FERMO – C’è un tema che entra dentro la campagna elettorale ed è quello della casa. Le associazioni che rappresentano gli inquilini (Sunia, Sicet e Uniat Marche) chiedono ai candidati presidente se hanno una idea di percorso che possa migliorare l’attuale stato.
“Nei programmi e negli incontri finora svolti dai candidati delle diverse coalizioni, il tema delle politiche abitative appare marginale o del tutto assente, nonostante la crescente gravità della situazione per la scarsità di alloggi da destinare a nuclei familiari e studenti, non solo dele fasce più fragili, ma anche di quel ceto medio che oggi fatica a pagare un affitto, un mutuo” sottolineano.
La prima cosa che chiedono, anche come cambio di marcia, è un finanziamento adeguato per “l’ampliamento e il recupero del patrimonio di edilizia residenziale pubblica e la carenza di misure di sostegno per le famiglie colpite da difficoltà economiche, aggravate da precarietà lavorativa, aumento dei canoni e riduzione del potere d’acquisto”.
La mossa principale dell’amministrazione Acquaroli, stando agli inquilini, è stato il piano di vendita degli alloggi Erap, 9mila su 14mila, “che ha avuto però scarsi risultati e ha anche impoverito il patrimonio regionale a disposizione per le assegnazioni alle famiglie bisognose presenti nelle graduatorie comunali sempre più numerose a fronte di una disponibilità di alloggi sempre più esigua”.
Denunciano anche l’assenza di un piano casa, che è fermo al 2016. “Ciò significa che da oltre dieci anni i cittadini marchigiani non dispongono di uno strumento di indirizzo fondamentale per garantire il diritto all’abitare, pianificare le risorse e coordinare le politiche territoriali”.
Da qui l’appello finale a entrambe le coalizioni: “Chiediamo un impegno chiaro e vincolante per rilanciare e finanziarle con fondi adeguati il piano triennale Casa regionale, come strumento di programmazione di politica abitativa; chiediamo risorse certe e continuative per l’edilizia residenziale pubblica; chiediamo di promuovere politiche innovative e integrate per il diritto all’abitare, capaci di rispondere non solo all’emergenza, ma anche alle esigenze di lungo periodo delle comunità locali”.
Il messaggio finale è semplice e chiaro: “Il diritto alla casa è un diritto fondamentale e universale, non può essere lasciato in secondo piano o affidato a misure occasionali”. Per questo chiediamo che la prossima legislatura regionale ponga le politiche abitative al centro dell’agenda, come elemento imprescindibile di coesione sociale, sviluppo equo e dignità per le persone.