di Raffaele Vitali
MONTEGRANARO - Non si possono perdere né tempo né risorse, la crisi internazionale del mercato va affrontata con scelte ponderate e vantaggiose. Con questa logica ha lavorato Gino Sabatini, presidente di Camera Marche, nel creare il secondo meeting con le camere di commercio italiane all’estero. Dopo l’esperienza di un anno fa, l’11 e 12 luglio tornano nelle Marche, a Colli del Tronto, buyer, imprenditori e vertici camerali di mezza Europa.
“Una strategia studiata e pianificata, inclusi i mercati che in questo caso andremo ad approcciare in maniera diretta” spiega il presidente. Coinvolte in 'Meet in Marche' ci sono 144 imprese regionali dei vari settori, ognuno trainato dalle aziende speciali: Linea per la moda, Linfa per l’agroalimentare, Tecne per meccanica, arredo e ICT.
“Dopo aver consultato le aziende, attraverso una serie di form, abbiamo optato per i Paesi scandinavi. Per cui il nostro focus, nella due giorni al casale di Colli del Tronto, sarà dedicato a Svezia (14 milioni di export nel 2024), Norvegia (5 milioni) e Danimarca (14 milioni)” spiega Francesca Orlandi, presidnete di Linea.
Un mercato di interesse da ogni punto di vista: “Parteciperanno 44 aziende tra calzaturiero, cappello, vestiti e pelletteria. Un primo giorno dedicato al b2b, un secondo alle visite aziendali in caso di match favorevole dopo il primo incontro. e siccome vogliamo far capire davvero il nostro mondo, abbiamo pianificato anche una visita al museo del cappello e a quello della calzatura” prosegue la presidente.
Un metodo intelligente per approcciarsi a un maxi evento e per capire cosa serve davvero alle imprese della moda. “Arriviamo preparati all’incontro con la delegazione scandinava grazie a un webinar, molto partecipato, in cui i vertici camerali hanno spiegato il mercato che con le sue esigenze, i gusti e le richieste da non fallire, a cominciare dall’attenzione alla sostenibilità”.
Perché il nord Europa lo spiega anche Giovanni Brandimarti, segretario generale della Camera di commercio italiana per la Svezia, piceno di nascita. “I paesi di questa area adottano sistemi simili e, in questo periodo, sono molto interessanti anche sotto il profilo ‘produzione’ non solo in tema di export”.
Ovvero, molti grandi brand scandinavi, da Acne a H&M, stanno considerando il reshoring. “Anche chi produce prodotti low budget sta rivedendo degli investimenti per tornare in Europa, lasciando India e Cina. L’alta qualità delle Marche sarà un riferimento per molte di loro. La manifattura subisce meno la geopolitica, perché non si può replicare. Le Marche sono vive e attive. Parliamo di operazioni che si concretizzeranno non prima di cinque anni, ma il potenziale è grande” precisa Brandimarti.
Che poi aggiunge: “Oggi parlo di moda, ma siccome seguo anche il Gambero Rosso, vi anticipo che il settore del food&wine è in grande crescita. Ricordiamo sempre che la Svezia ha un livello economico alto e vuole bere e vestirsi bene. Per quanto riguarda la moda, le nuove generazioni alto spendenti puntano sullo stile semplice ma di alta qualità”.
Quello che potrebbe servire sono “politiche di sostegno e di inserimento di attività estere in Italia. Sempre ricordando il ruolo che la sostenibilità ambientale e sociale ha per i buyer scandinavi”.
Orlandi è soddisfatta, la strada è quella giusta: “Il forte interesse dei mercati scandinavi operano nel private level è una realtà. Non a caso nella selezione dei buyer ci siamo concentrati anche su catene e negozi multibrands interessati ai nostri brand, ma anche a tutti quelli che stanno cercando di riportare in ambito europeo le produzioni. Crediamo in questa area dell'Europa, tanto che pateciperemo anche a una fiera a Stoccolma”.
Questo per la moda, poi ci sono i piani e i paesi scelti per agroalimentare, arredo e meccanica rappresentati da Linfa e Tecne che interagiranno con Nora Serrani, vice segretario Generale Camera di Commercio Italiana in Belgio, Matteo Mariani, segretario generale della Camera di Commercio Italo Ceca, Alessandra De Santis, vice segretario generale Camera di Commercio Italiana di Francoforte.
Strategia, quindi, quella che piace al rettore della Politecnica, Gian Luca Gregori: “Qui ci troviamo di fronte a un percorso vincente che unisce economia della conoscenza e della relazione. La conoscenza, perché se non sai con chi operare, le richieste e i bisogni e pensi di portare qualcosa, non sfondi. La relazione perché sempre più gli affari si sviluppano se ci sono relazioni innanzitutto umane”.
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