FERMO – La proposta sul tavolo di un privato, insieme con gli attuali gestori del circolo tennis di Fermo a due passi da pizzale Tupini, non piace agli ambientalisti del capoluogo. Il coordinamento delle associazioni entra nel merito del progetto bocciandolo sotto tutti i puti di vista.
“Gli amministratori locali danno ancora l’opportunità ad un privato di condizionare per l’ennesima volta le scelte di politica urbanistica della Città di Fermo per scopi individuali. Lo stesso privato in questione ha infatti già proposto in passato la realizzazione di un motodromo e di un impianto di biodigestione di pollina già fortemente respinti dalla popolazione locale e dal movimento ambientalista fermano” sottolinea a nome del gruppo Federico Spagnoli.
Il danno sarebbe economico, urbanistico e storico. “Gli attuali campi sono belli e fanno parte di un’area verde in cui, strutture sociali, come la Croce Verde, e sportive, come la palestra CONI e gli stessi “campi da tennis”, convivono armonicamente da decenni anche per la loro lentezza. Difficile capire cosa accadrebbe con la realizzazione di un centro commerciale: da sito storico dove le persone si incontravano e si incontrano ancora diventerebbe invece un “non luogo”, un posto non identitario, l’ennesimo grigio e distaccato parcheggio con persone preda della frenesia di questi assurdi tempi moderni”.
Tra l’altro, ricordano gli ambientalisti, c’è già in zona il sotto utilizzato spazio di piazza Sagrini e un supermercato in costruzione a poche centinaia di metri. “In questa operazione, - prosegue Spagnoli - si vuole permutare una struttura pubblica già esistente su terreni del comune con una struttura da realizzare ex novo in parte su terreni del comune, in quanto il privato li ha solo in concessione”.
A questo aggiunge una serie di calcoli sulle superfici edificabili e un’analisi dell’attuale situazione id via Beni, dove andrebbe il nuovo circolo “che non piace neppure ai giocatori per come sarebbe collocato da un punto di vista climatico”.
Il timore degli ambientalisti è che “si vuole barattare una perdita economica privata (la gestione dell’attuale parcheggio inutilizzato a ridosso dell’ospedale, n.d.r.) con un bene e una storia pubblici. Noi diciamo no a questo ennesimo scempio”.
