote rosa, ma di combattere con le stesse opportunità, con il merito, per riuscire a fare passi in avanti».
Promette un sostegno alle donne «che rappresentano un pilastro della società», la Regione. «Vanno messe in atto sempre più azioni concrete per poter sostenerne il lavoro», spiega l’assessora alle Pari opportunità, Giorgia Latini, che annuncia la volontà di estendere le misure a sostegno delle donne affette da carcinoma mammario «a tutte quelle vittime di infortuni sul lavoro».
redazione@laprovinciadifermo.com
