di Raffaele Vitali
PORTO SANT’ELPIDIO – Il trionfo. Ci voleva il sorriso delicato di Massimiliano Ciarpella, dietro quegli occhiali un po’ da Harry Potter a convincere gli elpidiensi che era ora di cambiare. Dopo 70 anni, il Comune ha scelto un sindaco di centrodestra supportato dalla destra.
È il trionfo del candidato, ma è senza ombra di dubbio il successo di tre giovani diventati uomini: Andrea Putzu, Giorgio Marcotulli e Andrea Balestrieri. Il primo è un amico personale di Giorgia Meloni, gli altri sono tutti figli di quel Movimento Sociale che ha saputo cambiare volto, passando da Alleanza Nazionale e dal Popolo delle Libertà prima di trovare la propria casa indipendente in Fratelli d’Italia.
Un gruppo radicato che percentuale dopo percentuale ha preso il controllo della città. E lo ha fatto con intelligenza, capendo che serviva qualcosa in più: servivano i civici d’area e un candidato meno marchiato. Forse avrebbe vinto anche Marcotulli, cinque anni fa sconfitto al ballottaggio dopo una grande rimonta, ma con Ciarpella, fortemente voluto da Andrea Putzu anche a costo di rompere il fronte partitico nazionale, si andava sul sicuro.
Non è stato un percorso facile quello dell’avvocato, perché in città era dei tre candidati il meno conosciuto. E avere di fronte Paolo petrini non piaceva a nessuno. L’ex onorevole, non ché sindaco, era un portatore sano di competenze. Insomma, un avversario vero. L’ingegnere Battilà è uscito di scena dopo il primo turno e ha scelto il silenzio durante il ballottaggio, lasciando ai suoi la possibilità di scegliere. Pur preferendo chiaramente l’ala di Ciarpella. Ora si governa.
La città ha tanto di indirizzato, la famosa città che verrà, ma le idee a Ciarpella e a i suoi non mancano come l’asse con regione e Stato che la campagna elettorale ha ampiamente dimostrato Putzu è il gancio con Roma, Ciarpella sa di poterlo e dover usare.
Balestrieri sarà il suo vice, salvo colpi di scena, Marcotulli forse resterà fuori dalla giunta, richiamerà Traini e valuterà la Sebastiani. Ma prima degli ‘extra’ ha un mondo di centrodestra da valorizzare. Perché ora tocca a loro dimostrare.
