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Organizzazione vincente. Livini: "Tamponi veloci, seconda dose di vaccini in freezer e primari compatti"

24 Gennaio 2021

di Raffaele Vitali

FERMO – Fila fuori dal Fermo Forum, di nuovo. Le mascherine non nascondono la giovane età. C’è la 14enne al primo anno di Liceo Classico che non parla ed è accompagnata dalla madre: “Domani tornerà a scuola, finalmente. L’anno scorso è stato praticamente perso. È un po’ agitata, anche solo l’idea di rivedere i compagni è particolare”. Come lei, tanti altri, in coda per togliersi il dubbio almeno per qualche ora sapendo che per tanti altri mesi la loro principale compagna sarà la mascherina.

LO SCREENING SCOLASTICO

Due file per entrare, da un lato gli alunni, dall’altro il personale scolastico. “Abbiamo aderito al programma della Regione. E siamo qui, con una squadra efficiente grazie collaborazioni dei nostri servizi, guidati da Renato Rocchi” spiega il direttore dell’Area Vasta 4, Licio Livini che fino alle 14 ha dato l’ok al servizio anche ad Amandola, in modalità drive in, per agevolare i residenti della zona montana.

Per i tamponi sono in gioco 20 infermieri, 12 amministrativi per la fase di accettazione e altre 8 persone che curano la logistica interna. “Coordinamento con la Prefettura per l’ordine pubblico, con il Comune per la Protezione Civile” aggiunge Rocchi passeggiando dentro il Fermo forum organizzato alla perfezione con le sue dieci postazioni e percorsi mirati che evitano commistioni e incroci fino a che non arriva il messaggino di negatività o positività, che poi indirizza lo studente o il prof fino al camper dove si effettuano i molecolari.

IL PIANO VACCINALE

Quella del Fermo Forum è stata una scommessa vinta da Livini, che guarda già al domani, quando si riuscirà a far partire la vaccinazione di massa. “Purtroppo – spiega il direttore - la disponibilità di dosi del vaccino al momento sono limitate. Stiamo seguendo il calendario regionale: sanitari, residenzialità e poi si andrà con gli over 80, le disabilità e non autosufficienze e poi si arriverà alla popolazione. Nel momento in cui avremo le dosi definite, auspichiamo nel breve, faremo partire l’organizzazione. È chiaro che la velocità è un fattore chiave”.

Sapersi organizzare significa avere fatto una scelta precisa che garantisce i 2600 fermani che hanno avuto la prima dose: “Noi siamo stati attenti all’aspetto delle dosi, le abbiamo accantonate per fare il richiamo. Fino al 4 febbraio abbiamo tutto programmato con i richiami. Ma confidiamo che seppur in maniera ridotta si possano avere altri rifornimenti”.

I 21 GIORNI

Non vanno sforati i tempi, il dirigente lo spiega bene: “Il vaccino Pfizer parla di un richiamo da 19 a 23 giorni. Noi abbiamo scelto i 21 giorni. È un prodotto che non inietta il virus, ma l’informazione che sviluppa gli anticorpi, la famosa particella Spike. Allerta l’organismo e lo prepara al virus in caso di arrivo. Se non si somministra la seconda dose nei tempi giusti, si vanifica anche la prima e si deve ricominciare da capo”.

La speranza di Livini è che venga autorizzato un vaccino più facilmente utilizzabile: “Quello che abbiamo ora richiede lavoro di preparazione, scongelamento, soluzione, somministrazione. Se avessimo adisposizione la classica fiala, come per l’influenza, tutto scorrerebbe più facile”.

ATTACCHI E PRIMARI

L’Asur 4 è finita anche al centro di duri attacchi da parte dei sindacati dei medici. Sotto accusa alcune scelte emergenziali del direttore che però lui difende e soprattutto conferma di avere avuto il placet dei primi protagonisti, i primari.

“Delle note durissime, che arrivano da chi rappresenta i dirigenti, ma i miei primari prendono le distanze da queste annotazioni così violente. Io lo avevo detto per tempo che avrei assunto decisioni senza passaggi formali in caso di emergenza. Non perché sono un despota, ma perché in emergenza bisogna avere idee chiare e agire, avendo come obiettivo la salute del malato” conclude il direttore che chiuso lo screening di massa tornerà a condurre la battaglia più importante, quella per le assunzioni: "In questo momento abbiamo 100 infermieri in meno, tra Covid e normali assenze, eppure andiamo avanti. e questo vale con numeri più piccoli per i medici. ognuno dà il suo massimo, alla Regione - ribadiscono i due dirigenti dell'Asur 4 - abbiamo fatto richieste precise, attendiamo e intanto però lavoriamo, compatti".

@raffaelevitali

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