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Pesaro, ora si fa dura. La Carpegna Prosciutto non difende e non segna: Brindisi vince. E Sacchetti boccia Totè

28 Gennaio 2024

PESARO – Il basket è uno sport complesso, perché richiede movimenti, passaggi, schemi. Ma in realtà è semplice e ha due fasi chiare: attacco e difesa. Se in venti minuti subisci 53 punti dimostri che hai già perso uno dei due perni del gioco. E siccome in attacco fatichi, hai perso la partita (78-86 il finale).

Alla banale semplicità del gioco, si uniscono però tutta una serie di variabili che rendono fondamentale il ruolo dell’allenatore. Quello che nona aveva funzionato con Buscaglia, sta diventando quasi più imbarazzante con Sacchetti. Ma anche questo si doveva sapere. Perché il coach che ha guidato la Nazionale ha una sua idea di gioco molto personale che innanzitutto  prevede il fare canestro.

E così, una squadra che aveva inserito Cinciarini, play di costruzione e da assist, decide di cambiare tutto il suo gioco e puntare sul ‘prendi e tira’. Solo che Sacchetti questo lo faceva con Diener e compagni, che Pesaro non ha.

Una scelta che comporta una serie di conseguenze. La prima, evidente, è l’insofferenza del coach nel vedere Totè in campo. Troppo grosso e lento per il suo basket. E quindi, panchina ed errori banali da sotto il ferro. Mockevicius? Neppure un minuto in campo, considerando che era l’unico che nell’era Buscaglia prendeva rimbalzi, scelta coraggiosa.

Si punta sui piccoli, sui quintetti leggeri, su Ford da lungo con il nuovo innesto McDuffie a fargli compagnia dentro l’area. Il nuovo arrivato ha voglia, si vede che gli piace anche andare a rimbalzo, ma è leggero. Senza pivot in mezzo all’area, l’incapacità dei piccoli della Carpegna Prosciutto di difendere su qualunque tipo d’avversario diventa palese a tutti.

Certo, non che Totè abbia nei suoi minuti mostrato poi questa grande voglia nel raddoppiare e così si spiega anche la scelta del coach di ‘punirlo’ con una lunga panchina. Quella in cui ha relegato anche Visconti, che ha perso così pure il suo ruolo di scintilla nei momenti difficili.

Brindisi ci ha provato a resuscitare Pesaro, altrimenti non sarebbe ultima in classifica. Ma anche sul -4, inaspettato a fine terzo quarto, la sensazione di debolezza non è mai venuta meno. Una squadra in tremenda confusione, che non difende, e questo dipende dal coach oltre che dalla grinta personale, e con sempre meno certezze gerarchiche.

McDuffie aiuterà, è indubbiamente un giocatore di qualità che vede il canestro. Ma decidere cosa fare di Totè, Mazzola si mette fuori da solo in questo periodo, è la vera questione. Perché poteva essere venduto al suo top, ma la piazza non avrebbe gradito, e ora è diventato un ingombro per scelta tecnica.

Cinciarini ci prova, ma se poi chi è libero non segna più, vedi le due triple sul ferro di Tambone sul 51-58 dopo una stoppata di McDuffie, tanto per fare un esempio, diventa anche lui un problema. La classifica è sempre più corta, oggi il pubblico ha dimostrato una maturità incredibile, si è ‘gasato’ per le cose più banali, come la difesa a inizio terzo quarto, con l’unico raddoppio visto i 40 minuti portato da Cinciarini e Ford.

Ma di fronte a questo basket privo di logica, in cui anche il poco talento affoga, anche il più appassionato alla fine cederà. E perdere i 5865 di oggi sarebbe la vera sconfitta di una società che ha sbagliato le scelte, ha provato a rimediare ma non ha avuto la forza di dare tempo al cambio di rotta, finendo per mandare la baca alla deriva con un timoniere che è abituato a tutt’altro genere di mezzo.

Raffaele Vitali

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