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Mezzo secolo di DLS, il calzaturificio che anticipa il mercato. Soricetti: "40 anni fa la prima sneakers, oggi mio figlio ci guida nel futuro"

20 Febbraio 2024

di Raffaele Vitali

MONTE SAN PIETRANGELI - Un acronimo che racchiude la famiglia: DLS. Dietro queste tre lettere ci sono 50 anni di storia, mezzo secolo per il calzaturificio di Monte San Pietrangeli fondato  da Gilberto Soricetti e Luciana Giuliani, oggi rinforzato dal figlio Stefano. Nella S rientra anche la sorella Silvia che ha scelto un’altra strada professionale.

“Il 2024 è speciale, 50 anni significa che i miei genitori hanno lavorato più che bene. Oggi sta a me in primis prima non fare danni e poi aiutare l’azienda a crescere e a restare competitiva” racconta Stefano, 40enne cresciuto a pane e numeri, ma quelli della Finanza.

“Sono entrato in maniera più operativa negli ultimi due anni, da 15 vivo e lavoro a Londra. E per questo, per avermi permesso di studiare e scegliere anche un percorso diverso, vale anche per mia sorella che è ingegnera, posso solo dire grazie ai miei genitori. Oggi, il mio primo compito è unire tecnologia e tradizione, migliorare un impianto efficiente. Stiamo investendo sul personale, abbiamo una nuova rete informatica, compreremo nuovi macchinari e valutiamo fotovoltaico e recupero acque per il capannone. Ma la tradizione resta il nodo chiave” prosegue Stefano.

Ascolta orgogliosa la madre, lei che dopo la terza media ha iniziato  a lavorare, “perché c’era bisogno”, prima in una azienda di pelletteria, dove realizzava portafogli e gli ambiti scrittoi, poi con quello che sarebbe diventato suo marito. “Lui aveva appena aperto l’azienda, ci siamo innamorati e tutto è iniziato. Eravamo in cinque, oggi siamo 45 dipendenti”.

Il tono della voce è quello rassicurante di chi sa di aver fatto sempre tutto il possibile per garantire quello sviluppo che permette di dare lavoro a tante famiglie. Stefano Soricetti, tra trading e fondi di investimento, ora sta agendo sui processi produttivi, commerciali e comunicativi di DLS. “Questa è da sempre casa mia. Quando eravamo piccoli, facevamo i compiti in una stanza della fabbrica, gli amici li invitavamo e giocavamo all’interno. Insomma, era casa nostra”.

Proiettata nel mondo, DLS oggi ha un fatturato che per il 95% dipende dall’export. I paesi cardine sono Olanda e Belgio, “qui abbiamo una reputazione molto alta”, poi Asia, con il Giappone, Australia e Nuova Zelanda Stati Uniti e Canada, “grazie a un grande importatore”. Il core business è la donna, che è in tutte le boutique e domina il campionario, ma pian piano si sta inserendo anche l’uomo, per cui abbiamo scelto però solo i canali digitali.

“Se dopo 50 anni siamo qui e possiamo dire che continuiamo a crescere (fatturato vicino ai 10 milioni, ndr) è perché spesso siamo arrivati prima degli altri, grazie all’idea. Penso alla cerniera che caratterizza il nostro modello più richieste. Aggiungiamo che noi le sneakers le produciamo da quaranta anni”. La cerniera non è un dettaglio: Rappresenta una lavorazione estremamente artigianale e soprattutto fotografa i tempi moderni in cui la fretta ci accompagna e avere una scarpa da inserire al volo è l’ideale, perfetta per uno stile dinamico” aggiunge Stefano.

I canali di vendita sono quelli tradizionali, a cominciare da una radicata rete di boutique. C’è poi l’online, con il sito e i social che Stefano Soricetti appena entrato in azienda ha affidato a un’agenzia esterna di professionisti.

La produzione è praticamente made in Marche, salvo rarissimi casi per numeri importanti e solo per l’orlatura. “Ma abbiamo la fortuna di avere ancora una decina di signore che lavorano da casa per noi” ammette la signora Luciana che già dal pre Covid ha avviato un ringiovanimento dell’azienda, sotto lo sguardo diligente del marito, unendo anche le maggiori competenze che il figlio ha portato grazie a collaborazioni con le università di Ancona e Macerata.

“Negli ultimi 18 mesi abbiamo rinnovato il 50% del personale. Avendo tanta conoscenza interna ma i via di pensionamento, per garantire continuità di business, abbiamo cercato giovani da formare e inserire. Investiamo sul senior che fa crescere il giovane. Prendere magari un dipendente esperto ha un vantaggio, ma in ogni caso dovrebbe adattarsi alla nostra cultura, noi preferiamo far crescere le risorse internamente. Dopo 50 ani possiamo permettercelo”.

Si godono così una manovia giovane in cui si produce esclusivamente il brand di famiglia. Che piace ai buyer, lo ha confermato anche questo Micam, “che però dura troppo, direi che tre giorni bastano e avanzano” chiosa la fondatrice dell’azienda che di fiere ne ha vissute tante.

“Se penso a me e mio marito, quando abbiamo iniziato, vivevamo per lavorare. Non esisteva orario. Oggi i giovani, giustamente, chiedono altro, vogliono conciliare il lavoro alla vita. E si può fare. Questo è un mestiere che se ben organizzato, come oggi in DLS, garantisce soddisfazioni e remunerazione” è il pensiero finale di un’imprenditrice che ha ancora tanto da dare, ma che nel figlio ha trovato il giusto erede capace di unire innovazione e tradizione. “Almeno spero” sorride Stefano prima di tornare a parlare con i clienti nello stand.

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Raffaele Vitali - via Leopardi 10 - 61121 Pesaro (PU) - Cod.Fisc VTLRFL77B02L500Y - Testata giornalistica, aut. Trib.Fermo n.04/2010 del 05/08/2010
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