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Nicolai guida il riscatto del Pd di Fermo: "Non ci piace il civismo senza anima"

22 Gennaio 2020

L'idea: portare l'università dentro la vecchia ala del Murri

di Raffaele Vitali

FERMO – Inizia l’era Paolo Nicolai. È lui il nuovo segretario del Partito Democratico di Fermo. “Guiderò il PD fino alle elezioni”. Un segretario di scopo, prima della fase congressuale. “Una sfida personale. Un sacrificio, perché il lavoro mi impegna molto. Ma quando ho lasciato il segretario provinciale, avevo promesso che avrei aiutato Fermo. In questo momento c’è il problema di riorganizzare il Pd cittadino”.

È stato chiamato dopo le dimissioni per problemi personali di Carlo D’Alessio e il passaggio della vice Sara Franca a Italia Viva. “Serve un segretario, non basta un direttivo. Ho le idee molto chiare su quello che va fatto”.

Con Nicolai parte anche la fase di ascolto e di lavoro, “che sarà un periodo intenso con un fine preciso: dare un indirizzo al partito cittadino, ma anche provinciale” prosegue. Nicolai al suo fianco avrà Pierluigi Malvatani, il capogruppo che non ha ceduto alle sirene renziani, a discapito di tanti altri tesserati. Poi una segreteria leggera e il direttivo che non manca, ma nessun vice.

“Il nostro modo di muoversi sarà su direttrici programmatiche moto chiare e definite. Non la solita zolfa, ma discussioni concrete e non solo elettorali”. Le elezioni non le considera ‘IL’ momento, ma un passaggio. “Da dicembre dialoghiamo con le forze dell’area centrosinistra, civiche e partitiche. Un dibattito che speriamo coinvolgerà anche le associazioni di categoria. Insieme per il bene della città. Serve un dibattito politico, parlare di visioni”.

Il giudizio dell’era Calcinaro è secco: “Si vive nel ‘bisogna parlare bene di tutto’ o della ‘denigrazione’- e invece la città capoluogo, con le Province sempre più deboli, deve andare oltre i suoi confini. Per questo serve una classe dirigente politica che sappia bene con chi stare. Noi dibattiamo con il civismo, ma di area. Sono di chi pensa che il partito sia parte della società civile, ma so anche che esiste chi la pensa diversamente. E mi ci siedo insieme, ma deve avere la stessa matrice di valori: siamo aperti”. E le sardine? “Non sono tra chi le osanna, ma sono un esempio di chi cerca di rimettere la politica al centro dell’attività del Paese”.

Su Calcinaro resta quanto vissuto alla festa dell’Unità: “Se la dimensione locale per Calcinaro è il civismo trasversale senza concetti ideali e contenuti di posizione, che mira a cancellare forme di pensiero politico, non è la nostra strada. Se fosse come dice lui, l’inutilità dei partiti, come sindaco avrebbe avuto molti più problemi: se non fosse per la visione del Pd avrebbe una centrale al posto dell’ospedale, al terminal starebbe mettendo pezze per le infiltrazioni, l’ex mercato coperto non cambierebbe volto, Lido Tre Archi avrebbe avuto solo telecamere per la deterrenza del governo gialloverde e non i fondi milionari stanziati dal centrosinistra per cambiare il quartiere culturalmente e strutturalmente. Ecco, pensate Calcinaro senza tutto questo? Sarebbe stato un sindaco che, bene o male, avrebbe gestito l’ordinario. E invece la dimensione politica conta, dà una visione negli anni”.

Non riconosce la ‘mancanza’ di vitalità del suo partito in questi ultimi anni: “Siamo in tutte le risorse arrivate e ci siamo in consiglio con una opposizione seria, in particolare nell’Urbanistica. Per non parlare dell’area di Santa Lucia dove paghiamo un errore pesane del sindaco privo di visione che ha costruito la Steat a comprare l’area a una cifra moto alta. Poi ci sono i punti in comune, come la terza corsia”.

