FERMO – Non c’è tempo da perdere. La giunta regionale, guidata dal presidente Francesco Acquaroli, ha avviato l'iter per modificare lo Statuto regionale per passare da sei a otto assessori.
La procedura è complessa, ma con i numeri che ha la maggioranza, non consocerà intoppi. È prevista una doppia deliberazione, a maggioranza assoluta, in Consiglio regionale a distanza di almeno due mesi l'una dall'altra. “Al fine di rafforzare ulteriormente sia il presidio delle molteplici competenze regionali a favore dell'intera comunità - spiega la Regione - sia la concertazione con tutte le categorie e gli stakeholder regionali, è consentito alle Regioni di aumentare il numero degli assessori nel limite previsto dalla normativa statale a invarianza di spesa per la pubblica amministrazione tramite idonea modifica statutaria, nei limiti degli stanziamenti di bilancio previsti a legislazione vigente e comunque senza nuovi e maggiori oneri a carico della finanza pubblica”.
Non appena completato l’iter, Acquaroli potrà quindi nominare i due nuovi assessori. Un nome è certo ed è quello dell’attuale sottosegretaria Luconi. Sull’altro la discussione sarà più complessa. Da un lato c’è Marinelli, uomo di fiducia del presidente che entrando aprirebbe le porte del consiglio all’ex assessore Saltamartini. Dall’altro c’è Andrea Maria Antonini, ex assessore allo Sviluppo economico e soprattutto esponente di quel Piceno che tanto ha dato al governatore.
C’è da dire che tra i due litiganti della Lega, potrebbe pure essere premiato il mondo degli azzurri di Forza Italia, anche se un assessorato a Jessica Marcozzi, arriva dalla piccola provincia di Fermo che a numeri è stata la più di destra della regione, è quotato come la vittoria dello scudetto del Bologna. La sua nomina tra l’altro aprirebbe le porte a Base Popolare in consiglio con l’ingresso del dottor Morresi.
Si vedrà, intanto è certo che entro Pasqua la regione avrà otto assessori e una ridistribuzione di deleghe non indifferente, con buona pace dei super assessori di oggi, ovvero Baldelli e Bugaro, senza dimenticare quel sociale che Acquaroli ha affidato a Calcinano, su sua indicazione, che però rischia così di essere schiacciato dalla voce Sanità.
