Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors

Passa la variante, ecco come sarà Campiglione: negozi, case, parchi e anello stradale. "Costruiamo il futuro". Ma non mancano le critiche

3 Marzo 2022

di Raffaele Vitali

FERMO – La variante di Campiglione arriva in Consiglio. Dopo un viaggio insieme con Nomisma e gli esperti Marco Marcatili e Massimiliano Colombi. Il loro masterplan, lo tengono in mano seduti nelle ultime file della Sala dei Ritratti, “è stata la base di questa variante” spiega l’assessora Maria Antonietta Di Felice. Anche se poi, sfogliandolo, sono evidenti dei cambiamenti sostanziali decisi dalla Giunta insieme con il dirigente Paccapelo.

Un progetto chiamato Campiglione – Fermano che si sviluppa attorno al nuovo ospedale. “Può esserci uno sviluppo solo se c’è a monte uno strumento di pianificazione adeguato”. È nata così una variante partecipata’ grazie a Nomisma che ha coinvolto cittadini, imprenditori, stakeholder, Provincia, Asur e comuni confinanti “per valutare l’economia dell’ospedale e il suo sviluppo territoriale”. Un inizio di percorso che per il consigliere del Pd, Sandro Vallasciani, “merita un 10 in pagella. Peccato però il risultato finale”.

COSA C’E’ OGGI

L’assessora Di Felice lo riassume rapidamente: ci sono due quartieri divisi da un fiume, Campiglione e Molini. E tre ex ingombranti: Sacomar lato Molini, ex Sadam ed ex Omsa con le aree industriali San Giovanni e Malintoppi. Due aree progetto mai partite, la 22 che è molto grande con molti proprietari e irrealizzata a parte l’ospedale, e l’area 23 con due proprietari ma mai realizzata. Una viabilità debole.

COSA CI SARA’

Un piano molto articolato, che impegnerà il quartiere per anni. Per le zone produttive come ex Omsa e via Malintoppi abbiamo lavorato sulla riqualificazione. Niente nuove volumetrie, ma una resa elastica della zona con nuove funzioni e servizi”. Del resto, il sistema manifatturiero che caratterizza la zona si è indebolito. “Quindi guardiamo oltre. L’area progetto 22 è stata completamente riscritta. Lunga interlocuzione con le proprietà, suddivisione in sub comparti e oggi è a destinazione terziario, quindi servizi e residenziale. Immaginiamo un quartiere aperto molto verde, non impattante, con strade e marciapiedi. L’apr 23 è stata spacchettata per far partire in modo autonomo i vari comparti. L’area attorno alla chiesa è ordinata, ma con pochi spazi verdi e luoghi di socialità, quindi siamo stati attenti nel creare aree verdi e di intrattenimento di uso comune”.

OBIETTIVO

Consumo di suolo zero. Aumentiamo le aree agricole, rispettando tutta la pianificazione del Ptc provinciale. volumetria complessiva della Apr 22 scende del 40% cambiando la destinazione.

In alto un francobollo, una nuova area destinata a residenziale e terziario.

LA VIABILITA’

Qui si viaggerà su più livelli. La parte dalla rotonda all’ospedale è finanziata dalla Regione. “Noi abbiamo pensato di costruire, per non gravare sul centro di Campiglione Molini un anello che dalla Lungotenna passa per il ponte San Giacomo, dove ci sarà una rotonda di accesso che poi va verso la nuova strada di Molini. La viabilità di progetto va alle spalle del quartiere, fino alla rotonda di NeroGiardini. Tutto questo con la possibilità di realizzare l’infrastruttura a stralci con innesti verso la viabilità esistente”.

Il lato di Campiglione ha una parte finanziata dalla Regione, un’altra dal comune, un’altra legata ai lotti dei privati fino ad arrivare alla zona industriale San Giovanni che verrà connessa a Monte Urano. Eliminata la viabilità lungo il fiume, che vuole essere la congiunzione naturale del territorio e che sarà arricchito da ponti ciclopedonali che permetteranno di arrivare pedalando fino all’ospedale” aggiunge l’assessora.

