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Moda, l'analisi di mister Kiton. De Matteis: stiamo perdendo la filiera. Non si può lavorare per un solo brand

18 Giugno 2025

di Raffaele Vitali

FIRENZE - Antonio De Matteis, presidente di Pitti Immagine, è in primis un imprenditore. Con Kiton sta conquistando i mercati mondiali e al Pitti Uomo sì è presentato con uno stand che non passa inosservato, visto che è realizzato dentro uno yacht.

De Matteis, partiamo da uno dei temi chiave, la filiera. Cosa ne pensa?

“Se la filiera è in difficoltà, gli imprenditori si devono fare un esame di coscienza. Affidare la propria produzione a un solo marchio è un grande rischio. La crisi di alcuni brand è la crisi della nostra filiera. I nostri imprenditori devono imparare a dividere i rischi. E lo dico da imprenditore che ogni giorno a sua volta li affronta”.

Ma non c’è il rischio di veder erodere il guadagno lavorando con i marchi?

“Un punto è chiaro: non bisogna produrre senza margine”.

Ma il mercato ‘capisce’ il lavoro made in Italy?

“La qualità è una garanzia, la gente vuole la qualità vera e per questo la deve pagare. Poi ogni livello di qualità ha un peso diverso sui conti. Il rapporto con il prezzo non è secondario, ma non si può vendere senza margini”.

Il consumatore come si muove?

“I marchi che fanno prodotti di livello vanno bene. E non parliamo solo di grandi aziende. Al Pitti ci sono decine di piccole realtà che crescono del 20-30%. Aziende che hanno fatto il prodotto giusto al prezzo giusto. Questo non significa per forza lavorare con il lusso”.

Piccole produzioni di successo?

“Esiste il monoprodotto di grande qualità. Il piccolo marchio oggi ha un futuro, lo suggerisco: specializzarsi e crearsi un marchio”.

Si parla spesso di centrale di acquisti, è credibile?

“Ma secondo lei, io direi a un mio collega dove compro e produco i miei tessuti? Questo si chiama know how e si paga. Non è questa la soluzione. La strategia è diversificare i clienti, in attesa del momento di vera ripresa, che arriverà. Lo ribadisco, lavorare con un cliente ti fa stare tranquillo, ma se poi il marchio frena il rischio è quello di chiudere”.

Sembra facile detto da lei…

“Mio zio mi ha insegnato a essere come il polipo, bisogna avere tante gambe. Lo consiglio a tutti i miei colleghi. È l’unica soluzione contro i momenti difficili”.

E questo è un momento difficile?

“Geopoliticamente è complesso. Siamo consapevoli, i consumatori hanno bisogno di tranquillità e serenità. Le guerre tolgono certezze. Il mondo esterno si riflette sui consumi”.

Kiton come va?

“Noi cresciamo, sono fiducioso che il 2025 sarà un anno di sviluppo. Nei primi tre mesi i negozi hanno chiuso con un +11%. Questo è frutto di investimenti che vanno avanti da anni, che ci hanno spinto a creare un calzaturificio interno, mentre per le borse abbiamo collaborazioni esterne. Anche se stiamo studiando nuovi spazi interni anche per questo settore”.

Reshoring, De Matteis ci crede?

“Più che crederci me lo auguro. Bisogna pensare che oggi il know how non si ricrea in un secondo. Ci vuole la manodopera, gente che sa fare il prodotto e oggi non ce ne sono molti. Per cui  lo auspico, c’è la possibilità ma è funzione se serve ad elevare la qualità che è quello che caratterizza l’Italia nel mondo. Trovare persone non è facile noi abbiamo iniziato decenni fa con la scuola dei sarti e siamo tranquilli, in giro c’è qualche problema”.

I dazi americani hanno un impatto?

“Non ci sono contraccolpi. Speriamo che venga decisa la strada da prendere. Mio nonno mi ha insegnato una cosa bellissima, che se vale per tutti siamo al mal comune mezzo gaudio. Basta chiarezza e noi ci sappiamo muovere”.

Ci sarebbe anche la burocrazia europea.

“Non è un questione di dazi interni europei. Non diamo la colpa agli altri, analizziamoci. L’imprenditore deve riuscire ad analizzarsi altrimenti vive in mezzo agli alibi”

Il suo segreto per crescere?

“Giro il mondo per vendere 60 vestiti al giorno. E chi va bene non è da meno. Lo ribadisco, se la filiera è in crisi è perché ci siamo seduti e accontentati”.

redazione@laprovinciadifermo.com

Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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