FERMO – Un chiaro messaggio alla Giunta di Francesco Acquaroli arriva dal consiglio regionale: approvata all’unanimità la proposta di legge alle Camere presentata dal capogruppo regionale Maurizio Mangialardi.
L’obiettivo, sottoscritto da tutti gli altri capigruppo di maggioranza e opposizione, è di innalzare al 7,5% la spesa sanitaria in rapporto al Pil. “Se approvata da Camera e Senato, - spiega Mangialardi - la legge consentirebbe di incrementare il Fondo Sanitario Nazionale di 4 miliardi all'anno per i prossimi cinque anni. Ciò significherebbe aumentare le risorse a disposizione per la sanità pubblica di 4 miliardi di euro per il 2023, 8 miliardi per il 2024, 12 miliardi per il 2025, 16 miliardi per il 2026 e 20 miliardi annui a decorrere dal 2027”.
Soddisfatto il Dem per l’approvazione all’unanimità: “Chiediamo solo di potenziare il servizio sanitario pubblico attraverso una dotazione adeguata di risorse finanziarie e di personale. Un'approvazione che arriva al momento giusto, visto che il Parlamento sta ancora discutendo la legge di Stabilità varata dal governo Meloni e potrebbe adottare questo provvedimento già a partire da quest'anno. Analoghi testi di legge sono stati approvati anche dalle Regioni Piemonte, Emilia Romagna e Toscana: una forte spinta dal basso che lancia un messaggio chiaro dai territori al Governo”.
Dopo un lungo periodo di tagli, c’è la possibilità di invertire la rotta. “Dobbiamo cambiare i tetti di spesa, il blocco del turnover, la diminuzione del personale medico e infermieristico, il contesto di un progressivo invecchiamento della popolazione che porta con sé un aumento della domanda di buona sanità. Bisogna essere onesti: rispetto a questo definanziamento nessun partito può auto assolversi e dichiararsi innocente perché tutti i governi hanno tagliato la spesa sanitaria, compreso quello di oggi guidato dalla Meloni”.
E questo porta a numeri difficili da accettare: “Dal 2010, il servizio sanitario nazionale ha perso 25 mila operatori a causa del tetto di spesa sul personale sanitario fissato già nel 2004 e 37 miliardi di euro: una cifra che, per una mera coincidenza, corrisponde a quel 2% del Pil che il governo potrebbe chiedere all'Unione Europea tramite la linea di credito sanitario all'interno del Mes”.
Il consiglio regionale delle Marche ha così deciso di andare oltre i colori politici: “Non è questo il tempo di puntare il dito o di accusare questo o quell'esponente politico, questo o quel governo, questo o quel provvedimento. Uno sterile rivangare il passato in cerca di responsabilità non apporterebbe nulla rispetto a una inversione di rotta che sono convinto possiamo e dobbiamo intraprendere insieme” conclude Mangialardi.