
di Raffaele Vitali
PORTO SAN GIORGIO – Un senso di impotenza aleggiava dentro il PalaSavelli dopo i primi due set. E impotenza è stata fino alla fine. in un match durato 75 minuti.
Non inganni il 21-25 del primo contro Verona, perché la Yuasa Battery Grottazzolina non ha mai impensierito gli ospiti. che hanno trovato con facilità il taraflex avversario, favoriti da una prestazione a muro non brillante.
Soprattutto, la squadra di Ortenzi non ha trovato, nel primo set, le contromisure a Cortesia, centrale italiano di grande talento, e a Darlan, che schiaccia da altezze siderali. Il problema dei centrali, però, è un problema di Falaschi, che non li ha praticamente mai servizi. E si sa, se non entri in ritmo in attacco, spesso anche la difesa latita. Vale per ogni sport.
La curva degli Skapigliati capisce il momento difficile e intona un ‘i ragazzi hanno bisogno di noi’, ma le trombette questa volta non funzionano, danno fastidio solo all’allenatore di Verona che si lamenta con gli arbitri senza ottenere nulla.
Verona, piano piano crescerà e può ambire a una delle prime quattro posizioni. La Yuasa deve invece trovare le migliori alchimie in attacco e soprattutto non può permettersi di subire 4-5 ace a partita. Tra l’altro quasi sempre dallo stesso giocatore, vedi Darlan o Cortesia. Il primo set finisce così rapidamente, 26 minuti in un PalaSavelli meno caldo del solito.
Il pubblico deve crescere, come la squadra e il suo regista occulto ovvero Marchisio, oggi impreciso e spesso in ritardo. Il secondo set si apre peggio del primo, perché la giocata di Magalini per il 6-6 è una illusione. Ci pensano ancora Cortesia e Darlan a rimettere le cose a posto, almeno per Verona. Quando Stankovic riesce a murare un attacco di Verona, la rimonta sembra possibile. Sembra solamente, l’attacco della Yuasa resta prevedibile, i pochi ‘primo tempo’ di Falaschi non portano mai frutti e fanno sfigurare Petkov e Stankovic. Ortenzi chiude il set con Marchisio in regia e Tatarov in campo (17-25).
Non resta che sperare in una reazione in stile derby. Solo che Verona è decisamente più reattiva e anche quando la Yuasa trova l’intesa tra palleggiatore e schiacciatore, Tatarov protagonista, sempre in attesa che torni il potente braccio di Petkovic fermo ai box con la divisa da libero, Verona sfoggia un perfetto muro a tre.
Una partita che ha l’effetto di una doccia fredda. Male in difesa, da capire chi deve ricevere quando il pallone è diretto negli angoli, lenti in attacco, si salva Golzadeh, e soprattutto poca varietà nel gioco e troppe teste basse.
Finisce così 0-3, con Verona che fa suo anche il terzo parziale con un netto 20-25. Alla fine, come Mvp esce dal campo, con tanto di premio donato dal Pastificio mancini, l’alzatore di Verona Christenson che ha saputo mettere in ritmo i suoi dalla prima alla seconda linea.