È carico anche Malvatani che si definisce “il baluardo” dei Dem: “Sono qui per coerenza. Il partito mi ha dato molto. Poi ognuno ha un’anima e quindi prenderò le mie scelte in base a che strada prenderà il nuovo partito che deve saper coinvolgere sempre più figure di centrosinistra”.

Sul civismo Malvatani ha la sua linea: “Porsi al di sotto dei partiti non è possibile. È giusto che uno sappia dove trovare una persona. Ben venga il civismo, ma che ci sia una idea politica di centrosinistra. Non penso che un capoluogo non possa avere un’anima che vada fuori dalla piazza. L’emblema di Fermo è il crogiuolo di figure che non hanno punti in comune e quindi poi succede che le scelte amministrative non si conoscono e non si condividono e si lasciano solo al sindaco e magari alla Giunta. Mi piacerebbe che trovasse una chiarezza politica”.

Tornando sulla Steat, Malvatani è contrario alla variante nell’area Santa Lucia, ma anche il sindaco non è chiaro: Parla di possibile variante normativa per cosa? Forse un negozio attenente alle scuole, forse un auditorium, come sempre in mezzo e senza visione politica per il nascente polo scolastico. Calcinaro è stato un bravo amministratore di condominio, ha fatto la manutenzione ordinaria della città, riuscendo a essere molto presente. Vorrei che emergesse la sua idea politica, e so che ce l’ha, ma preferisce annacquarla. Sarebbe più bravo con idee chiare”.

“In cinque anni mai una parola su un piano di viabilità di Fermo, l’ospedale è una opportunità, il polo scolastico può esserlo, si potrebbe fare una ciclopedonale dal cimitero all’Ipsia, ma se non ragioniamo sul rischio di ingolfare tutto siamo miopi. Può essere che tutto sia legato solo a una rotatoria o a un sovrappasso?”. C’è della visione nel Pd, con il recupero del Murri quando sarà pronto Campiglione: Dobbiamo avere altre facoltà e altri istituti scolastici con specializzazioni. Portiamo l’università dentro la vecchia ala del Murri”.

“A Calcinaro contestiamo il sistema con cui governa e il continuo rinvio di programmazione, pensando che questo poi possa solamente servire a un consenso che a lungo termine porterà a poco. E invece poteva usare il suo enorme consenso per scegliere. È un sindaco di prossimità, riesce ad arrivare dappertutto. Non è stato solo, ha avuto al suo fianco un assessore bravo come Francesco Trasatti. Ma purtroppo tanti altri impalpabili”.

Calcinaro ha fatto il vicesindaco della Brambatti, ha fatto il consigliere comunale di centrosinistra con liste civiche. Lui aveva scelto, è uno dei più longevi consiglieri comunali con un percorso politico chiaro. Quindi non credo che sia uno sprovveduto o un ingenuo, visto che lo stimo, e se vai alla cena di Ciarapica dove chiama Salvini sai bene perché sei lì.

L’obiettivo a breve termine non è perdere degnamente a maggio “ma di ricostruire sapendo che il voto sarà un passaggio in cui speriamo di riuscire a incidere il più possibile. Il candidato? Non deve per forza essere del Pd, uscirà da un confronto con città, partiti e movimenti civici di centrosinistra” riprende Nicolai e aggiunge Malvatani: “Tanti politici parlano di ‘peccato non aiutare il sindaco’. Noi invece siamo pronti a perdere senza ipocrisia, senza nasconderci in qualche lista per semplice obiettivo personale. E per questo il Pd sta in campo, non per perdere con dignità ma per giocarcela degnamente”. Cesetti in campo? “Se chiediamo lui ci sarà. Ma non è la nostra ossessione, può essere che non serva qui, visto che abbiamo bisogno di lui in Regione. Come non abbiamo l’ossessione di correre con Calcinaro, anche se mi dispiace la sua strada ambigua. Il sindaco del capoluogo deve stare sopra i partiti, guidando una coalizione con partiti e civici, ma con anima chiara. Questo vorrei, ma non è”.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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