PORTO SAN GIORGIO – Strade, case e sguardi riuniti sotto il titolo ‘Di pietra, di mare’. Un’idea nata da una chiacchierata con Luciano Scafà, una delle memorie storiche di Porto San Giorgio. E come spesso capita quando di mezzo c’è l’uomo che ha rappresentato per decenni il turismo della città, l’idea diventa realtà.
Ancora di più se si incontrano sul cammino persone che hanno lo stesso interesse, la stessa passione per la storia e per Porto San Giorgio. In questo caso, dietro le duecento foto storiche ammirabili sulle pareti del ristorante Al Capitano lungo castel San Giorgio, la squadra è ampia: Raffaele Niccià, fondatore della Pea Cosmetics nato nel fosso della carogna, Vincenzo Nasini, storico fotografo, Attilio Panichi, commerciante e amministratore, e Nerio Cameli, cuoco e anima del Capitano. Scatti che raccontano l’architettura, la pesca, gli anni dei grandi volti noti, da Celentano a Endrigo.
“Volevo fare qualcosa per far rivivere il ricordo della città, della sua tradizione, di quello che era e potrebbe essere. La prima telefonata è stata a Luciano Scafà. I primi spunti e poi l’incontro con Vincenzo e Attilio, che ha anche fornito i video storici che si possono ammirare in loop nello schermo al centro del locale” racconta Raffaele Niccià.
L’entusiasta imprenditore è il curatore, l’uomo che ha saputo dare un senso temporale e logico all’immenso potenziale dell’archivio di Nasini, Scafà e Panichi, con Cameli ad aggiungere storie basandosi sulle tre C che ne guidano le giornate: cuore, cucina e cultura.
Vincenzo Nasini è il fotografo che ha raccontato l’evoluzione della città e il cambiamento del sociale. “Una mostra che mi auguro diventi un luogo per i giovani. La mostra sarà aperta dalle 18 alle 20 per tutti, poi sarà a disposizione dei clienti”.
Il bello di questa iniziativa, oltre a veicolare il ricordo, è che non si ferma al Capitano, coinvolge l’intera via, non a caso alla presentazione c’era Nicola Cococcioni de Lo Cura. “Castel San Giorgio è un unicum, è la pietra preziosa incastonata nel tessuto sangiorgese. Spero che diventi sempre più con via Gentili il cuore del food della città. Credeteci come Comune, bisogna aggregare, insieme si raggiungono obiettivi” riprende Niccià.
Che è anche al fianco di Cameli nella crescita del locale, che ha un futuro in cucina in Riccardo, cuoco 26enne, e nello sviluppo con un nuovo locale, a pochi metri, in cui verrà aperta a settembre un’hamburgheria di pesce, “sarà lo spin off del Capitano. Nulla che faccia concorrenza agli altri, un completamento di offerta di questa grande via”.
Tornando alla mostra, percorrere lentamente il corridoio di ingresso del locale è affascinante, sembra davvero di camminare nella storia. Che aiuta anche a capire quanti danni può fare l’uomo con le sue mani. “Guardare le immagini e il video è emozionante. Qui attraversi l’arco e torni indietro nel tempo. Castel San Giorgio è un luogo magico. Ammirare il nostro lungomare e pensarlo oggi, ci rendiamo conto che l’uomo può fare errori. Abbiamo ereditato una perla, piena di parchi, con un grand hotel e oggi non c’è più nulla. Ma questo ci deve insegnare e dare spunti anche per non commettere nuovi errori” aggiunge il sindaco Valerio Vesprini.
Che poi guarda Scafà. “Quando mi ha chiamato l’assessore Marcattili, mi sono subito reso disponibile. Una bella mostra, raccolta insieme ha un grande impatto visivo”. E così Panichi: “Quando si parla di Porto San Giorgio mi emoziono. È così da sempre. Ho il pallino della ricerca, voglio conoscere. Cerco da sempre, penso alle carte di don Luigi donate alla Società Operaia. Ore di scansione del materiale, tra proiettore e macchina digitale per salvare i filmini storici. E non mi fermo. Questo è un patrimonio”.
Il sogno collettivo sarebbe il recupero di Riva Fiorita per farne un luogo anche da esposizione. Ma è un percorso complesso, visto lo stato attuale e soprattutto le tante barriere architettoniche interne ed esterne difficilmente eliminabili.
Le prime foto in mostra di Nasini songo state scattate nel 1969, ma ce ne sono anche di fine 800 scattate dal conte Vinci di Fermo. Le ultime sono degli anni ’90. “Ho iniziato a raccontare figure che stavano scomparendo. Ho ancora tanto materiale, dal sarto al fabbro. Magari il prossimo anno racconteremo lo sport”.
La mostra resterà visitabile fino al 7 settembre, poi si vedrà: “Stiamo già pensando a una soluzione, a una sala dedicata anche se Porto San Giorgio non ha grandi spazi al chiuso” promette l’assessora alla Cultura Carlotta Lanciotti che condivide il progetto con il collega Marcattili, vero promotore dentro il Comune di questo primo passo nella storia.