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"Non possiamo chiudere tutto". Lavoro e Coronavirus, imprese aperte se danno il kit agli operai. Aiuti a partite iva e forze dell'ordine

14 Marzo 2020

FERMO – Chi chiude, chi resta aperto. Guerra tra più e meno fortunati? “Non è possibile chiudere tutto. Se spegni tutti gli interruttori del Paese, spegni le luci anche negli ospedali. Bisogna consentire ad alcune centinaia di migliaia di eroine ed eroi quotidiani di fare il loro lavoro nella sanità. E per consentire agli italiani di restare a casa, anche la filiera agroalimentare deve andare avanti. Per consentire al Paese di funzionare, anche se al 10%, servono l'energia, i carburanti, i trasporti e la logistica” ribadisce con forza il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, in un'intervista al Corriere della Sera.

Rifiuta il concetto di lavoratori di serie A e di serie B. “Ci sono lavoratori di serie A, che sono a casa e li tuteliamo. E ci sono lavoratori della Champions, a cui dobbiamo dire grazie, dal personale sanitario al camionista che trasporta i beni alimentari. Abbiamo dovuto lottare per dire a chi voleva chiudere tutto che l'Autogrill in autostrada non è un lusso, ma è il panino per chi fa mille chilometri al giorno trasportando merci da una parte all'altra del Paese, senza ristoranti, senza alberghi, dormendo dentro le cabine dei tir”.

Così come accade nel distretto fermano, dove ci sono numerose piccole aziende, anche calzaturiere, che stanno lavorando. Perché l’ordine di aprile o lo produci ora o l’hai perso. Non c’è solidarietà a livello di commercio mondiale, se no produci tu lo farà un altro, magari in Turchia o in Spagna. Quello su cui bisogna agire è la sicurezza interna.  Il Governo ieri si è confrontato a lungo con industriali e parti sociali ribadendo che i protocolli di sicurezza devono essere rigidissimi. E chi non è pronto potrà stoppare la propria attività per avere il tempo di adeguarsi.

Nel frattempo, le aziende potranno approfittarne per “sanificare le aree e sarà consentito l'uso degli ammortizzatori sociali”. Ma se uno ha tutto, può lavorare. “Dobbiamo dare sicurezza a chi lavora distinguendo l'essenziale (ad esempio sanità, filiera alimentare, servizi pubblici) da ciò che è rinviabile” spiega Maurizio Landini della Cgil.

Tornando al decreto in discussione, che dovrebbe essere varato oggi certo è lo stop alle scadenze fiscali di lunedì per tutti. E calo delle bollette allo studio, per alleviare famiglie e imprese. In arrivo anche ammortizzatori sociali, congedi speciali, sostegno alla liquidità delle imprese e nuove misure per aiutare il servizio sanitario in affanno per l'epidemia da Coronavirus. Si sta valutando, però, se condensare in un unico provvedimento tutti gli interventi o se spacchettarli in due tempi, con un primo decreto da portare in Consiglio dei ministri entro oggi e un secondo da varare a inizio della prossima settimana che guardi oltre l'emergenza, per arginare il rischio tracollo del Pil.

Il primo pilastro della manovra anti-virus resta il rafforzamento della sanità pubblica. Oltre all'iniezione di forze fresche grazie al decreto varato la scorsa settimana (con 20mila assunzioni) arriveranno anche fondi per gli straordinari dei medici, la possibilità di mettere in piedi reparti «temporanei» sia dentro che fuori dagli ospedali. E la Protezione civile, per aumentare i posti letto, potrà requisire sia materiale sanitario sia immobili, come gli alberghi, per ospitare le persone in quarantena.

Accanto alle risorse per il Servizio sanitario arriveranno fondi per le protezioni e gli straordinari delle forze dell'ordine (4mila gli agenti stimati in strada per i controlli), mentre dovrebbero arrivare finanziamenti a fondo perduto per le imprese che producono mascherine, vista anche la volontà di fornire kit gratuiti ai lavoratori che devono continuare ad andare in fabbrica. Altro cardine degli interventi le forme di sostegno alla liquidità delle imprese (1 miliardo al fondo di garanzia delle Pmi e in tutto 3,8 miliardi per moratoria di mutui e prestiti e per puntellare le banche).

E poi congedi speciali per i genitori con i figli a casa da scuola, affiancati da un voucher babysitter da 600 euro e misure specifiche per le famiglie con disabili, e gli ammortizzatori sociali, con la cassa integrazione per tutti, anche le microimprese con un solo dipendente, e interventi ad hoc per stagionali, precari e lavoratori dello spettacolo.

Per la cultura, su cui sta lavorando da giorni il senatore Francesco Verducci, in una lunga lista di proposte messe a punto dai vari ministeri, si chiedono anche un fondo ad hoc da 100 milioni per sostenere gli spettacoli dal vivo e il cinema e si ipotizzano rimborsi sotto forma di voucher per tutti i concerti, gli eventi, gli ingressi ai musei saltati in questi giorni. C'è poi la richiesta di spostare a fine giugno la chiusura delle sessioni di laurea dell'anno accademico 2018-2019, nonostante in tanti si siano già laureati via Skype.

Per aiutare professionisti e partite Iva si sta valutando anche l'estensione dell'indennizzo fino a 500 euro al mese per tre mesi già previsto per le zone rosse. Le scadenze fiscali di lunedì, dai versamenti Iva, alle ritenute, alle accise, sono state «differite» e l'Agenzia delle Entrate è già pronta a rivedere il calendario fiscale non appena sarà approvato anche il decreto legge.

r.vit.

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