
di Raffaele Vitali
ANCONA – “Fidatevi sempre di più di un politico che fa più di quanto parli e meno di uno che parla più di quanto fa”. La frase finale di Giorgia Meloni chiude un pomeriggio di puro orgoglio per il popolo del centrodestra marchigiano che in poco più di un’ora ha potuto ascoltare la premier, i due vice e i segretari di Noi Moderati e Udc.
Il Governo al completo per dire ‘Più Marche’. Partendo da piazza Roma il centrodestra ha conquistato Ancona, una delle colonne del centrosinistra delle Marche. Poco prima, la Regione, con Francesco Acquaroli che ha cambiato il corso della storia di un territorio che mai aveva votato a destra. Lo ricorda a tutti, aprendo la maxi manifestazione elettorale, il sindaco Silvetti che da capopopolo chiede alla piazza di alzare la voce, dibattere le mani, dimandare un messaggio chiaro ai marchigiani sul suo futuro.

Si riempie pian piano piazza Roma, migliaia di persone che diventano 8000 per gli organizzatori. C’è chi è arrivato due ore prima, come il consigliere comunale di Fermo Luigi Rocchi, per prendersi il posto in prima fila, come ai concerti per potere vedere da vicino la premier. In scaletta, rapidi interventi dei leader delle liste a supporto di Acquaroli “Questa è una piazza, altro che quella di Matteino” scherza Rossi, Civici Marche.
Dopo i civici, due minuti anche per la lista che fa capo a Paolo Calcinaro, è il momento della politica, con il segretario nazionale dell’Udc, Antonio De Poli: “Le Marche hanno scelto la strada del futuro. Mille cantieri, miliardi di euro di investimenti, e ora abbiamo 70 pagine piene di futuro”.
Salgono i decibel degli interventi, i leader ci provano a scaldare la piazza, “perché dobbiamo andare a casa per casa, suonare campanello dopo campanello e far vincere il centrodestra” riprende Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati. Il cambiamento lega il centrodestra, non qualcosa di finto. Lo rivendicano. “Noi volevamo cambiare cinque anni fa, era impossibile solo pensare che le Marche alzassero la testa. E invece, con il presidente Acquaroli ce l’abbiamo fatta e oggi dobbiamo solo dirgli grazie”. Lupi parla dell’aeroporto, non vuole entrare nel rendiconto che spetta al governatore uscente, ma non può farne a meno, “perché oggi con il ‘più Marche’ sappiamo che abbiamo una base da cui partire”.
Una rapida carrellata per gli alleati ‘minori’, cresce l’attesa ma se c’è una cosa che il centrodestra può rivendicare è la puntualità. Alle 18.15 sono arrivati già tutti, sotto il palco giornalisti di ogni testata, dal Financial Times a Diego Bianchi di Propaganda, le Marche sono davvero l’Ohio d’Italia.
“Noi siamo qui nelle Marche per celebrare Francesco Merloni, un uomo che ha fatto grande la regione e l’Italia. Trovo incredibile che il Pd si accordi con i 5 Stelle per ripristinare quello che abbiamo eliminato, il reddito di cittadinanza, è incredibile. Dobbiamo dare il lavoro, non altro” ribadisce il leader che sogna di superare il 35, eleggere un consigliere e prendersi così un posto nella prossima giunta.
Acquaroli sale sul palco, scatta un ‘Francesco, Francesco, Francesco’ lanciato dal capo curva Lupi. “Se siamo qui a raccontare una regione diversa, che guarda con speranza al futuro e con dignità e considerazione al domani, è perché facciamo parte di una strategia più ampia, nazionale, con un governo che ci ascolta e dà voce anche alle regioni più piccole. Quindi davvero grazie a tutti”.






Sotto il palco, ad ascoltarlo, si posiziona Matteo Salvini, con lui Mauro Lucentini, il vicesegretario regionale della Lega e uomo di fiducia del leader del Carroccio. Si racconta Acquaroli, partendo ovviamente dalla sanità: “Siamo arrivati che si parlava solo di ospedali unici, abbiamo aperto 50 punti salute, abbiamo attivato la farmacia dei servizi. Il bello è che ora ci accusano di quello che hanno fatto loro”. Snocciola numeri, la memoria c’è e il suo popolo apprezza.
Rapidi passaggi sui fondi europei, “che stiamo spendendo al meglio”, e sull’economia, “non siamo la regione catastrofica che dipingono, lo dice Prometeia, lo dicono tante indagini. Ma non nego le difficoltà e le affronto, come capita a ogni regione”. Le infrastrutture restano il, suo cavallo di battaglia, che si parli di porto, di Pedemontana, di intervallive o alta velocità, “per cui il governo ha nominato un commissario che ridarà giustizia alla dorale adriatica”, o aeroporto, “il nostro è tra i primi dieci per crescita in Italia”.
