
FERMO – A un anno dal taglio del nastro dell’inaugurazione degli spazi del FermoTech, il professor Michele Germani, presidente della società che lo guida, traccia il bilancio dell’attività.
Che soddisfa il sindaco Paolo Calcinaro: “Era una scommessa, un progetto di Germani e Gianni Della Casa, che ancora ringrazio. Sembrava qualcosa di marziano per un piccolo capoluogo come Fermo. Oggi, invece, FermoTech, dopo l’avvio ‘pubblico’ è diventata una realtà sostenibile e integrato con il mondo produttivo del territorio. Abbiamo dimostrato che anche un Comune può fare ricerca se ha i partner giusti come la Politecnica e Unicam. Oltre ad aziende che non cercano il poco e subito, ma sanno scommettere sul progresso loro e del territorio”. Un grazie Calcinaro lo riserva anche all’Euf, che cresce nei numeri, e ai suoi uffici guidati da Fabio Ragonese, erede del lavoro di Della Casa.
Ma cosa fa il FermoTech? “I risultati ci sono, poi possiamo fare sempre meglio”. Un’operazione partita con un bando del comune all’interno dell’Iti Urbano, cresciuta con la società Scarl nata a maggio 2024, che unisce pubblico e privato e che fornisce tecnologia e know how, con le attività diventate business da settembre.
Il direttore Ronny Garattoni guida un team di sei persone, “ma ne stiamo valutando altre per arrivare a 10 durante il 2026” precisa Germani. Dall’intelligenza artificiale nella manifattura alla stampa 3D, dalla realtà aumentata all’ecosostenibilità con tanto di controllo qualità utilizzando l’AI.
È nata una partnership strategica con sette aziende leader. Per il fermano c’è lo Scatolificio Valtenna. A questo si aggiungono Elica, Frau, Arena, Santoni, Simonelli e Ars -Tech. “Con loro c’è un accordo triennale per attività di ricerca e innovazione. Loro sono il nostro comitato di indirizzo tecnico del laboratorio. E sta entrando la Smart Electronics che produce batterie al sodio, stanno cercando un’area in zona Fermo Forum per insediarsi in zona”.
Non solo le sette sorelle, ci sono anche progetti di ricerca applicata, “attività delegate dalle aziende a FermoTech”. Tra le imprese coinvolte c’è l’Eurobuilding. “Anche in questo caso poche dal Fermano, su questo dobbiamo incidere portando il futuro dentro le imprese”.
Un progetto con il comune di Fermo, via Fabio Ragonese, già sul tavolo è CREaIT, si parla di turismo inclusivo. Con Fifa Security un lavoro legato alla valorizzazione del progetto culturale. E poi all’interno del progetto europeo Horizon, stiamo partecipando insieme con l’Asite nel settore del recupero dei rifiuti e il loro riutilizzo. Siamo in attesa della risposta dall’Europa entro l’anno” precisa Germani.



Tanta anche la formazione che nasce nelle luccicanti stanze, con corsi mirati alle aziende per parlare di additive manufacturing. “I prossimi saranno dedicati alla sicurezza e all’intelligenza artificiale per la manutenzione”. Un tema quello dell’abbinamento tra formazione e intelligenza artificiale che è anche al centro della regione Marche “con cu abbiamo un importante progetto in via di partenza”.
C’è anche una terza linea di azione, quella che porta alla creazione di imprese e creare degli incubatori. “Stiamo lavorando su un progetto legato all’economia del Mare insieme con il Friuli dedicato all’alto Adriatico”.
L’ambizione è fare di FermoTech un perno della dorsale adriatica dal Friuli alla Puglia, con cui già il centro di ricerca lavora. “La Puglia ha grandi opportunità anche di finanziamento, il Friuli ci assomiglia per specializzazioni di ricerca industriale: sono partner ideali. Stiamo pensando di aprire una sede operativa in Puglia, nella zona di Conversano. Intanto la prossima settimana arriva una start up pugliese per arricchire le competenze del territorio e di FermoTech" prosegue Germani.
Numeri. Il 2025 si chiude con 200mila euro di ricavi. "Le prospettive, grazie a partnership e collaborazioni, è prevista una crescita per i prossimi due anni e arrivare così ai ricavi intorno ai 430mila euro. “Gli utili li reinvestiamo su tecnologie e persone”. A oggi il 70% dell risorse arrivano da aziende e il 30% da bandi pubblici.
Da qui l’aumento dei ricercatori che lavoreranno e l’ammodernamento delle attrezzature, che da avanguardia diventano rapidamente obsolete. Tra gli obiettivi c’è l’aumento delle aziende coinvolte, oggi sono 40 quelle contattate. ”Fino a oggi non abbiamo fatto proseliti, ma azioni lineari di conoscenza. Per cui sono certo che cresceremo anche sotto questa voce”.
Il futuro è delineato: “Stiamo presentando un progetto per il bando Reti, ambizioso, che mira a un finanziamento di 150mila euro per i prossimi 18 mesi. E poi vogliamo rafforzare ancora di più il legame con le scuole, oggi abbiamo Artigianelli e Iti Montani, in modo da far crescere i giovani e avvicinarli alla ricerca”.
r.vit.
