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Piazza del Popolo diventa la piazza dei diritti: "Approvare il Ddl Zan: punisce i crimini, educa i cittadini"

30 Maggio 2021

di Raffaele Vitali

FERMO - “Ostruzionismo di destra. Il ddl Zan deve essere approvato. Una legge che non dice nient’altro che le persone non vanno discriminate. Nessun reato di opinione, si blocca la violenza, l’omofobia e non solo” introduce Luca Piermartiri, assessore di Porto Sant’Elpidio, che ha coordinato l’organizzazione della manifestazione in piazza del Popolo a Fermo. Tante persone per dare un nome a fatti gravi che vanno oltre l’insulto e diventano vere aggressioni.

In piazza il mondo progressista, dal Pd ad Articolo 1, da Sinistra italiana a Fermo coraggiose, passando per varie realtà associative, Cgil inclusa, che vuole che il Ddl diventi legge. Tocca ad Andrea Orazi, presidente dei Giovani Democratici regionale, portare la voce delle Marche: “Con la legge Cirinnà abbiamo avviato un percorso, il ddl Zan è un altro step, no un punto di arrivo. Ci sono tante battaglie da vincere, superando gli ostacoli della destra. È importante lottare per i diritti di tutto, se aumentano non perdiamo nulla, ma miglioriamo la vita”.

Letizia Petracci, esponente dei Gd di Fermo, parla di orgoglio citando John Lennon e Ru Paul: “Quello che dobbiamo avere rivendicando i diritti. Tutti devono potersi esprimere, ma questo in Italia ancora non accade. Noi semplicemente chiediamo di trattare le persone come tali integrando leggi già esistenti”. Serena Santarelli, altra esponente Dem, punta sul lato culturale del disegno di legge: “Dobbiamo eliminare i pregiudizi”.

Sventolano le bandiere tra i sanpietrini.” Sono etero e bianco, se bacio la mia ragazza non ho problemi. Se cerco lavoro vengo giudicato per la competenza. Ma non sarebbe così se baciassi il mio ragazzo o mi mettessi lo smalto, perché rischierei di essere picchiato come successo nelle Marche. Il ddl Zan – ribadisce Mattia Santarelli - parla anche di abilismo, quella discriminazione che viene attuata anche nei confronti dei disabili. una discriminazione che non è sempre verbale, ma fatta di emarginazione. Questo bisogna capire, c’è tanto di più dentro questa legge”.

Luisella Pieroni rappresenta Dipende da Noi: “Appoggiamo e supportiamo la battaglia perché applica l’articolo 3 della Costituzione. C’è una urgenza perché l’odio va governato altrimenti si diffonde e si moltiplica. I casi di violenza non sono più isolati, ma è diffusa. La violenza va bloccata e subito”.

Non manca il momento giuridico con il prof Angelo Schillaci dell’Università La Sapienza: “Scendere in piazza è un atto di coraggio e resistenza. Noi siamo qui per garantire la dignità delle persone. Ed è una legge che stabilisce che dice che l’Italia è dalla parte dell’aggredito e non dell’aggressore. Alla base del Ddl Zan c’è la domanda ‘cosa vogliamo che sia il nostro Paese?’. Qualcosa in cui le differenze fanno paura o sono arricchimento? Questa è una legge per tutti, non solo per chi ha disabilità o per gli Lgbt. Il ddl Zan non è solo reati, ha una seconda parte che parla di prevenzione, di cultura, di educazione, di formazione. Non si insegna l’uso del grembiulino rosa a scuola, questa è una falsità”.

Insomma, manifestare per “fermare l’aggressione massiva dei diritti sociali e civili approfittando delle difficoltà e del bisogno che segna questo tempo. Ora bisogna invece unirsi e lavorare per u cambiamento positivo della nostra società” aggiunge Teo Dal Monte, segretario di Articolo 1.

Quello che la piazza urla compatta lo riassume Renzo Interlenghi, Fermo Futura: “Non esistono diritti sociali divisi dai diritti civili. I diritti non sono la bandiera di pochi, sono la base del vivere comune. Non saremo mai liberi, ci ha insegnato Che Guevara, fino a che ci sarà una persona in catene”.

E quindi, giusto scendere in piazza, giusto resistere di fronte a politiche non inclusive: “Bisogna comprendere che l’orientamento sessuale e l’identità di genere non sono degli errori da correggere o malattie da curare, ma dimensioni della personalità ricche di valore per l’individuo e per la comunità: elementi che lo Stato deve proteggere” concludono i manifestanti.

@raffaelevitali

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