È fiero di quanto fatto: “Ditemi voi quando mai era arrivato questo” chiede alla pizza che lo ripaga con un applauso. L’anima liberal torna quando parla di aree interne, “che non chiedono assistenzialismo ma investimenti, lavoro, prospettive. Quelle che non sono state date ai nove comuni pesaresi che sono passati con la Romagna”.
E la Zes? Inevitabile parlarne: “Prima hanno detto che non era vera, poi hanno chiesto il decreto legge, poi hanno detto che non è finanziata, poi che ce la danno perché in crisi. Invece è uno strumento incredibile che ci farà tornare a essere protagonisti, rilancerà l’economia e così resteranno i giovani”.
IL TAJANI PENSIERO
Scende dal palco con le braccia al cielo Acquaroli, sale Antonio Tajani: “Noi siamo una alleanza politica dal 1994. E quando siamo al governo lo facciamo bene. E oggi siamo qua, in una piazza che porta bene. Qui abbiamo vinto una battaglia all’ultimo voto per riprendere Ancona e dare il capoluogo a un sindaco di Forza Italia che bene fa. È il buon governo, è quello che ci caratterizza”.
Rivendica lo sguardo verso le Marche. “Far entrare le Marche e l’Umbria nella Zes Unica è una grande risultato raggiunto in Europa. Non è opportunismo, è voler dare alle imprese delel Marche la possibilità di creare posti di lavoro. Parliamo di una straordinaria opportunità”. Vuole guardare alle Marche dal mare ala montagna, “perché i giovani devono poter avere opportunità in ogni angolo di questa regione. Le Marche non possono essere una regione lontana perché mancano i collegamenti. Noi stiamo lavorando per far sì che l’alta capacitò dei marchigiani diventi alta velocità nella mobilità”.
Da ministro degli eteri parla di export “che è tornato a crescere e ci permetterà, come Italia, di superare i 700 miliardi. Noi siamo un governo del fare, il ministro degli Esteri oggi si occupa di economia e ogni ambasciata nel mondo ha disposizione di aiutare le imprese che lavorano fuori dai confini, non le lasceremo mai sole”.
Promette detassazione degli stipendi di chi guadagna tra 7,5 e 9 euro all’ora, e detasserà i premi produttivi. Dobbiamo garantire il ceto medio, recupereremo d chi evade quello che daremo al ceto medio. L’obiettivo è pagare tutti per pagare meno tasse”.
All’Europa chiede di ridurre il costo del denaro, ai suoi elettori di andare a prendere “i voti del centro del centrosinistra, che non esiste più visto che è rimasta solo la sinistra di Bonelli e dei 5 Stelle. Invece, ci sono migliaia di volti da intercettare che chiedono solo una vera casa. E va fatto senza alzare i toni, senza accusare l’altro come fanno i 5 Stelle. Chi è qui lavora per la pace e la stabilità e mai sarà alleata di Hamas, che si fa scudo del proprio popolo per difendere i propri depositi di armi non siamo d’accordo quello che fa l’esercito israeliano, ma è Hamas che è il responsabile di quello che accade in Medio Oriente. La parola pace non va scritta solo sui manifesti, bisogna combattere ogni giorno per costruirla, non con gli slogan. Ci sono troppi pacifinti in Italia”.
LA CARICA DI SALVINI
La moderazione di Tajani lascia il posto sul palco all’enfasi di Matteo Salvini, il leader della Lega che nelle Marche ha un compito improbo, arrivare secondo davanti agli azzurri. “Siamo diversi, non azzardo migliori. Il Pd per questa regione ha fatto poco e nulla per decenni. Oggi, prima di venire qui, ero a inaugurare il nuovo interporto che darà lavoro e che per 30 anni non esisteva, solo inchieste ed erba alta. In tre anni lo abbiamo fatto. Ricci anni fa dormì per protesta nella Guinza, noi da svegli abbiamo riavviato i lavori. C’è chi dorme e c’è chi fa. I compagni davano l’aeroporto per morto e invece macina grandi numeri. Stanno provando con cattiverie a fermare Francesco, si sbagliano. Noi entro la fine della legislatura andremo a gara per la velocizzazione delle ferrovie nelle Marche. c’è chi dorme, lo ribadisco, e chi lavora”.
Rivendica la diversità. “Noi siamo per il teaser loro no, noi non parliamo dell’indagine di Ricci, perché noi vinceremo le lezioni perché lavoriamo meglio, non perché Ricci è indagato, che spero sia assolto, perché le battaglie a me piace vincerle guardando l’avversario in viso, non usando qualcuno alle spalle. Ricordo che il Pd e i 5 Stelle hanno votato perché andassi a processo perché avevo bloccato gli sbarchi dei clandestini, mentre ce ne sono ancora troppi e per questo interverremo con un nuovo decreto: li faremo tornare a casa loro, pacificamente e velocemente”.
