MODENA/SANT’ELPIDIO A MARE – Prima di Modena, solo negli ospedali di Arabia Saudita e Corea del Sud era stata utilizzata una tecnica all’avanguardia per trapiantare il fegato. Una donazione da vivente, due amici di Sant’Elpidio a Mare che hanno trovato nell’equipe del primario Fabrizio Di Benedetto i migliori artefici.
Con loro, vero protagonista, il robot daVinci. È proprio il tecnologico braccio meccanico ad aver reso possibile il tutto, grazie “a una tecnica robotica mini-invasiva (8 millimetri le incisioni sul donatore) che ha permesso – ha spiegato al Resto del Carlino di Modena il primario di Chirurgia Oncologica – di rispettare completamente la parete addominale, riducendo dolore, cicatrici e tempi di recupero”.
Proprio questi ultimi aspetti, stando al responsabile trapianti, agevolano anche la scelte della donazione da vivente, perché oggi è molto meno invasiva e sempre più sicura.
Il 51enne elpidiense era affetto da epatocarcinoma, l’amico, di un anno più grande, non ha esitato e dopo aver superato tutti i controlli ha detto sì alla donazione. Che è andata a buon fine e ha legato i due amici davvero per la vita.
È stato il primo caso di trapianto robotico tra persone non consanguinee. Il donatore è stato dimesso dopo quattro giorni, il ricevente dopo dieci. Il presidente della regione Michele De Pascale ha commentato entusiasta: “Fieri di un sistema sanitario innovativo e pronto a rispondere alle esigenze della popolazione. La nostra sanità universalistica sa restare al passo coni tempi. Noi investiamo in personale e tecnologia e oggi abbiamo un centro trapianti di livelle nazionale e non solo”.
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