FERMO – Se c’è una cosa che Matteo Ricci avrebbe voluto evitare, è la divisione interna al partito sui nomi da candidare al posto di consigliere regionale. E invece, la barca del pesarese si trova in mezzo al mare tra le onde.
A tenere banco è la vicenda dei tre grandi esclusi dalla corsa: Manuela Bora, Fabrizio Cesetti e Antonio Mastrovincenzo, i tre consiglieri regionali dem che, sulla base della decisione delle direzioni provinciali di Ancona e Fermo, non potranno correre per il terzo mandato.
A dire il vero per Cesetti la partita non è ancora chiusa, visto che l’assemblea si riunisce venerdì, dopo che il circolo di Fermo, questa sera, si esprimerà a sua volta sul consigliere uscente, ma anche sulla possibile alternativa, che sarebbe il funzionario della provincia Sandro Vallasciani.
La scelta definitiva, tuttavia, resta nelle mani della direzione regionale, che il 29 giugno metterà fine alla questione con la diffusione della lista definitiva dei candidati. Il primo a non sembrare contento della scelta di escludere i tre esponenti dem, che hanno portato nel 2020 oltre 12mila voti nelle fila del Pd, è Ricci stesso che avrebbe proposto loro di candidarsi con la sua lista. Ottenendo però il secco no di Cesetti e più di un dubbio dagli altri due.
Cesetti intanto incassa sempre più consenso fuori dalle stanze del Partito Democratico. A prendere posizione sono gruppo di sindaci, i pochi rimasti di centrosinistra, guidati da Marino Screpanti di Montelparo, che ci mette la faccia.
In una lettera indirizzata ai vertici del Partito, regionale e provinciale, oltre che allo stesso candidato presidente, Screpanti ribadisce: “Siamo preoccupati per questa volontà di non ricandidatura di Cesetti da parte del partito. Una decisione incomprensibile, specialmente nel momento in cui il centrosinistra ha l’opportunità di tornare al governo della Regione Marche”.
Trovano inaccettabile il discorso del terzo mandato, “considerando che anche la politica nazionale lo sta rivedendo”. Ma soprattutto rivendicano per Cesetti “una richiesta di ricandidatura da gran parte
degli iscritti del PD, da vari amministratori pubblici locali e da importanti voci che rappresentano la società civile e l’economia della nostra provincia. Come testimoniato dalla serata a Montegiorgio organizzata per Ricci”. Screpanti tocca anche il tema del rinnovamento: “Comprensibile, ma si può anche pensare per tre candidati su quattro, non certo escludendo l’unico punto di riferimento imprescindibile per le nostre comunità”.
L’appello finale al PD provinciale è che “non trasformi le guerre interne in un impoverimento per tutta la provincia di Fermo. Siamo certi che – la chiosa rivolta ai tre vertici – rivedrete una decisione assunta forse troppo frettolosamente e oggettivamente sbagliata”.
Si vedrà, intanto Cesetti, Bora e Mastrovincenzo hanno garantito che non verrà meno il loro supporto al Pd e a Ricci. “Se ritengono di volermi candidare bene, altrimenti farò campagna elettorale per Ricci. Questo è il frutto di un regolamento astruso e stupido che va contro la cultura democratica e che mi impedisce di candidarmi. Non andava impedito alla comunità di esprimersi” la chiosa di Cesetti, perfettamente in linea con le parole di Screpanti e altri sindaci.
r.vit.