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Nuciari: "Super edizione del Veregra Street: la strada è la casa del teatro". Imperdibili le tele umane del Caravaggio

3 Settembre 2020

di Chiara Fermani

MONTEGRANARO - Il Veregra Street è da anni il fiore all'occhiello dell'estate marchigiana. Un festival internazionale di arte di strada che da oltre vent'anni attira migliaia di appassionati da ogni parte d'Italia e oltre, un appuntamento fisso che inaugura la stagione estiva ed è un vanto per tutta la regione.

Quest'anno, per la 22esima edizione, posticipata dal 10 al 13 settembre e al 6-7-8 settembre per il Veregra Children, lo vedremo in una nuova veste, cucita minuziosamente ad hoc dal suo patron, il direttore artistico Giuseppe Nuciari. Dalle sue parole non traspare nessun dubbio: “Il festival si svolgerà nella massima sicurezza, con spettacoli unici e imperdibili”.

Nuciari, dopo anni di Veregra Street, un format più che consolidato, questo è il primo anno in cui si è dovuto ripensare ad un festival, non solo ridotto, ma totalmente diverso, è stato difficile?

“Non è stato facile, ma non abbiamo mai pensato di mollare. Il festival era pronto per giugno, per le date tradizionali, ma abbiamo dovuto reinventarci sulla base dei nuovi protocolli, cambiare data, cambiare le modalità e anche cambiare le compagnie, rinunciando molte straniere. Sarà un festival che mantiene la sua ragion d'essere, ma che ha dovuto cambiare pelle e adattarsi al contesto sociale che stiamo vivendo. I protocolli anti Covid saranno applicati al 100%, quella è la nostra priorità”.

La libertà, lo spazio pubblico, il contatto tra l'artista e il suo pubblico, sono tutti elementi che caratterizzano l'arte di strada, forse è questo il lato che si perde un po' in questa edizione?

“Purtroppo sì, non sarà il festival degli assembramenti, di chi balla in piazza, dei gruppi musicali, delle performance che presuppongono un'interazione fisica tra artista e pubblico, ma sarà sostanzialmente un festival dalla dimensione più teatrale”.

Forse l'altra faccia della medaglia è che, in questo modo, il festival possa attrarre uno spettatore più consapevole, che sceglie cosa vedere, che viene non per vivere la dimensione più conviviale del festival, ma quella più artistica, non crede?

Noi, come altri festival, siamo stati sempre criticati perché a godere degli spettacoli sono solo coloro che arrivano presto e si accaparrano i posti davanti, sicuramente in questo modo, in cui tutti sono seduti, si può godere a pieno dello spettacolo. Metteremo su quattro spazi teatrali all'aperto: allestiti con posti a sedere, circa 200, e palchi: Largo Conti, Piazza San Serafino, Piazza Mazzini e Campo dei Tigli. Tutti gli spettacoli, sia del Veregra Chidren, che del Veregra Street, sono gratuiti e su prenotazione dal sito www.eventbrite.it o con la app SmartMarca per smartphone. Questo per evitare gli assembramenti dell'ultima ora, anche se parte dei posti sono prenotabili anche al momento.

Manterremo comunque anche la parte dello street food, ma in maniera ridotta e separata dall'area degli spettacoli, con le stesse regole vigenti ovunque per questo genere di attività”.

Si è dato più spazio a un altro tipo di spettacolo, date le diverse modalità di fruizione?

“Intanto abbiamo dovuto rinunciare a molte compagnie straniere, ma quelle italiane non hanno nulla da invidiare a nessuno, qualitativamente parlando il Festival non ha perso nulla, anzi sono molto soddisfatto della programmazione. Abbiamo dato molto spazio al teatro verticale, saranno spettacoli imperdibili ed esclusivi”.

Quali sono gli spettacoli da non perdere?

“Sicuramente Le Tableaux Vivants nella Chiesa di SS. Filippo e Giacomo, uno spettacolo dal forte impatto emotivo nel quale si compongono tele del Caravaggio attraverso i corpi degli attori. Ci sarà poi l'attore Matthias Martelli, con un pezzo molto importante e allo stesso tempo controverso, tratto dal Mistero Buffo di Dario Fo, ci sarà la Compagnia dei Folli con le loro danze aeree in uno spettacolo inedito e festeggeremo i quarant'anni della Banda Osiris, ma oltre questi sono tutti imperdibili nella loro unicità”.

Parliamo di sostegni economici, un momento difficile, come hanno risposto coloro che vi sostengono da anni?

Abbiamo il consueto sostegno del MiBact, della Regione Marche, di Marca Fermana, L'Amat, la Pro Loco e il consolidato aiuto della Cassa di Risparmio di Fermo. Tutti gli sponsor delle scorse edizioni, seppur in maniera ridotta, hanno confermato il loro appoggio. E questo non può che essere un bel segnale per la cultura, che molto ha risentito di questa pandemia e deve rialzarsi, per l'economia del territorio, per la società e per il festival. È bene essere presenti, come hanno fatto anche altri festival, cambiare pelle, ridimensionarsi, ma andare sempre avanti. La comunità, ma tutto il territorio, ha bisogno di avere questi momenti, dopo la situazione che abbiamo vissuto”.

Qui il programma completo

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