LA VISIONE DEL SINDACO

“Siamo di fronte al futuro di Fermo. I 120 milioni del nuovo ospedale devono trainare qualcosa, non possono restare dentro il sedime. Senza questa variante cosa trainerebbero? Un’area irrealizzabile, la 22. La 23 bloccata da un fallimento. Poi avremmo avuto solo aree industriali, per ambiti di produzione che sono in difficoltà da anni. Anche se dall’altra parte del fiume arriva Fendi con lo stabilimento più grande d’Italia del brand”. Sul fatto di avere tolto ogni paletto urbanistico, Calcinaro non ha dubbi: “Metteremmo a rischio le potenzialità di una comunità. Con questa variante abbiamo detto ‘qui potrai fare quello che riuscirai a fare tranne…’. In questo modo intercetteremo imprese, sviluppo, economia e lavoro”.

LA CRITICA

Prima delle dure parole di Sandro Vallasciani, c’è il placet di Luciano Romanella che con la Lega vota a favore perché “è una svolta storica per il territorio”, anche se Giacobbi chiede di “tenere aperto il dialogo e migliorare alcuni aspetti”.

Vallasciani parla da tecnico, più che da politico: “Il percorso condiviso con Nomisma doveva portare a un risultato importante che non trova traccia in questa variante”. Il punto chiave per il capogruppo Pd è che “l’area progetto conteneva i servizi socio assistenziali, oggi non ci sono più. Se impostiamo una variante a supporto dell’ospedale ci si aspetta che nelle zone rosse, oggi commerciali, ci sia anche una destinazione che invece è stata cancellata (era presente nel Masterplan di Nomisma, ndr). Ci troviamo residenziale, al 40%, commerciale e servizi. Ma oggi chi vuole investire in servizi riabilitativi e assistenziali non può. Dove è la messa a servizio del sistema dell’opera più importante nella storia del Comune? questo risultato cambia lo scenario della variante che sembrava ottimo”.

L’altra criticità è nella viabilità: “L’attuazione per comparti ha dei rischi. Iniziamo dal comparto vicino all’ospedale, che tra l’altro avrei lasciato più libero in previsione di un possibile sviluppo o per necessità di ulteriori parcheggi. Quello interviene dovrà fare il suo pezzetto di strada. Se non partono gli altri? Con quale infrastruttura viaria arriviamo magari a quel piccolo insediamento residenziale che avete inserito, non so con che logica, in questa variante, finendo per portare una enclave di Fermo dentro il comune di Monte Urano. Se si vogliono strade servono regole chiare e ben scritte, altrimenti essendo a carico del commerciale il rischio è di lasciare i residenti con una viabilità monca”. Il sunto è semplice: “Non avete una vera idea, lasciate mano libera”. Che poi è quanto sostiene anche il compagno di partito Paolo Nicolai: “Non vedo malafede, ma solo tanta confusione. Noi siamo per la variante, ma se votiamo contro non fermiamo la storia, chiediamo di migliorare quanto da voi fatto. Non basta liberalizzare le destinazioni per dire che abbiamo costruito il futuro”.

LA REPLICA Arriva da chi ha lavorato in prima linea giorno dopo giorno, Sara Pistolesi: “Non c’è confusione, ma una scelta chiara. Noi seguiamo il concetto di urbanistici libera (adottato anche dall’Emilia Romagna, ndr), che significa flessibilità. È lontana dal vecchio modo di operare che qui qualcuno vorrebbe. Tra l’altro è una variante che punta anche alla rigenerazione urbana con il recupero dei vecchi edifici. Così come non credo che la viabilità resterà inevasa, anzi. e sull’assenza di aree socio residenziali il motivo è uno: la legge regionale permette di realizzare strutture di questo tipo dove il piano prevede terziario, hotel e varie. Quindi la questione non si pone”. Ed è proprio questo il punto che tiene più lontani maggioranza e parte della minoranza: “La legge lo prevede, ma un conto è già dire che si deve fare qualcosa, un altro è opzionarlo quando si progetta” conclude il geometra Dem Pierluigi Malvatani.

Print Friendly, PDF & Email
Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram