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Parkinson, la malattia che degenera silenziosa. Il primario Cardinali: ci sono terapie per il corpo e la mente

26 Novembre 2021

FERMO – Non di solo Covid vive la sanità. E il sistema è impegnato a 360 gradi, pur nella difficoltà pandemica, per dare risposte.

È il caso del Parkinson, una malattia neurodegenerativa, causata dalla progressiva disfunzione e morte di cellule cerebrali che appartengono ai nuclei profondi dell’encefalo, che domani, 27 novembre, vive la sua giornata, come spiega il primario di Neurologia del Murri di Fermo, Patrizio Cardinali. Un convegno, con medici e psicologi, dal titolo 'La malattia del Parkinson, sognare si può' è in programma dalle 11 alle 13 a Fermo, nei locali del centro pastorale a Santa Caterina

Parkinson, una malattia rara?

“L’incidenza è elevata, 15 casi ogni 100mila abitanti, e aumenta dopo i 50 anni. “L’età media di esordio di sintomi –- è 60 anni, ma c’è un 10% colpito dal Parkinson giovanile, ovvero intorno ai 40 anni”:

Cosa la causa?

“Non è semplice capire quello che sta accadendo, perché ancora non si consocino in maniera chiara le cause, che hanno matrici genetiche e ambientali. “È una malattia progredisce lentamente, ma che non riduce significativamente l’aspettativa di sopravvivenza”.

Come riconoscerla?

“I sintomi cardine riguardano alterazioni della sfera motoria, come bradicinesia, tremore e rigidità con conseguente difficoltà nell’esecuzione di movimenti automatici o ben appresi ed adattamento motorio al variare delle condizioni ambientali. Trattandosi di una malattia multi sistemica, è caratterizzata anche da disturbi non motori che riguardano l’ambito gastroenterico, genitourinario, neurovegetativo e neuropsichiatrico; si associano anche disturbi premotori quali disfunzione olfattiva, depressione ed ansia e disturbi del sonno, che possono anticipare di anni la diagnosi”.

Impatta sulla vita, cosa fare?

“Causa un peggioramento della qualità della vita, anche in relazione a modificazioni inerenti la sfera emotiva del paziente, i rapporti all’interno del nucleo familiare e la sua partecipazione alla vita sociale. Esiste comunque una vasta gamma di terapie farmacologiche e fisiche, oltre che terapie alternative, che permettono una stabilità del quadro clinico ed un miglioramento del quadro emozionale”.

La pandemia ha aggravato la situazione?

“L’isolamento ha avuto un impatto molto forte nei malati di Parkinson, come in tutte le malattie neurodegenerative. L’inattività, lo stress e la solitudine hanno aggravato la malattia cronica, innescando complicanze quali il deterioramento cognitivo, l’insonnia, la depressione”.

Siete riusciti a seguire i pazienti anche durante il lockdown? “La telemedicina ci ha permesso di monitorare le manifestazioni cliniche e di non lasciare da soli pazienti e caregiver”.

@raffaelevitali

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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