FERMO – C’è un progetto che giace da nove mesi in un cassetto della Provincia di Fermo, dopo che è stato consegnato dall’Università Politecnica delle Marche. “E invece dovrebbe essere al centro dei piani dei nuovi amministratori regionali”. Si parla di metrotramvia tra Fermo e Amandola.
“Un appello ai candidati presidente e ai consiglieri di Fermo, Ascoli e Macerata” sottolinea Elvezio Serena, che guida il comitato promotore insieme con Legambiente, Cna Fermo, Centro Studi Carducci, Italia Nostra e altre associazioni.
La metrotramvia interesserà tre province, un’opera di interesse per tutta la regione. “È stato svolto uno studio di pre fattibilità, concluso a dicembre 2024. Siamo ancora in attesa della presentazione. È costato 38mila euro, di cui 25mila euro messi dalla Regione, 5mila dalla Provincia e 8mila dalla Fondazione Carifermo”.
A questo si aggiungono le delibere di 30 comuni, 24 fermani, 5 maceratesi e uno piceno. C’è il supporto di quattro ordini professionali, del Parco nazionale dei Monti Sibillini e dell’Unione Montana Monti Azzurri. “Stiamo lavorando per far aderire più comuni. Il progetto è ampio. Inizialmente la ferrovia interessava 45 comuni, poi diventati 15” precisa.
“Un’opera di valore sociale, turistico ed economico. Un’opera che porterà vita, soprattutto nelle zone interne dove le famiglie devono davvero arrivarci, anche per sgravare la costa ormai invivibile” prosegue Serena.
Quello che chiede il pool è un impegno per un vero progetto di fattibilità e quindi risorse vere. “Dobbiamo e possiamo intercettare turisti da tutta Europa, collegando aeroporto e porto alla nostra zona. Possiamo partire dai numeri che la Politecnica ha calcolato in merito all’utilizzo dei vari mezzi di mobilità”.
Quello che il comitato vuole è che “la Regione in questa fase, in vista del voto, si esprima o quantomeno si prenda l’impegno per far sì che un’idea non rimanga un sogno”. Riprende Silenzi, volto della Cna: “Ogni sindaco delle aree interne chiede servizi. E il primo deve essere la mobilità. La soluzione non è una superstrada, che va a trasformare la bellezza della montagna. La metrotramvia è ideale, se ho un mezzo che ogni venti minuti mi porta da Amandola a Fermo per lavorare nel nuovo ospedale, non cambio casa perché ho la possibilità di spostarmi. E poi verranno inseriti scambi intermodali”.
Sul progetto c’è però troppa indifferenza. “E senza una vera fattibilità non possiamo andare in cerca di fondi. Con quello che abbiamo, sappiamo che è fattibile. Costerà un miliardo, dobbiamo approfondire il tragitto, ma la necessità è evidente. Come i benefici, la prova viene anche da altri esempi in Italia e in Europa. Quello che vorrei far capire – aggiunge Trentuno – è che non si può dire che costa, se poi si è pronti a investire cinque miliardi per un tratto di A14”.
Sul tema dell’autostrada è Luca Romanelli a puntare il dito: “Sembra sempre che l’unico problema della viabilità sia l’A14. Ma parliamo di qualcosa che serve a chi ci attraversa, principalmente. La metrotramvia costa meno di un miliardo, eppure non viene promossa come si potrebbe. Noi in questo modo porteremmo davvero benefici sul territorio”.
Nel piano sono previste tre opzioni: la prima è il tratto da Porto San Giorgio a Fermo per arrivare a Campiglione per il nuovo ospedale. “Questo è l’anello più redditizio. La seconda opzione – spiega Trentuno, che guida Italia Nostra – prevede di arrivare fino a Servigliano - Piane di Falerone, con la montagna collegata poi via gomma”. La terza si spinge fino ad Amandola, “consapevoli che questo sarebbe il tratto economicamente più complicato”.