
di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO – Formazione interna all’azienda, un fattore che sta prendendo sempre più peso nelle scelte dei giovani. Ancora di più questo vale peer il settore della moda, che deve sapersi raccontare meglio, andando oltre l’immagine di ‘fatica’ che ancora pervade l’immaginario di chi deve scegliere la strada per il proprio futuro.
E così, arriva l’esempio di Prada, che ha il suo quartier generale a Scandicci, ma una sede produttiva fondamentale a Montegranaro. Il mondo Bertelli ha aperto le sue port per ribadire la centralità della formazione, ma soprattutto a delineare una fase di espansione che comprende nuove aperture, ampliamenti nei siti esistenti e investimenti mirati alla continuità della filiera.
Dal 2019 alla fine del 2024 il Gruppo ha destinato più di 200 milioni di euro alle proprie strutture industriali; nel 2024 sono stati investiti circa 40 milioni in integrazione verticale, mentre nel 2025 sono in corso interventi per circa 60 milioni, distribuiti tra nuovi poli produttivi e potenziamenti di stabilimenti in Italia e all'estero. Prada opera oggi con 25 siti industriali, 23 dei quali in Italia, e oltre 15 mila dipendenti, di cui una quota rilevante impiegata nella manifattura di pelletteria, calzature e abbigliamento.
È in questo scenario che si collocano i nuovi progetti del Gruppo, descritti come l'evoluzione naturale di un percorso già avviato. "Penso che, dal punto di vista degli investimenti, non ci siamo mai fermati e continuiamo", ha spiegato l'amministratore delegato Andrea Guerra. "Nella pipeline più prossima c’è Milano, dove trasferiamo, allarghiamo e rendiamo ancora più profonda tutta la lavorazione del pregiato. Quindi un laboratorio che diventa ancora più articolato".
Un intervento che, nelle intenzioni del management, mira a consolidare competenze tecniche e a rendere più fluida la gestione di un comparto produttivo delicato. Oltre a Milano, sono in previsione due nuovi stabilimenti produttivi. Il primo a Piancastagnaio (Siena) per la pelletteria, il secondo a Gubbio per la maglieria.
Accanto alle nuove aperture, il piano prevede una serie di ampliamenti. Uno riguarda Northampton, nel Regno Unito, dove c’è uno storico stabilimento delle calzature. L’altro, sempre legato alle scarpe, interessa invece Montegranaro. Da anni qui ha sede Artisans Shoes (nella foto lo stabilimento), di cui Prada è socio maggioritario. “Stiamo intervenendo sui processi e sulle attrezzature” spiega il gruppo, che ha visto cresce l’azienda veregrense, di cui è socio anche Graziano Mazza, titolare di Premiata, del 32,7%, con un 2024 chiuso a 90.489 milioni di euro contro i 68 dell’ano precedente.
Questo è il mondo che poi Prada affianca con la sua Academy pensata peer attirare i giovani. “Certo – spiegano - ci vorrà un po' di tempo prima di poter acquisire tutte le competenze, il corso dura circa 6 mesi, poi molti, circa il 70% restano nel gruppo e vengono assunti”.
Tra il 2021 e il 2024 la Prada Group Academy ha formato 571 allievi provenienti da 18 nazionalità, con una partecipazione femminile del 69,7%. Nel 2025 i percorsi attivi sono sette, con 152 partecipanti e nuove sedi formative a Torgiano per la maglieria e a Montegranaro per la calzatura uomo. “Ovunque c’è una specializzazione, abbiamo fatto nascere una Academy" ha detto l'Ad. In una fase storica in cui la manifattura di alta gamma soffre per la mancanza di competenze e per la pressione sulle supply chain, Prada sceglie di rispondere con investimenti massicci, verticalizzazione e formazione interna.

Il tutto senza mai dimenticare la crescita. Che per Prada, nei prossimi tre anni, significa far volare Versace. “Non pensiamo ad acquisizioni. Siamo impegnati su Versace per almeno tre anni" ribadisce l'amministratore delegato di Prada group Andrea Guerra.
Per il futuro "non si può mai dire, ma oggi non c'è nulla di cui discutere quanto a nuovi ingressi", rimarca Lorenzo Bertelli. “Versace – conclude Guerra - è un marchio unico, straordinario, incredibilmente complementare, nel senso che è eccezionalmente diverso dai marchi del nostro portafoglio. Colpisce un'estetica diversa, un consumatore diverso. Però, dall'altra parte, ha una serie di elementi incredibilmente simili, perché anche il marchio Versace nasce da un pensiero culturale, nasce da un pensiero classico mediterraneo, nasce nell'innovazione. Versace è il marchio che ha inventato la moda così come la conosciamo oggi. Ha inventato il glamour, ha inventato le supermodelle, ha avvicinato alla moda una cultura più popolare. E una cosa che ogni tanto ci dimentichiamo. Ha portato la musica nella moda, che è un elemento fondamentale".
Per il gruppo, la griffe arriva i una fase di crescita, che è ormai continua a da anni. “Speriamo di continuare a crescere con una velocità superiore alla media del settore". L'obiettivo degli 8 miliardi resta sullo sfondo, senza una data precisa. " Era un'ambizione e quella ambizione rimane. Noi vogliamo continuare a crescere a una velocità superiore a quella del settore, senza scorciatoie”.
