FERMO – Tutto deciso, ma un voto è sempre un voto. E così, fino a che Giulio Pascali non è stato proclamato presidente, nessuno in maggioranza poteva dirsi tranquillo. Alla fine, dopo un’ora di discussione, 22 voti a favore e dieci invece al collega di maggioranza Gionata Borraccini.
È durata così un consiglio comunale l’esperienza di Renzo Interlenghi. Che si apre con le comunicazioni del sindaco: “Sono stato nominato consigliere regionale” ricorda a tutti col sorriso. L’applauso è spontaneo, da entrambe le parti politiche. “A questa assise devo tanto in questo percorso di formazione politica e amministrativa. Grazie”.
In prima votazione per il presidente del consiglio servono due terzi degli eletti, 22 su 33. In caso di mancanza di maggioranza assoluta si prosegue con una seconda votazione. A proporre il nome da parte della maggioranza è direttamente il sindaco: “Una figura di alto profilo cittadino, sebbene non sia facile una persona che riesca a ergersi rispetto a tante alte figure che si trovano in questa assise. Tante quelle che mi hanno accompagnato nel percorso da sindaco. La proposta è di un nome, oltre che fermano doc e consigliere datato, è anche un punto di riferimento di vari ambiti cittadini, a cominciare. Propongo Pascali”.
Per la minoranza il primo a intervenire è Nicola Pascucci: “Sindaco, le rinnovo il complimento per l’elezione. E siccome so che partirà con merito verso Palazzo Raffaello, credo sia giusto ricordare perché si elegge un nuovo presidente del consiglio. In seguito a un incidente diplomatico avvenuto in maggioranza, per una mozione presentata da 8 consiglieri, con il numero legale mancato che ha portato alla rottura. Con coerenza noi ci siamo presi le responsabilità politiche e in particolare il presidente del consiglio Trasatti, eletto all’unanimità, per la prima volta a Fermo, si è dimesso nonostante nulla fosse dovuto. Il presidente è una parte terza. Per questo noi vorremmo proporre una figura diversa, un altro fedelissimo del sindaco che d dieci anni è in maggioranza. Gionata Borraccini, uno dei firmatari della mozione”.
Un blitz interno, che però non paga. La strada è segnata. Ma che serve ad aprire il fronte ‘politico’ del consiglio comunale. Perché l’intervento del consigliere Tulli prima e del consigliere Rocchi poi, provano a dare una lettura di ‘destra’ alla scelta. “Siamo nel gruppo misto, ma facciamo parte di Fratelli d’Italia. Al di là dell’amicizia e della stima a Pascali, per noi va bene il nome, ma gli diamo un ruolo politico” spiega Tulli. “Pascali va bene perché è una figura che raccoglie in sé i valori del centrodestra. Auspichiamo che partendo da qui si torni a condividere le problematiche della città”.
Facile l’attacco della minoranza, per bocca di Malvatani e poi : “Ci sono simboli, come questo voto al bravo Pascali, che dimostrano che il civismo è scomparso. I partiti, oggi sono parte chiara della maggioranza. Borraccini ha valori vicino a noi, ma oggi anche lui fa parte di un civismo contaminato dai partiti di destra”.
A forza di nominarlo, Gionata Borraccini non poteva che intervenire: “Ringrazio chi ha fatto il mio nome, un po’ mi fa piacere. Al di là dell’amicizia con il gruppo La città che Vogliamo, anche altri si sono espressi, pur avendo avuto scontri in consiglio accalorati. Però vorrei dirvi che il primo a fare il nome di Giulio Cesare Pascali sono stato io, quindi ha il mio appoggio e spero diventi presto il presidente”.
Aggiunge un inevitabile passaggio politico: “Questa maggioranza è civica. Il civismo di questa parte non è morto. E il civismo di Fermo non è morto e mi impegnerò perché la prossima amministrazione di Fermo sia ancora civica. E tu Rocchi hai fatto parte di questa compagine, ti riconosco la coerenza quando hai scelto di entrare in un partito e poi nel gruppo misto. Ma questa è la prova che noi siamo civici. Non credo che a Fermo sia l’ora dei partiti, c’è spazio peer il civismo. Perché la città ha apprezzato il lavoro fatto, il modo di esserci in città. E il risultato del sindaco è la dimostrazione. E noi proseguiremo così”.
Il dibattito prosegue, inevitabilmente. Fino al voto, che premia Pascali, che sale sul trono più alto, abbraccia Interlenghi, il sindaco e poi promette impegno, citando anche Platone. “Emozione e gratitudine: grazie per questo voto. Grazie a chi mi ha votato e a chi ha fatto una scelta diversa, per posizioni politiche e non per un’ avversione personale. Il mio impegno, per questi ultimi mesi sarà speso per interpretare nel migliore dei modi il ruolo di presidente. Garantirò il consiglio a tutela dei singoli, dei gruppi e delle miste. Grazie a chi c‘è stato prima di me. Grazie a Renzo Interlenghi, con la perfetta direzione del consiglio straordinario estivo in francese. Ma soprattutto grazie a Trasatti che ha ricoperto il ruolo in modo impeccabile”.
La campagna elettorale ha lasciato qualche scoria, lo sa bene Pascali e il lungo dibattito lo dimostra. “Tra qualche mese saremo alle urne in città. In mezzo, c’è una attività da portare avanti, problemi da affrontare e questioni da risolvere. Facciamolo nell’interesse della città, non mancherà la dialettica accesa, ma lo porteremo sul piano dei contenuti e del rispetto reciproco. Se saremo capaci di farlo, il mio compito sarà più semplice”. Soprattutto se lo aiuterà Platone e il suo “il prezzo pagato dalla brava gente che non si interessa di politica è di essere governata da persone peggiori di loro”.