L’applauso della piazza è vero, il tema dell’immigrazione resta caldo. Come quello che riguarda l’omicidio di Kirk, l’americano “che raccontava la sua visione del mondo e parlava ai giovani del fatto che la mamma si chiama mamma e il papà solo papà”, e che Salvini chiede di ricordare, “dopo le vergognose risate di troppe persone mentre alle idee si risponde con le idee”, con un incredibile minuto di silenzio rispettato dalle migliaia di persone in piazza Roma.





LA LEADERSHIP DELLA MELONI
Total white per la premier, unghie incluse. “Sono felice di essere qui, son felice di esserci per Francesco Acquaroli. Ho bisogno ogni tanto di farmi caricare da una piazza come questa. Ero venuta qui tre ani fa, oggi in questa piazza c’è più gente di quanta ce ne fosse ieri e non era scontato dopo tre anni di Governo” esordisce. La piazza la attendeva con trepidazione, Tajani si era allungato il popolo meloniano glielo ha fatto capire. Tanti anche gli amministratori in piazza, tra i fermani si notano i sindaci Ortenzi, Vesprini, Ubaldi e Palmucci.
“Finalmente abbiamo una Italia credibile, schietta, rispettata. Il nostro paese ha messo al primo posto il suo interesse, guadagnandosi un posto chiaro nel mondo. Noi diciamo la nostra, non è più l’Italia che si accoda a decisioni prese da altri” prosegue rendendo le persone protagoniste: “Quando nel mondo si parla di Italia, non si parla del Governo, ma di ognuno di voi”.
Cita The Telegraph: sai che ‘L’Europa è in un pasticcio, quando l’Italia è un protagonista di spicco’. Questa è spocchia, ma è il fato che noi oggi siamo protagonisti. Gli italiani sanno di avere accanto una politica al loro fianco che crede nei valori della nazione.
Teta alta e la parola orgoglio che torna “perché io sono fiera della mia nazione, del suo essere. e questo nel passato non accadeva”. Rivendica l’aver raggiunto 80 miliardi di investimenti esteri, grazie ala stabilità, ala credibilità e ala nostra serietà”. Parla di reazione spropositata di Israele, “non condividiamo l’occupazione di Gaza City, ma anche della vergogna di Hamas. Un lungo intervento ‘nazionale’, “sorrido sempre per le previsioni della sinistra che nonne azzecca mai una”, prima di parlare di Marche.
Diversità: “Il centrosinistra sta insieme per mandare a casa la Meloni, io sto con il centrodestra per governare il paese. Ma che programma è mandare a casa la Meloni. Noi governiamo, seriamente: la borsa sta bene, lo spread è ai minimi, senza Rdc chi può lavorare lavora e chi non può ha un assegno più sostanzioso e così abbiamo creato un milione di posti di lavoro, facendo crescere l’occupazione femminile. E questo mi rende fiera, questa è la parità e la libertà: non dover scegliere tra carriera o figlio. Nel mondo del centrosinistra c’è il diritto al reddito, nel nostro c’è il diritto al lavoro”.
Promette e garantisce coraggio “per ridare ai cittadini la possibilità di scegliere e di farsi governare. Completeremo la riforma della giustizia, faremo quella del premierato, non ci fermeremo. Altro che svolta illiberale con noi”. Non ha voglia di andare a casa la premier, parla e si prende gli applausi di una piazza che è lì in primis per lei, che condivide la sua idea di libertà “che è lontana da quella della sinistra che vuole case occupate e centri come il Leoncavallo”.
È un fiume in piena: “Amo andare conto i pronostici. E sta accadendo, grazie al vostro sostegno. Anche qui nelle Marche. è il momento di parlare di Acquaroli: “Con Francesco c’è stato un grane lavoro di filiera partendo dalle infrastrutture. Ogni volta che vengo mi chiedo come siate riusciti a essere una regione così importante pur se così inaccessibile. I marchigiani sono un popolo orgoglioso e laborioso, deve poter esprimere il proprio valore e potenziale”.
Sono arrivate le prime risposte: tasso di disoccupazione cresce, export si rafforza, il truismo con numeri mai visti prima. E poi c’è la sanità: il Pd gli ospedali li chiudeva. Ci vuole un po’ di onestà intellettuale. Le Marche sono tra le cinque regioni migliori per Lea. E poi la ricostruzione post sisma 2016, grande cambio di passo, il lavoro dopo alluvione. Potremo fare sempre meglio, se ci confermerete. Acquaroli non è bravo nella comunicazione? Magari è possibile, ma fidatevi sempre di più di un politico che fa più di quanto parli e meno di uno che parla più di quanto fa. Chi lavora tanto a volte si dimentica di spiegarlo bene”.
Chiude così, accogliendo sul palco Acquaroli e gli altri leader per un selfie, che scatta la Meloni stessa, prima di cantare con tuta la piazza l’Inno d’Italia.
