
PESARO – Piano partita di coach Pillastrini perfetto. Piano partita di coach Leka questa volta deficitario. Cividale espugna Pesaro 68-79 ed evita la fuga dei biancorossi in testa alla classifica.
Non è tanto per le percentuali imbarazzanti da tre punti della VL, ma per l’incapacità di cambiare tattica durante i minuti, facendo giocare i suoi in maniera diversa. Chiaramente in campo non ci va Leka, ma le indicazioni sono le sue, come i cambi.
Pillastrini ha preparato il match fin dai primi minuti con raddoppi continui su Miniotas, per togliergli lucidità nei passaggi, Leka ci impiega 34’ per decidere di provare il lituano insieme con Quirino de Laurentiis per alleggerire la pressione fisica. E quando lo fa, guarda caso, la VL torna al minimo distacco, due punti dopo la tripla di un Felder (65-67). Anziché cavalcare il momento, Leka cambia tutto, toglie il lungo perché voleva Bucarelli, oggi impalpabile un paio assist esclusi. PiIla ringrazia e fa chiudere il match a Freeman, ovvero l’uomo di Miniotas che non deve ingannare con il tabellino, perché è stata forse una delle sue peggiori prestazioni da inizio stagione, soprattutto in difesa.
Tra l’altro, per stare al piano partita e ai cambi, Leka ha punito Virginio, reo di uno 0/4 da tre punti nel primo quarto, rinunciando però così all’unico giocatore simile fisicamente e tatticamente a Ferrari, che si è portato a spasso Miniotas e anche il combattente Maretto.
LA PARTITA
Mani ibernate nel primo quarto per Pesaro. Se fossero entrate solo metà delle triple tentate, tutte ben costruite, forse la partita contro Cividale sarebbe finita molto prima. E invece, si lotta. Perché Ferrari è un’ala che in Italia non ha eguali, Freeman un pivot di lusso per la A2, che sa correre e usare al meglio il suo piede perno. Sono loro, insieme con Mastellari, ex Poderosa, a tenere avanti la squadra dell’ex coach Pillastrini (19-23).
Pesaro non gioca male, solo che non segna. E questo resta il filo conduttore del secondo quarto, con una piccola differenza, cresce il gioco del team di Pillastrini. Non capita spesso di vedere un canestro dopo un banale dai e vai, a Cividale riesce due volte. Giocate che non fanno piacere a coach Leka. Che può sorridere per un paio di canestri di Miniotas, frutto di assist al bacio di Bucarelli e Maretto (31-33).
Ma quando i tuoi chiudono i primi due quarti con 3/20 da tre punti, qualche domanda bisogna porsela. Pur restando buoni tiri, ma lo sbilanciamento è stato evidente. Anche perché sotto si va solo se c’è Miniotas e Leka non ha provato a giocare con i due pivot, provando così a costringere Pillastrini a sacrificare per qualche minuto la stellina Ferrari.
Quando Bertini sbaglia la sua quarta tripla, idem fa Virginio che da un paio di partite è in calo, il divario non può che ampliarsi fino al 31-41, frutto di un lampo di Amici, il veterano pesarese scelto da Pillastrini per allungare il roster.
La parola che riassume il terzo quarto è fatica. La Carpegna Prosciutto risorge per due volte durante i dieci minuti post riposo il primo lampo lo regala Tambone, l’unico continuo durante il match, che sigla il 36-41. L’impressione, sbagliata, è che la voglia di difendere fosse tornata in casa biancorossa. Ma bastano Mastellari e Ferrari per riaprire la voragine (38-49).
Si arriva così agli ultimi dieci minuti, con la VL che sta tirando 7/28 da tre punti. Possibile fare di peggio? Il risultato finale dice di sì e anche lo scout: 11/40 dalla lunga distanza. La giornata storta ci può stare, non cercare alternative invece è un errore.
E torniamo al piano partita che Tambone e compagni non riescono a cambiare. Peccato. Ma se Mastellari, mano educata ma mai stato leader, diventa il giocatore dominante, significa che la mossa di Pillastrini di affidargli la regia è stata geniale. Anche perché Redivo aveva chiaramente problemi fisici, ma ha comunque fatto due giocate chiave, una tripla a 5’ dalla fine (59-67) e l’assist che ha permesso a Freeman di chiudere la partita dopo l’ennesimo assolo di Tambone, che tra l’altro è stato il vero americano di Pesaro.
Cosa resta? La capacità di lottare della VL nelle giornate storte, di chi sta in campo e di chi sta in panchina. Ma anche la rotazione per la prima volta ridotta degli uomini, che ora dovranno tornare in campo, con tanto acido lattico nelle gambe.
Raffaele Vitali
