
FERMO – Se il nuovo ospedale di Fermo, presto, aprirà le porte, gran pare del merito va alla ditta che aveva vinto l’appalto. Lo sanno tutti, dalla Regione al comune di Fermo, senza la trevigiana Carron, oggi ci sarebbero ancora le fondamenta piene di erbacce. Perché tra varianti, intoppi, ritrovamenti archeologici e fondi mancanti, qualunque azienda non così strutturata e seria avrebbe abbandonato il lavoro. Non la ditta Carron, che nel cantiere di Fermo ci ha messo personale e soprattutto il suo volto. Per anni rappresentato da Barbara, una delle sorelle alla guida del gruppo, che è stata sopraffatta nel 2024 dalla malattia, dopo una strenua battaglia.
Il suon piglio è stato il valore aggiunto di un cantiere complesso, che verrà ricordato perché di ospedali nelle Marche non se ne costruivano da decenni. Quello che ha lasciato è una struttura che si dipana su 68mila metri quadrati, un volume complessivo di 230mila metri cubi e 372 posti letto. Un ospedale che la ricorderà, visto che è stato deciso di intitolarle la cappellina interna donata proprio dalla famiglia Carron
“Quello che abbiamo costruito – sottolinea Arianna Carron – è un ospedale capace di rispondere alle più avanzate esigenze della sanità moderna. Le 10 sale operatorie e l'organizzazione interna degli spazi ne fanno un modello di equilibrio tra tecnica e umanità”. A questo si aggiungono i 920 posti auto.
Per il futuro nuovo ospedale di Fermo, sono stati completati i lavori per la viabilità di collegamento: collaudata e consegnata alla Provincia di Fermo il 16 ottobre scorso la nuova rotatoria di allaccio alla strada provinciale 219.
“Quando abbiamo iniziato a costruire il nuovo ospedale di Fermo, mia sorella Barbara era tra le prime a seguirne il progetto. Poi è arrivata la malattia, ma quel filo non si è spezzato: è diventato più forte” riprende Arianna Carron.
A poche settimane dalla messa a disposizione dei locali a Regione e Ast Fermo per le attività di allestimento ed installazione dei presidi, attrezzature ed arredi tecnico-sanitari “la struttura si presenta - sottolinea la Carron - come un'opera all'avanguardia, frutto di un lavoro iniziato nel 2017 su appalto della Regione Marche. Già ad agosto sono stati consegnati gli spazi dedicati ad ambulatori, reparti di degenze, di terapia intensiva oltre che gli esterni, la hall di ingresso e lo spazio per il Cup”.
L’ospedale, progettato e costruito dalla famiglia Carron, è articolato in sei macro-blocchi destinati con una distinzione tra le aree di degenza e quelle di diagnosi e cura. “L'edificio è definito integralmente isolato alla base con una serie di tecnologie – conclude la manager - garantiscono la totale sicurezza anche in caso di eventi tellurici”.
r.vit.
